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  • Martedì 17 gennaio 2017

Il piano di Theresa May per Brexit

Ha detto che il Regno Unito uscirà dal mercato unico europeo, pur restando un "buon amico" dell'Unione Europea, ma per i dettagli bisognerà aspettare

Il primo ministro del Regno Unito, Theresa May (KIRSTY WIGGLESWORTH/AFP/Getty Images)
Il primo ministro del Regno Unito, Theresa May (KIRSTY WIGGLESWORTH/AFP/Getty Images)

Il primo ministro del Regno Unito, la conservatrice Theresa May, ha pronunciato un atteso discorso a Londra che avrebbe dovuto illustrare il piano del suo governo per effettuare la Brexit, l’uscita del paese dall’Unione Europea, per la quale il 52 per cento dei cittadini britannici ha votato a favore in un referendum lo scorso 23 giugno 2016. May in realtà non ha fornito molti dettagli, ma si è comunque impegnata a sottoporre un piano omogeneo al Parlamento, che si potrà esprimere sull’accordo finale che sancirà le relazioni tra il Regno Unito e l’Unione Europea. Ha inoltre aggiunto che nel caso in cui il governo non fosse in grado di ottenere ciò che vuole, l’assenza di un accordo sarebbe meglio di un cattivo accordo. May ha detto di essere comunque fiduciosa sulla possibilità di trovare una linea comune con le autorità europee, che consenta di rispettare la scelta dell’uscita dalla UE.

Theresa May ha detto che il Regno Unito non cercherà di restare nel mercato unico europeo, la cui permanenza richiederebbe al paese di accettare altre condizioni sulla libera circolazione delle persone, come specificato più volte dalle autorità europee. Questa soluzione preoccupa molti analisti e parte delle imprese, che potrebbero affrontare un periodo di transizione piuttosto turbolento soprattutto sui mercati finanziari, ma è l’unica possibilità per mettere in pratica gli altri punti del piano di May. L’obiettivo del governo del Regno Unito è recuperare il controllo dei suoi confini, non essere più soggetto alle decisioni della Corte di giustizia dell’Unione Europea e modificare la gestione della circolazione delle merci. Su questo ultimo punto May è stata comunque piuttosto vaga, alludendo alla necessità di creare un sistema alternativo che renda “il meno macchinoso possibile” lo scambio delle merci verso gli stati membri dell’Unione.

Nel suo discorso, May ha anche detto di volere chiarire quanto prima lo stato giuridico dei cittadini appartenenti alla UE che attualmente vivono e lavorano nel Regno Unito, e specularmente dei britannici che vivono e lavorano negli stati membri. Ha spiegato di averne già parlato con i principali leader europei e che tutti, “a parte un paio”, hanno confermato di essere disponibili a trovare un accordo che soddisfi entrambe le parti. May ha usato sostanzialmente toni concilianti dicendo di essere al lavoro per fare in modo che il Regno Unito continui a essere uno dei “migliori amici” dell’Unione Europea:

Voglio essere chiara. Il Regno Unito vuole continuare a essere un buon amico e un buon vicino dell’Unione Europea, ma so che ci sono alcuni che chiedono un accordo punitivo nei nostri confronti. Sarebbe una calamità autoinflitta per i paesi dell’Europa e non sarebbe un gesto amichevole. Il Regno Unito non potrebbe mai accettare un approccio di questo tipo.

May ha confermato di volere attivare il prossimo marzo l’Articolo 50 del Trattato di Lisbona, quello che stabilisce le regole per avviare l’uscita di un paese dall’Unione Europea. Da quel momento il Regno Unito e le autorità europee avranno due anni di tempo per trovare e perfezionare un accordo. Il governo britannico vuole negoziare allo stesso tempo l’uscita dalla UE e i nuovi trattati che consentiranno di stabilire nuovi rapporti commerciali con l’Unione. In questo modo, ha spiegato May, si eviteranno accordi temporanei e di transizione, che potrebbero rivelarsi dannosi per l’economia e potrebbero lasciare il paese “in un purgatorio politico permanente”.

May ha concluso il suo discorso dicendo di volere un accordo su misura per il Regno Unito, senza che siano adottate e ripetute soluzioni ibride che hanno permesso all’Unione Europea di mantenere rapporti più stretti con alcuni paesi extracomunitari (la Norvegia, per esempio): “Il Regno Unito sta lasciando l’Unione Europea. Il mio lavoro è ottenere il giusto accordo per il paese”.

Il discorso di Theresa May ha ricevuto apprezzamenti da buona parte dei parlamentari conservatori, mentre non ha convinto l’opposizione. Jeremy Corbyn, leader dei Laburisti, in questi ultimi giorni aveva espresso opinioni piuttosto concilianti sulla Brexit ma a proposito del discorso di Theresa May ha detto: “Il primo ministro ha fatto tutte queste dichiarazioni ottimistiche, ma ogni indicatore economico ci dice che il Regno Unito sta andando nella direzione sbagliata”. Molti osservatori politici hanno definito il discorso ancora troppo vago e hanno sospeso il loro giudizio. Il Guardian ha scritto che May oggi ha portato un po’ di chiarezza e che quindi “ora sappiamo qualcosa di più su che cosa non sarà Brexit, ma poco su che cosa sarà effettivamente”.