In Bielorussia c’è una cosa che vuole assomigliare alla Silicon Valley

È un centro di ricerca tecnologica creato 11 anni fa nella capitale dell'ultima dittatura d'Europa, ha raccontato il Wall Street Journal

Una foto panoramica della città di Minsk (Rene Fluger, CTK via AP Images)
Una foto panoramica della città di Minsk (Rene Fluger, CTK via AP Images)

A Minsk, la capitale della Bielorussia, esiste un centro di ricerca e specializzazione tecnologica chiamato Hi Tech Park, nel quale il governo bielorusso ha investito molto negli ultimi anni. La storia di com’è nato e cosa è diventato lo Hi Tech Park è stata raccontata da un articolo del Wall Street Journal, che ha parlato di Silicon Valley dell’Est Europa, con le dovute proporzioni. Il centro esiste dal 2005 e al suo interno lavorano moltissime aziende che operano nell’informatica, alcune delle quali straniere. Lo Hi Tech Park è un esperimento singolare e interessante, soprattutto se si considera che è stato messo in piedi in un paese spesso descritto come “l’ultima dittatura d’Europa”, dove l’economia è controllata dallo stato e il cui presidente Aleksandr Lukashenko è in carica dal 1994.

Lo Hi Tech Park è molto grande – occupa una superficie di circa cinquanta chilometri quadrati – ed è nato da un’idea di Valery Tsepkalo, che all’inizio degli anni Duemila era l’ambasciatore bielorusso negli Stati Uniti e che tutt’oggi è il presidente del centro: tra il 2002 e il 2004, tra le altre cose, Tsepkalo fu anche consulente per la scienza e la tecnologia del presidente Lukashenko. L’idea alla base del progetto è quella di evitare la dispersione dei cosiddetti “talenti” in ambito tecnologico: si vorrebbe quindi convincere i giovani bielorussi specializzati in tecnologia a non andare a lavorare all’estero. Uno degli incentivi previsti dallo Hi Tech Park riguarda i costi piuttosto bassi richiesti per aprire un’attività nel centro, ha spiegato Piotr Iwanick, direttore di una società polacca produttrice di videogiochi. Oggi il centro conta 164 società registrate, di cui la metà sono straniere, che beneficiano degli incentivi fiscali previsti dal governo per il settore informatico e usufruiscono di tutti i servizi pratici messi a disposizione (come una sede nella quale lavorare provvista di arredo, rete telefonica e connessione a internet).

Lo Hi Tech Park è noto soprattutto per lo sviluppo di software di videogiochi. Una delle società più conosciute è la Game Stream, di cui fa parte il Wargaming Group, che ha sviluppato tra gli altri il gioco “World of Tanks”, la cui ultima versione è finita all’ottavo posto nella classifica di SuperData Research Inc dei migliori giochi per PC, con circa dodici milioni di utenti attivi al mese. Società come Game Stream hanno diversi vantaggi nell’aprire i propri centri nello Hi Tech Park. Oltre ai bassi costi per avviare le attività, ci sono da considerare altri due elementi: la manodopera bielorussa costa poco, e a differenza per esempio della vicina Russia ci sono molti sviluppatori di software che parlano un buon inglese – una condizione necessaria per riuscire a farsi assumere dalle società straniere.

Lo Hi Tech Park di Minsk attira molti investitori stranieri, nonostante la situazione politica della Bielorussia. Nell’ottobre del 2015 il presidente Aleksandr Lukashenko è stato “rieletto” per il suo quinto mandato presidenziale, che dal 1996 – dopo una legge per ridurre il ruolo del Parlamento – gli attribuisce enormi poteri. Il progetto dello Hi Tech Park ha avuto inevitabilmente l’appoggio dello stato, che in Bielorussia controlla ancora ampiamente l’economia nazionale. Non sembra che Lukashenko abbia intenzione di lasciare a breve il potere. Lo scorso settembre si sono tenute le elezioni parlamentari e per la prima volta dal 2004 i partiti di opposizione hanno ottenuto dei seggi in Parlamento: 2 su 110.