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  • Giovedì 10 novembre 2016

L’inchiesta sull’incidente in cui morirono 13 studentesse Erasmus è stata archiviata

A marzo un pullman finì nella corsia opposta e morirono 13 ragazze, tra cui 7 italiane: l'autista non è più indagato

(PAU BARRENA/AFP/Getty Images)
(PAU BARRENA/AFP/Getty Images)

Il 9 novembre un giudice di Amposta – in Catalogna, nel nord-est della Spagna – ha archiviato la causa penale relativa all’incidente tra un pullman e un’auto del 20 marzo in cui a Freginales, un comune a circa 10 chilometri da Amposta, morirono 13 ragazze. L’autista – un uomo di 62 anni, dipendente della società Autocares Alejandro – era indagato per omicidio plurimo. Tutte le ragazze morte nell’incidente erano studentesse Erasmus con un’età compresa tra i 19 e i 25 anni, e sette di loro erano italiane.

La polizia catalana aveva aperto un’indagine pensando a un possibile colpo di sonno dell’autista, che secondo alcuni giornali spagnoli dopo l’incidente disse ai soccorritori di essersi addormentato. Si disse anche che dalle rilevazioni fatte dopo l’incidente si erano notati diversi anomali cambi di velocità, prima che il pullman finisse nella corsia opposta. Era partito da Valencia – dove molti giovani erano andati ad assistere a “Las Fallas”, una festa locale molto popolare – e stava andando verso Barcellona. A bordo c’erano 57 persone. Oltre alle sette italiane nell’incidente morirono due tedesche, una francese, una austriaca, una romena e un’uzbeka.

L’agenzia spagnola EFE ha scritto che il giudice istruttore (quello che si occupa delle indagini preliminari) ha escluso che la causa dell’incidente possa essere un problema meccanico o una responsabilità dell’autista. Nei documenti relativi all’indagine il giudice ha spiegato che il pullman non aveva superato la velocità massima (che in quel tratto era di 100 chilometri orari) e che l’autista aveva rispettato i tempi di sosta e di riposo previsti. Dopo l’incidente fu sottoposto ai test dell’alcol e delle droghe, risultando negativo a entrambi; il giudice ha anche escluso che l’autista fosse distratto o stesse usando un cellulare.

Dopo l’incidente il ministro degli Interni catalano Jordi Jané aveva spiegato al El País come si era verificato l’incidente: «Il pullman si è spostato troppo verso destra, e quando ha toccato il bordo della strada ha fatto una sterzata con così tanta forza che ha oltrepassato la corsia di sorpasso ed è finito nell’altro senso di marcia». In quel momento stava arrivando un’auto su cui viaggiavano due persone e i due veicoli si sono scontrati. Le persone a bordo dell’auto rimasero ferite ma non in modo grave.

Contro la decisione del giudice di Amposta si potrà fare ricorso e i legali che rappresentano le famiglie delle ragazze morte nell’incidente hanno già detto che lo faranno. Alessandro Saracino – il padre di Serena, una delle ragazze morte – ha detto: «Ci riserviamo di procedere legalmente in tutte le sedi competenti e chiederemo all’Unione Europea di prendere posizione sulla vicenda». L’avvocato Christian Maiola, che assiste dalla Spagna le famiglie delle vittime, ha detto: «Si tratta di una decisione molto grave. Una decisione presa senza portare a termine l’istruttoria e senza che nessuno abbia chiesto l’archiviazione, né le difese né il pm. Non è stato sentito neppure l’indagato».

Il Corriere della Sera ha scritto che l’autista avrebbe dovuto essere interrogato entro questa settimana, ma che l’interrogatorio è stato annullato perché il giudice ha deciso che non ce n’era bisogno. Dell’incidente di Freginales si parlò anche a luglio, dopo che la compagnia assicurativa della società del pullman aveva ridotto del 25 per cento l’indennizzo destinato ai familiari delle vittime, perché le ragazze non avevano la cintura al momento dell’incidente: offrì 52mila euro per ogni vittima.