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  • Mercoledì 23 novembre 2016

La Colombia e le FARC ci riprovano

Dopo il fallimentare risultato del referendum di ottobre firmeranno domani un nuovo accordo di pace, che non sarà sottoposto a un nuovo referendum

Una manifestazione a favore dell'accordo di pace, a Bogota (DIANA SANCHEZ/AFP/Getty Images)
Una manifestazione a favore dell'accordo di pace, a Bogota (DIANA SANCHEZ/AFP/Getty Images)

Il governo della Colombia e le FARC (le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia) hanno annunciato che firmeranno un nuovo accordo di pace giovedì, dopo l’inaspettata bocciatura del precedente accordo decisa dal referendum popolare del 2 ottobre scorso. L’accordo sarà firmato dal presidente colombiano Juan Manuel Santos e dal leader delle FARC Rodrigo Londoño, più noto con il nome di Timochenko, al teatro Colón di Bogotá, la capitale della Colombia. Il nuovo testo è stato integrato con molte delle osservazioni che erano state fatte da chi aveva votato No al referendum, anche se – scrive El País – i punti sulle questioni più importanti e dibattute non sono stati cambiati. Santos ha annunciato che l’accordo che verrà firmato domani non verrà sottoposto a referendum, come avevano chiesto le opposizioni, ma sarà approvato solo dal parlamento colombiano.

Dalla bocciatura del precedente accordo, i rappresentanti del governo colombiano e delle FARC si sono incontrati in dieci occasioni per decidere cosa cambiare del nuovo testo. Le modifiche apportate al documento non sono state però considerate sufficienti dal comitato del No e in particolare dal suo leader, l’ex presidente Álvaro Uribe. Lunedì c’è stato il primo incontro tra i rappresentanti del governo e quelli del No da quando è stato presentato il testo del nuovo accordo. La riunione è stata tesa, hanno raccontato i giornali locali, è durata più di sette ore ma non ha portato a nulla di concreto: le differenze tra le parti sembrano essere troppo grandi e al momento insuperabili. Uribe chiede infatti che vengano riviste le pene da infliggere ai guerriglieri delle FARC e che venga eliminata la possibilità che possano essere eletti a qualche carica pubblica mentre stanno ancora scontando la pena.

La guerra tra governo colombiano e FARC ha causato negli anni la morte di circa 260mila persone ed è stata la più lunga dell’America Latina. Le FARC nacquero come un movimento politico tra gli anni Cinquanta e Sessanta, quando alcuni contadini comunisti si rifugiarono sulle montagne per proteggersi dall’azione repressiva del governo, che vedeva l’ideologia marxista come una minaccia. Nel giro di poco tempo i contadini cominciarono a farsi chiamare FARC e ad adottare la lotta armata. Nel loro momento di massima forza, le FARC arrivarono a essere formate da 20mila guerriglieri: si finanziavano principalmente con i riscatti dei rapimenti e, dagli anni Ottanta, attraverso la cocaina. Per lunghi periodi i guerriglieri sono arrivati a controllare anche un terzo delle campagne del paese e diversi centri urbani.

Il precedente accordo di pace tra governo e FARC, che era stato definito da molti “storico”, era stato bocciato in maniera completamente inaspettata da un referendum nel quale avevano vinto i No con il 50,24 per cento dei voti. In diversi avevano scritto che il vero vincitore di quel voto era stato Uribe, che aveva condotto una campagna elettorale molto complicata e considerata all’estero come una campagna contro la pace.