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  • Martedì 17 gennaio 2017

Obama ha ridotto la pena di Chelsea Manning

L'ex analista dell’esercito americano condannata a 35 anni per aver fornito materiali riservati a Wikileaks sarà liberata a maggio

(Chip Somodevilla/Getty Images)
(Chip Somodevilla/Getty Images)

Il presidente uscente degli Stati Uniti Barack Obama ha ridotto la pena di Chelsea Manning, militare statunitense che aveva cambiato sesso e che era stata condannata a 35 anni di carcere per aver fornito a Wikileaks centinaia di migliaia di documenti e materiali riservati diffusi e pubblicati su Internet. Manning, che ora ha 29 anni, sarà liberata il prossimo 17 maggio, invece che nel 2045. Nel 2016 Manning aveva tentato per due volte il suicidio e in novembre aveva presentato una richiesta di clemenza.

Manning stava scontando la sua pena da quasi sette anni nella prigione militare di Fort Leavenworth, carcere maschile in Kansas e unica prigione militare per soldati condannati a più di dieci anni di carcere. Il sistema carcerario americano prevede che i detenuti transessuali che non si sono operati ai genitali vivano insieme ai compagni del loro sesso di nascita. Negli scorsi giorni Edward Snowden, l’uomo che aveva reso pubblico il programma di sorveglianza della National Security Agency (NSA), aveva lanciato un appello a Obama per la liberazione di Manning. Il 12 gennaio su Twitter, WikiLeaks aveva offerto l’estradizione negli Stati Uniti di Julian Assange, che vive dal 2012 a Londra, ospite dell’Ambasciata dell’Ecuador, in cambio della grazia per Manning.

Manning era stata condannata nell’agosto del 2013 per 20 capi di imputazione. Era stata arrestata in Iraq nel maggio del 2010: oltre a molti documenti, aveva fornito a Wikileaks il video di un elicottero Apache dell’esercito statunitense impegnato in un’azione a Baghdad nel 2007, in cui morirono 12 persone. Manning aveva girato al sito di Julian Assange oltre 470 mila rapporti su azioni di guerra eseguite in Iraq e Afghanistan e 250 mila cablogrammi tra il Dipartimento di Stato e centinaia di ambasciate statunitensi in tutto il mondo.

Sempre nell’agosto del 2013 Manning aveva fatto sapere in una lettera di non volersi più chiamare Bradley e di voler vivere come una donna. Durante il processo, i suoi problemi di identità di genere erano stati molto discussi e presentati dalla difesa come un’attenuante per aver passato i documenti riservati. Dopo l’arresto Manning era stata tenuta in isolamento per quasi un anno e mezzo in un carcere militare di massima sicurezza in Virginia, formalmente per evitare il rischio di suicidio. La sua detenzione aveva fatto molto discutere e causato proteste negli Stati Uniti e in altri paesi del mondo: la condanna a 35 anni era la pena più lunga mai imposta negli Stati Uniti per una condanna legata ai reati che aveva commesso Manning.

Chelsea Manning aveva tentato il suicidio in carcere nel luglio del 2016. Aveva poi iniziato uno sciopero della fame interrotto in settembre perché le era stato dato il permesso di sottoporsi a interventi chirurgici per la transizione di genere. Lo scorso novembre aveva tentato nuovamente di uccidersi. Martedì Obama ha ridotto la pena di altri 209 carcerati e concesso la grazia a 64 persone. Obama ha preso la decisione su Manning a tre giorni dalla scadenza del suo mandato: venerdì 20 gennaio, infatti, si insedierà ufficialmente alla Casa Bianca il suo successore, Donald J. Trump.