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  • Venerdì 20 gennaio 2017

A che punto sono i soccorsi dopo il terremoto

La situazione resta complicata anche nell’Appenino centrale: oggi il governo dovrebbe approvare un piano per estendere lo stato di emergenza

Alcune persone tentano di togliere la neve da un tetto di una abitazione a Mattere di Valle Castellana, Teramo, 19 gennaio 2017
(ANSA/FACEBOOK VALLE CASTELLANA INFO-NEWS)
Alcune persone tentano di togliere la neve da un tetto di una abitazione a Mattere di Valle Castellana, Teramo, 19 gennaio 2017 (ANSA/FACEBOOK VALLE CASTELLANA INFO-NEWS)

Mercoledì 18 gennaio ci sono stati quattro terremoti di magnitudo superiore a 5 nel Centro Italia. Le notizie più seguite hanno a che fare con l’Hotel Rigopiano, che si trova sul lato pescarese del Gran Sasso e che è stato coperto da una valanga, probabilmente in seguito alle intense scosse. Ma la situazione è complicata anche in diverse altre province che si trovano nell’Appennino centrale.

Da due giorni ci sono paesi isolati o al buio, che attendono di essere raggiunti dai soccorritori. Le attività di assistenza alla popolazione sono coordinate dalla Protezione Civile che sta impiegando circa 7.000 soccorritori, con 2.400 di questi appartenenti all’esercito. L’aumento delle temperature nelle ultime ore ha fatto aumentare il rischio di nuove slavine, che potrebbero complicare ulteriormente il lavoro e gli interventi.

A Crognaleto, in provincia di Teramo, è stata trovata una persona morta e un’altra è data per dispersa da giovedì pomeriggio. Gli abitanti di alcune frazioni sono stati ospitati nella caserma dei carabinieri del comune, e una soluzione analoga è stata presa in diversi altri comuni, compreso quello di Valle Castellana sempre nel teramano. La provincia di Teramo parla di emergenza sanitaria perché l’assenza di corrente, in alcuni casi da quattro giorni, ha isolato migliaia di persone: in alcune aree manca l’acqua e c’è un problema di carburante perché i distributori non funzionano. In provincia di Teramo, a causa del terremoto, è morta una persona: un uomo di 83 anni rimasto sepolto nel crollo della sua stalla a Castel Castagna.

Lo stadio dell’Aquila è stato trasformato in un centro di accoglienza e per chi ha preferito non trascorrere le ultime due notti in casa dopo le scosse di terremoto di mercoledì. Oggi all’Aquila le scuole sono rimaste chiuse e lo saranno anche domani. A Campotosto, in provincia dell’Aquila e a pochi chilometri di distanza dall’epicentro dei terremoti di mercoledì, è stato recuperato nella giornata di ieri un uomo che era stato dato per disperso e che si era rifugiato in un capannone, in attesa dei soccorsi. Il comune era raggiungibile solo sugli sci nelle prime ore di ieri, poi grazie all’impiego di un mezzo cingolato è stato possibile recuperare altre persone, circa un centinaio, rimaste isolate nei moduli abitativi temporanei allestiti dopo i terremoti dei mesi scorsi. La poco distante frazione di Ortolano è stata evacuata con un elicottero, portando al sicuro una ventina di persone rimaste bloccate.

I tecnici di Enel hanno lavorato continuamente per ripristinare i collegamenti della rete elettrica nei comuni più interessati dal terremoto e dalle forti nevicate. Si è passati in un paio di giorni da 160mila utenze scollegate a 55mila nella serata di ieri, anche se ci sono state polemiche contro l’azienda accusata di essersi attivata tardivamente. I tecnici hanno però dovuto affrontare i problemi comuni al resto della cittadinanza e dei soccorritori, a partire dalle difficoltà a spostarsi a causa della presenza di molta neve sulla strada. Enel si è attivata con 1.400 tecnici e circa 400 mezzi per risolvere i problemi di questi giorni. Le famiglie coinvolte nella lunga interruzione di energia elettrica nelle regioni colpite dal maltempo potranno accedere agli indennizzi automatici già previsti dalla legge e regolamentati dai provvedimenti dell’Autorità per l’energia. I rimborsi partono da 30 euro e arrivano a un massimo di 300.

All’Hotel Rigopiano a Farindola sul Gran Sasso i soccorritori hanno lavorato per tutta la notte per cercare le circa 35 persone che si trovavano all’interno dell’albergo e che da ieri mattina risultano disperse. La situazione è molto complicata dalle temperature sotto lo zero e dall’enorme quanittà di neve. Non ci sono ancora le condizioni di sicurezza per intervenire in modo più massiccio e i soccorritori hanno lavorato con l’aiuto di fotocellule. Durante la scorsa notte le turbine e le ruspe hanno proseguito il lavoro per liberare l’unica strada che porta all’hotel e per migliorare la circolazione dei mezzi di soccorso. I corpi estratti dalle macerie finora sono due, ha spiegato la Protezione Civile.

Nel frattempo, la procura di Pescara ha aperto un’indagine per omicidio colposo. Sui giornali di oggi ci sono diverse ricostruzioni sulla tempistica dei soccorsi all’Hotel Rigopiano e sulla valutazione dei rischi da parte di prefettura e protezione civile prima della slavina. I primi soccorritori sono arrivati all’albergo molte ore dopo la valanga usando gli sci. I mezzi di soccorso sono potuti arrivare in zona solo nella tarda mattinata del giorno dopo, perché la strada di accesso era bloccata da alberi caduti e altre valanghe. Per buona parte della notte gli ospiti dell’Hotel Rigopiano sono quindi rimasti isolati e senza possibilità di comunicare le loro condizioni, al freddo e probabilmente senza energia elettrica.

Giovedì il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, si è impegnato a dare fondi e risorse alla Protezione Civile e alle altre organizzazioni di soccorso per gestire l’emergenza neve e terremoto nel Centro Italia. Oggi il Consiglio dei ministri dovrebbe approvare un piano per estendere lo stato di emergenza nelle aree che avevano già subito danni l’estate scorsa, a causa di un altro terremoto.