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  • Mercoledì 4 gennaio 2017

Propaganda comunista per millennials

Il governo cinese vuole parlare di più ai giovani, e quindi ha iniziato a produrre video buffi, conferenze in stile TED e canzoni hip-hop contro gli Stati Uniti

Il presidente cinese Xi Jinping in versione cartone animato in uno spot propagandistico trasmesso dalla televisione di stato CCTV
Il presidente cinese Xi Jinping in versione cartone animato in uno spot propagandistico trasmesso dalla televisione di stato CCTV

In Cina la propaganda politica del Partito Comunista è ancora simile a quella che si faceva ai tempi del presidente Mao Zedong: è fatta da poster con colori accesi e rigidi slogan, film strappalacrime a tema patriottico e giornali scritti con un linguaggio difficile, complesso e attentamente censurati. Il New York Times ha spiegato però che negli ultimi tempi le cose stanno cambiando, perché il presidente Xi Jinping vuole raggiungere e convincere anche le persone più giovani, quelle della generazione dei cosiddetti Millennials. Il governo di Xi ha criticato i funzionari che si occupano della propaganda definendoli incapaci e troppo lenti a farsi valere su internet e a diffondere i valori marxisti. Xi ha detto loro di imparare a usare gli strumenti digitali, contrastare la diffusione di elementi culturali occidentali e rivolgersi ai più giovani.

I risultati degli sforzi per modernizzare la propaganda sono una maggiore presenza sui social network, video simili a quelli delle conferenze TED in cui si invitano le persone a non farsi influenzare dalle mode occidentali, canzoni hip-hop che raccontano la storia del Partito Comunista e mettono in guardia dagli Stati Uniti e una serie di video animati in cui il presidente Xi è rappresentato come un caritatevole sostenitore dei lavoratori cinesi. Tra questi video, prodotti per la televisione di stato CCTV, ce n’è uno lungo due minuti in cui si parla di una legge introdotta da Xi per permettere di prenotare le corse di taxi online. Il video elogia l’introduzione di questa regola per come ha migliorato la vita dei cinesi. Ma i colori, le animazioni e i simpatici jingle che fanno da colonna sonora al video fanno sì che non sembri un messaggio propagandistico.

Non è chiaro quanto questi video abbiano successo. I cittadini cinesi più giovani sono più scettici e più collegati al mondo esterno rispetto alle generazioni precedenti; molti sono in grado di aggirare alcune forme di censura del governo. Alcuni video di propaganda sono diventati virali, altri sono stati presi in giro.

In questo periodo la propaganda è particolarmente importante per Xi per limitare i danni di immagine dovuti al rallentamento dell’economia cinese, ma anche dare un’immagine migliore della Cina all’estero. Questo riguarda anche gli organi di stampa come il Quotidiano del Popolo, il giornale ufficiale del Partito Comunista dal 1946, che ha cominciato a produrre video e animazioni per ravvivare le cronache politiche e attrarre anche lettori stranieri. Per esempio quando Xi ha visitato gli Stati Uniti, nel 2015, ha realizzato un video in cui studenti stranieri in Cina parlavano bene del presidente. Sui social network il Quotidiano del Popolo ha anche account in inglese (con cui ha peraltro da poco fatto una figuraccia), come People’s Daily. Il responsabile della sezione “new media” del quotidiano, Ye Zhenzhen, ha detto al New York Times che i video servono per far superare agli stranieri gli stereotipi sugli abusi politici e sulla corruzione in Cina, e che ci sono anche ragioni economiche per innovare il modo in cui si fa informazione e diversificare il modo in cui i contenuti vengono proposti. Ye ha anche rifiutato il termine “propaganda” per definire l’attività del Quotidiano del Popolo.

L’interesse del governo cinese per nuove forme di propaganda ha anche creato un nuovo mercato per gli esperti di media digitali con inclinazioni nazionaliste. Un quinto dei clienti di Shizhi Media, l’agenzia di comunicazione che ha prodotto il video sui taxi, sono organi statali o legati al partito. L’ex giornalista e amministratore delegato di Shizhi Media, Ma Changbo, ha spiegato al New York Times che ora le agenzie governative danno molta importanza a come i messaggi propagandistici vengono veicolati: prima gli importava solo che avessero spazio, mentre ora vogliono che siano persuasivi. I migliori propagandisti sono gli studenti di politica e di cultura popolare, alcuni dei quali hanno analizzato le melodie delle canzoni di maggior successo per usare le ripetizioni musicali per trasmettere alcuni messaggi. Altri si ispirano allo stile oratorio di leader stranieri, come il presidente uscente degli Stati Uniti Barack Obama o il presidente russo Vladimir Putin. Nel video sui taxi, Ma ha cercato di umanizzare Xi facendolo diventare un cartone animato, cosa che in altre occasioni ha fatto anche con Peng Liyuan, la moglie del presidente: l’idea è che questa tecnica renda più interessanti i messaggi politici alle persone poco interessate alla politica.

Il New York Times ha intervistato anche l’imprenditore Rao Jin, che gestisce un sito di contenuti nazionalistici e l’agenzia di comunicazione April Media. Rao ha prodotto una serie di video simili a conferenze TED che parlano degli argomenti più svariati, dalla storia del colonialismo a come la Cina sia più stabile degli Stati Uniti e dei paesi europei. Uno di questi, su come bisogna resistere all’influenza culturale occidentale, è stato visto decine di milioni di volte. Rao lavora anche con la Lega della Gioventù Comunista Cinese, la principale organizzazione politica giovanile cinese, e con il gruppo rap CD Rev, con cui produce video musicali contro il modo in cui i media stranieri parlano della Cina. Il cantante e compositore del gruppo Li Yijie ha detto al New York Times: «Sentiamo solo “la Cina è povera, è un dragone, ci mangerà, ci batterà”. Vogliamo far vedere alle persone che la Cina non è il male». I genitori di tre dei quattro membri dei CD Rev facevano parte dell’Esercito Popolare di Liberazione, cioè dell’esercito cinese, ma l’ispirazione del gruppo proviene soprattutto dai testi contro l’establishment di rapper americani come Eminem e Dr. Dre.

Finora i CD Rev hanno registrato mezza dozzina di video musicali patriottici, la maggior parte in inglese. Alcuni sono stati visti milioni di volte, in particolare grazie alla diffusione garantita dagli organi di stampa statali e dalla Lega della Gioventù Comunista Cinese. Altri non hanno avuto molto successo. Una delle canzoni parla delle rivendicazioni territoriali della Cina nel mar Cinese Meridionale, un’altra dell’eredità di Mao. Un’altra ancora del modo in cui gli Stati Uniti cercando di portare la democrazia in altri paesi:

«Democracy, hypocrisy, false liar
Trying to use invisible bullets to get money, huh
The world is not yours, now you listen
Outta our homeland and get back to North America»