“Oceania” è proprio bello, dicono

È il nuovo film della Disney nei cinema da giovedì: quello che in realtà si chiama "Moana", ma da noi si è preferito di no

(Da "Oceania")
(Da "Oceania")

Oceania – il nuovo film d’animazione della Disney – è nei cinema italiani dal 22 dicembre. È ambientato in Oceania, in un’isola della Polinesia, e sta piacendo molto sia al pubblico che ai critici cinematografici. La protagonista di Oceania è una principessa adolescente piuttosto vivace che inizia un viaggio alla ricerca di un semidio. I registi sono John Musker e Ron Clements: quelli di Basil l’investigatopo, La Sirenetta, Aladdin e La Principessa e il Ranocchio. Il titolo originale è Moana (il nome della protagonista) ma in Italia è stato cambiato il titolo in Oceania e il nome della protagonista in Vaiana: probabilmente perché in Italia c’è già una “Moana”, Moana Pozzi, attrice di film porno e showgirl italiana famosissima tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, morta nel 1994 a 33 anni. In una lingua maori “moana” significa “oceano”; nella lingua parlata a Tahiti “vaiana” significa invece “acqua che esce dalla grotta“.

Le cose che succedono nei primi minuti

Vaiana è una “principessa”: perché è la figlia del capo di un villaggio e perché, come le viene detto a un certo punto, basta avere un vestito e un animale come aiutante per essere una principessa. Nel suo caso l’aiutante è il gallo HeiHei. Nonostante la tanta acqua tutta intorno a loro, gli abitanti del villaggio di Vaiana non sono grandi navigatori e si limitano a pescare vicino alla riva, a distanza di sicurezza. Vaiana invece vorrebbe navigare e andare più lontano possibile. A un certo punto il suo desiderio diventa una necessità: i frutti sull’isola e i pesci nel mare iniziano a scarseggiare e sembra ci sia di mezzo una vecchia leggenda. Pare che la colpa del semidio Maui che rubò e poi perse una pietra preziosa che sembra possa influenzare i destini dell’isola di Vaiana.

Le cose belle

Sono tante, evidenziate dalla maggior parte dei critici e confermate da quanto bene sta andando il film in giro per il mondo. Oceania ha incassato molto negli Stati Uniti (180 milioni di dollari, per ora) e nel suo primo giorno in Italia è stato visto da circa 35mila persone, giusto qualche migliaio in meno di quelle che nello stesso giorno sono andate a vedere il nuovo Star Wars. Il voto medio del film su IMDb è 8,1; quello su Rotten Tomatoes è 4,4 su cinque.

Se possibile, ai critici di cinema è piaciuto ancora di più: il 95 per cento di quelli che fanno parte del Tomatometer (un sistema di Rotten Tomatoes per valutare nel complesso tutte le più importanti recensioni di un film) ne ha scritto in modo positivo, cosa che metterebbe il film al secondo posto di questa classifica dei migliori film Disney degli ultimi trent’anni. Michael Rechtshaffen ha scritto su Hollywood Reporter che Oceania è un grande «piacere per gli occhi, le orecchie, il cuore», ed è pure divertente. È «la Disney al suo meglio», con interessanti avventure tradizionali e una grafica all’avanguardia. Secondo Peter Debruge di Variety, Vaiana è «una delle migliori eroine Disney di sempre».

Tra le cose del film molto apprezzate ci sono Maui – un personaggio arrogante, insicuro e divertente – e la voce inglese di Maui (è di Dwayne Johnson, cioè The Rock, è tutti dicono che è stato bravissimo: se dovesse capitarvi di trovarlo in lingua originale), la trasparenza dell’acqua fatta in CGI (la tecnologia che permette di sfruttare la computer grafica per creare immagini digitali) e la bellezza della colonna sonora: ci ha collaborato anche Lin-Manuel Miranda, quello di Hamilton, e la canzone che probabilmente fischietterete uscendo dalla sala è “How Far I’ll Go”: The Atlantic si è sbilanciato nel dire che è al livello di “Let It Go” di Frozen. La più piacevole novità di Oceania sembra però la sua protagonista: è indipendente ma tutt’altro che perfetta, e ha un fisico giusto, normale, che potrebbe avere una vera ragazza di 16 anni.

Secondo Christopher Orr, dell’Atlantic, Oceania dimostra che la Disney si trova in uno di quei periodi in cui riesce a infilare un grande film dietro l’altro, e il filone Frozen – Big Hero 6 – Zootropolis – Oceania è il migliore dai tempi di La Sirenetta – Aladdin – Il re leone. Orr ha apprezzato molto la normalità della protagonista (e quindi la sua differenza da molte “classiche” principesse Disney) – «un personaggio a tutto tondo, con un corpo idealizzato ma comunque credibile» – ma ha detto che a prescindere da tutti questi ragionamenti è un bel film, con una bella storia e delle belle immagini: perfetto per bambini e ragazzi ma soddisfacente anche per gli adulti.

Le cose un po’ meno belle

Sono molte meno di quelle belle e sono “meno belle”, non proprio brutte. Qualcuno ha fatto notare che la storia e certe caratteristiche dei personaggi sono un po’ troppo un riadattamento a un diverso contesto di cose già viste: Vaiana è un po’ troppo Ariel di La Sirenetta e Maui assomiglia in troppe cose al genio di Aladdin, per esempio. Steve Rose ha scritto sul Guardian che «il contesto culturale è nuovo, la storia lo è molto meno» e The Verge ha scritto che «ancora una volta c’è una giovane donna che lascia il conforto di casa per partire verso un mondo avventuroso e trovare il suo destino, sempre canticchiando canzoncine orecchiabili su quanto lei desideri davvero arrivare e su come infine ci arriverà».

Le cose che potrebbero interessarvi

Screen Rant ha messo insieme tutti i piccoli riferimenti ad altre cose della Disney sparsi qua e là per il film: se non volete spoiler però è meglio tornarci tra qualche giorno. Il New York Times ha raccontato invece la storia di come e perché la Disney abbia deciso di fare Maui così grosso e grasso (cosa che qualcuno ha anche criticato, dicendo che rinforza lo stereotipo secondo cui molti polinesiani sono obesi). Premessa: Maui è davvero il protagonista di una leggenda polinesiana, raccontato e raffigurato da molto tempo. Il fatto è che a volte lo si faceva muscoloso, altre volte normale – né grasso né magro – ma mai tanto grosso quanto lo è in Oceania.

David Pimentel, che ha curato diverse fasi dello sviluppo del film, ha spiegato che nelle prime versioni Maui era più basso e senza capelli. Oltre a non essere particolarmente simpatico, il personaggio non fu però ritenuto giusto per spiegare, anche solo con un’occhiata, alcune cose importanti su di lui: è fortissimo, è un semidio ed è uno che Osnat Shurer, produttore del film, ha definito “larger than life” (più grande di una sola vita): farlo molto grande, largo e tondo fu considerata la cosa più efficace. Qui sotto c’è invece Maui in una fase intermedia dei disegni del film: era già grande, ma ancora molto poco simpatico.

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