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  • Martedì 29 novembre 2016

Il presidente del Sudafrica potrebbe non esserlo ancora per molto

Jacob Zuma è riuscito a superare indenne le richieste di dimissioni di alcuni del suo governo, ma sembra molto precario

di Sam Mkokeli e Michael Cohen – Bloomberg

Il presidente del Sudafrica Jacob Zuma durante una sessione di domande al Parlamento sudafricano a Cape Town, il 23 novembre 2016 (RODGER BOSCH/AFP/Getty Images)
Il presidente del Sudafrica Jacob Zuma durante una sessione di domande al Parlamento sudafricano a Cape Town, il 23 novembre 2016 (RODGER BOSCH/AFP/Getty Images)

Il futuro di Jacob Zuma come presidente del Sudafrica è sempre più precario, perché sempre più membri del comitato esecutivo nazionale del suo partito, l’African National Congress (ANC), vogliono le sue dimissioni. Nonostante la mozione per ottenerle non abbia avuto successo fin qui, è difficile dire quanto Zuma rimarrà alla guida del paese, ha raccontato un importante funzionario che ha partecipato a una riunione del gruppo e ha chiesto di rimanere anonimo. Il comitato esecutivo è l’organo più potente del partito: ha la facoltà di ordinare a Zuma di dimettersi come presidente del paese, ma non come capo dell’ANC.

L’agenzia di stampa di Johannesburg News24 ha scritto, citando fonti non identificate a conoscenza dei fatti, che il ministro del Turismo Derek Hanekom (che sabato, durante una riunione, aveva proposto la mozione agli 80 membri con diritto di voto del comitato), il ministro della Salute Aaron Motsoaledi e quello dei Lavori Pubblici Thulas Nxesi avevano chiesto a Zuma di dimettersi. Stando a quanto riporta News24 i tre ministri erano appoggiati dal capogruppo dell’ANC, Jackson Mthembu.

Mancanza di fiducia

Nonostante in passato Zuma, che ha 74 anni, fosse già riuscito a sopravvivere ad alcune manovre contro di lui da parte dell’ANC, il fatto che dei membri del suo governo abbiano proposto la mozione e che le discussioni stiano proseguendo suggeriscono che il suo sostegno sia in declino. Zuma terminerà il suo mandato come capo del partito a dicembre dell’anno prossimo, mentre il suo secondo mandato presidenziale si concluderà nel 2019. Le richieste per le sue dimissioni da presidente si sono moltiplicate dopo una serie di passi falsi e una disputa con il ministro delle Finanze Pravin Gordhan sull’agenzia di riscossione fiscale sudafricana, che hanno agitato i mercati.

Ad aggravare i problemi di Zuma, poi, è arrivata una sentenza del principale tribunale sudafricano secondo cui avrebbe violato il giuramento presidenziale rifiutandosi di restituire ai contribuenti i fondi spesi per ristrutturare la sua casa. «Il fatto che siano riusciti a mettere in agenda la discussione sulla leadership di Jacob Zuma è una passo fondamentale», ha detto Ralph Mathekga, un analista politico del Mapungubwe Institute for Strategic Reflection, un gruppo di ricerca di Johannesburg. «Questa decisione dimostra a Zuma che i suoi colleghi non hanno fiducia in lui. Lui però non ne terrà conto: non si dimetterà spontaneamente».

I leader dell’ANC insoddisfatti di Zuma avevano sondato le intenzioni dei membri del comitato esecutivo con diritto di voto, scoprendo che il 30 per cento di loro era fedele al presidente, che il 34 per cento avrebbe votato contro di lui, mentre i restanti membri erano indecisi o non si esprimevano, ha riportato il sito con sede a Johannesburg Daily Maverick, e hanno deciso di portare avanti la mozione nonostante il rischio che Zuma epurasse gli oppositori dal suo governo. La riunione, che sarebbe dovuta durare due giorni, era stata prolungata.

Abuso di potere

«A chi abusa del suo potere e della nostra fiducia dovrà essere insegnato presto che non è il capo del popolo, ma il suo servitore», ha scritto su Twitter Tito Mboweni, ex governatore della banca centrale sudafricana e membro del comitato esecutivo dell’ANC, aggiungendo che «è tempo che se ne vada».

La classificazione del credito del Sudafrica si è avvicinata al livello “spazzatura” dopo che venerdì l’agenzia di rating Fitch aveva cambiato la sua valutazione da stabile a negativa, sostenendo che la continua instabilità politica del paese avrebbe potuto portare a un declassamento. I rischi politici per gli standard di governo e del processo decisionale sudafricano sono aumentati e rimarranno elevati almeno fino alle elezioni per la guida dell’ANC di dicembre dell’anno prossimo, ha scritto Fitch in un comunicato via email. Moody’s ha mantenuto il rating sudafricano due livelli sopra il grado di “non investimento”.

Le pressioni per le dimissioni di Zuma sono aumentate da quando il 9 novembre il public protector del Sudafrica – una specie di authority anti-corruzione – ha diffuso un rapporto in cui lasciava intendere che Zuma potrebbe aver permesso ad alcuni membri della famiglia Gupta, suoi amici e soci d’affari di suo figlio, di influenzare le nomine del governo, chiedendo l’istituzione di una commissione d’inchiesta per determinare se ci siano stati illeciti. Zuma e i Gupta hanno negato di aver violato intenzionalmente la legge. «Se Zuma sopravviverà alla più grave rivolta interna di sempre nei suoi confronti, dovrà fare i conti con un partito ancora più diviso e con un malcontento ancora più grande», ha detto Daniel Silke, direttore della società Political Futures Consultancy di Cape Town. «Il comitato esecutivo nazionale dell’ANC non è più isolato, e non sembra più impenetrabile alle pressioni da parte dei vari rami e gruppi all’interno del partito che si oppongono a Zuma».

© 2016 – Bloomberg