50 anni di fotografia surrealista

Collage oppressivi, immagini oniriche e ritratti di artisti famosi, nei lavori di Man Ray, Bill Brandt e Herbert List, tra gli altri

Repetitions, 1934, di César Domela-Niewenhuis 
© 2014 César Domela/Artists Rights Society (ARS), New York/ADAGP, Parigi
Repetitions, 1934, di César Domela-Niewenhuis © 2014 César Domela/Artists Rights Society (ARS), New York/ADAGP, Parigi

A Londra è stata da poco inaugurata la mostra The Psychic Lens: 50 Years of Surrealism, che espone lavori degli artisti surrealisti che hanno utilizzato la fotografia per spingere la realtà oltre i propri limiti. Il surrealismo è stato un movimento di avanguardia nell’arte e nella letteratura che si è diffuso a partire dagli anni Venti del Novecento, quando gli artisti iniziarono a sperimentare nuovi modi per esprimere la fantasia e il subconscio. Il movimento ha influenzato anche la fotografia, dove l’espressione dell’onirico e la ricerca dell’automatismo sono avvenute con fotomontaggi, collage, solarizzazioni e still life.

La mostra raccoglie fotografie di artisti come Andre Kertész e Bill Brandt, ma anche i collage di Toshiko Okanoue – che incolla immagini da riviste di moda per creare composizioni surreali – e fotografi famosi come Herbert List e Horst P. Horst. Ci sono anche i lavori di fotografi che hanno documentato il surrealismo e i suoi maggiori esponenti, come il ritratto di Herbert List a Jean Cocteau o quello di Steve Schapiro a René Magritte. Buona parte dell’esposizione è dedicata ai lavori di Man Ray: i ritratti all’artista Max Ernst e alla poetessa, modella e artista Iris Tree; le rayographs (immagini fotografiche ottenute poggiando oggetti direttamente sulla carta sensibile); e opere come Woman with Long Hair (1929) e Untitled (Ostrich egg with stamp and sandpaper) (1941). Resterà aperta fino al 28 gennaio 2017.