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  • Venerdì 13 gennaio 2017

Trump vuole mettere un complottista antivaccini a capo di una commissione sull’autismo

Lo ha proposto a Robert F. Kennedy Jr., nipote di JFK e sostenitore della teoria falsa secondo cui i vaccini potrebbero causare l'autismo

di Abby Phillip, Lena H. Sun e Lenny Bernstein – The Washington Post

Robert Kennedy Jr. prima dell'incontro con Donald Trump alla Trump Tower di New York, il 10 gennaio 2017 (Spencer Platt/Getty Images)
Robert Kennedy Jr. prima dell'incontro con Donald Trump alla Trump Tower di New York, il 10 gennaio 2017 (Spencer Platt/Getty Images)

Martedì scorso Robert F. Kennedy Jr., un sostenitore della teoria ampiamente confutata secondo cui i vaccini causerebbero l’autismo, ha detto di aver ricevuto dal presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump l’offerta di presiedere una nuova commissione sui vaccini. Qualche ora dopo, però, una portavoce del transition team – il gruppo di lavoro che sta gestendo la transizione di poteri e cariche dall’amministrazione di Obama a quella di Trump – ha detto che non è stata ancora presa una decisione definitiva, sebbene a Trump l’idea di creare una commissione sui vaccini piacerebbe.

Se Trump dovesse confermarla, la mossa andrebbe contro la scienza, la medicina e la posizione del governo sul tema. Trump – che da tempo ha un’opinione critica sui vaccini – ha incontrato Kennedy, che ha guidato i tentativi di rimuovere le leggi americane sulla vaccinazione infantile, alla Trump Tower. «Il presidente eletto ha avuto il piacere di discutere su una serie di questioni con Robert Kennedy Jr., di cui apprezza i pensieri e le idee», ha detto in un comunicato la portavoce del transition team di Trump, Hope Hicks, aggiungendo che «il presidente eletto sta vagliando la possibilità di formare una commissione sull’autismo, che colpisce moltissime famiglie. Al momento, però, non è stata ancora presa una decisione. Il presidente eletto è ansioso di proseguire le discussioni riguardo a tutti gli aspetti dell’autismo con gruppi e persone diverse».

Martedì, parlando ai giornalisti nell’atrio della Trump Tower a New York, Kennedy ha detto che era stato Trump a telefonargli per chiedere un incontro, durante il quale ha accettato l’offerta di un incarico nella commissione. «Il presidente eletto Trump ha dubbi e domande in merito alle attuali politiche sui vaccini», ha raccontato Kennedy, «la sua opinione non conta, conta la scienza. Dovremmo leggere e discutere della scienza. Tutti dovrebbero poter essere rassicurati del fatto che i nostri vaccini – di cui il presidente Trump è grande sostenitore, come me – sono assolutamente sicuri». Negli Stati Uniti esiste una commissione consultiva sull’immunizzazione, composta da esperti di medicina e salute pubblica che si occupano di elaborare raccomandazioni sull’uso dei vaccini.

L’annuncio è stato accolto con preoccupazione dai professionisti nel settore della salute, che ritengono che mettere un sostenitore di una teoria del complotto in una posizione di potere sulla materia sia pericoloso. «È una cosa che fa davvero paura: è difficile immaginare una persona meno qualificata per una commissione sulla scienza dei vaccini», ha detto Peter Hotez, decano della National School of Tropical Medicine del Baylor College of Medicine e presidente del Sabin Vaccine Institute, un’organizzazione non a scopo di lucro che si occupa di controllare, curare e debellare malattie tropicali trascurate e prevenibili coi vaccini. «La scienza è chiara: ci sono prove consistenti che dimostrano che non esistono legami tra i vaccini e l’autismo. Sia come scienziato che sviluppa vaccini contro malattie trascurate e legate alla povertà, che come padre di una figlia adulta affetta da autismo, posso dire che un legame tra le due cose non è nemmeno plausibile», ha aggiunto Hotez, «l’autismo è una malattia genetica». «La sanità pubblica del nostro paese soffrirà se il nascente movimento anti-vaccini non verrà fermato immediatamente», ha detto.

Kennedy è a favore delle esenzioni che permettono ai genitori di non far vaccinare i propri figli – come obbligatorio nella maggior parte degli stati americani – per motivi diversi da quelli medici. Ha sostenuto che gli additivi a base di mercurio contenuti nei vaccini spiegherebbero il legame con l’autismo. Ha detto che scienziati del governo, giornalisti e aziende farmaceutiche avrebbero cospirato per nascondere la verità ai cittadini. «Si fanno l’iniezione e la notte hanno la febbre a 40. Vanno a dormire e tre mesi dopo il loro cervello è andato», disse Kennedy nel 2015 alla proiezione di un film anti-vaccini in California, «quello che stanno facendo al nostro paese è come l’Olocausto».

Kennedy è famoso per essere un complottista occasionale e uno storico oppositore delle leggi per la vaccinazione obbligatoria. In un articolo sull’edizione americana di Rolling Stone del 2006 scrisse che il Partito Repubblicano aveva imbrogliato per vincere le elezioni presidenziali del 2004 contro il candidato Democratico John F. Kerry. In un discorso nel 2013 a Dallas, parlando dell’assassinio di suo zio, il presidente americano John F. Kennedy, disse di non credere alla teoria dello “sparatore solitario”.

Trump ha espresso il suo sostegno per la teoria secondo cui i vaccini sarebbero legati all’autismo nel 2015 durante un dibattito presidenziale dei Repubblicani. «Ci sono stati tantissimi casi, persone che hanno lavorato per me. Giusto l’altro giorno un bellissimo bambino di due anni si è vaccinato, è tornato a casa e una settimana dopo si è beccato una febbre tremenda, si ammalato terribilmente e ora è autistico», disse Trump. Le sue parole furono ampiamente condannate dai professionisti del settore medico, secondo cui non esistono prove del fatto che i vaccini causino l’autismo. Lo studio che ha diffuso la teoria, infatti, è stato ritrattato e bollato come disonesto. Diversi studi autorevoli hanno concluso che non esistono legami tra i vaccini e l’autismo. Le affermazioni di Trump furono respinte durante il dibattito dall’ex neurochirurgo e allora candidato presidente Benjamin Carson, che Trump ha poi nominato come segretario della Casa e dello Sviluppo Urbano nella sua amministrazione. «La verità è che esistono prove estremamente ben documentate che dimostrano come l’autismo non sia associato ai vaccini», disse Carson.

La controversia sui vaccini è iniziata nel 1998 dopo che Lancet, una rispettata rivista medica, pubblicò uno studio condotto dal ricercatore Andrew Wakefield e da alcuni suoi colleghi, che metteva in relazione il morbillo, gli orecchioni e la rosolia all’autismo. Nonostante prendesse in esame un campione composto solamente da 12 persone e traesse conclusioni ipotetiche, lo studio diede inizio a un movimento globale a cui si unirono personaggi famosi come Jenny McCarthy e Jim Carrey, che cominciarono a dire ai genitori di smettere di vaccinare i figli. Il risultato fu un calo nelle vaccinazioni contro morbillo, orecchioni e rosolia. Lo studio era però una truffa. Lancet stabilì che Wakefield era stato finanziato dagli avvocati di alcuni genitori che avevo fatto causa a delle aziende produttrici di vaccini. Nel 2010 la rivista ritrattò lo studio. A Wakefield fu tolta la licenza medica. Gli ampi studi che hanno esaminato la possibile associazione tra vaccini e autismo – uno dei quali condotto su 96mila bambini americani – non hanno trovato nessuna prova della sua esistenza. Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) – l’ente americano che si occupa di salute pubblica – ha detto chiaramente che non c’è nessun legame tra vaccini e autismo e che gli ingredienti dei vaccini non causano la malattia. Da allora molti studi condotti in tutto il mondo hanno dimostrato definitivamente che i vaccini non causano l’autismo. Qualsiasi importante organizzazione scientifica e medica ha concluso che i vaccini sono sicuri ed efficaci, e che il vero pericolo sta nel saltare o posticipare le vaccinazioni.

Eppure, c’è chi ancora sostiene la teoria. Recentemente negli Stati Uniti ci sono state epidemie di morbillo legate ad alcune persone non vaccinate, e nel 2014 una in particolare ha infettato 383 persone, la maggior parte all’interno della comunità amish dell’Ohio. Nel 2015 c’è stata un’altra epidemia diffusa su più stati originata a Disneyland in California. In entrambi i casi si è ritenuto che l’origine dell’infezione fossero delle persone che avevano portato il virus negli Stati Uniti dopo essere state nelle Filippine.

Trump aveva espresso il suo scetticismo nei confronti dei vaccini su Twitter già nel 2012, e nel 2014 aveva detto che «i dottori hanno mentito» sui vaccini. In altri tweet Trump aveva descritto i vaccini come la causa «dell’autismo inflitto dai medici». «Le grandi vaccinazioni combinate fatte sui bambini piccoli sono la causa del grosso aumento dell’autismo», aveva scritto in un tweet nell’agosto 2012.

Durante il dibattito presidenziale del 2015 Trump disse che i suoi figli erano stati sottoposti a piccole dosi di vaccini. «Sono totalmente a favore dei vaccini, ma voglio dosi più piccole su un periodo di tempo più lungo», disse, «I miei figli sono stati seguiti per un periodo lungo, due o tre anni». Le dichiarazioni fatte da Trump al dibattito dei Repubblicani del 2015 furono denunciate come «false» dall’American Academy of Pediatrics (AAP), che pubblicò una netta condanna in risposta alle sue parole. «Le dichiarazioni secondo cui i vaccini sarebbero legati all’autismo, o che non sarebbero sicuri quando somministrati nei tempi consigliati, sono state smentite da una solida letteratura medica», disse Karen Remley, direttrice esecutive dell’AAP, aggiungendo che «dare a intendere cose diverse è un pericolo per la salute pubblica». «Non esiste un calendario “alternativo” per le immunizzazioni. Ritardare le vaccinazioni fa soltanto sì che un bambino rischi di contrarre una malattia per un periodo più lungo, non rende le vaccinazioni più sicure. I vaccini funzionano, punto e basta», aggiunse.

Oggi l’autismo è considerato un insieme di disturbi cerebrali che ha una serie di cause diverse. Secondo Autism Speaks le persone affette dalla malattia possono avere problemi nelle interazioni sociali, nella comunicazione verbale e non verbale e comportamenti ripetitivi. Negli Stati Uniti un bambino su 68 è considerato affetto da uno dei disturbi che rientrano nell’autismo, un aumento di dieci volte rispetto a 40 anni fa, dovuto in gran parte ai cambiamenti nel modo in cui l’autismo viene definito e diagnosticato.

© 2017 – The Washington Post