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  • Mercoledì 9 novembre 2016

Gli altri risultati di martedì notte

In molti stati si è votato su armi, suicidio assistito, pena di morte, salario minimo e soprattutto marijuana: com'è andata

 (AP Photo/Robert F. Bukaty, File)
(AP Photo/Robert F. Bukaty, File)

Martedì 8 novembre negli Stati Uniti non si è votato soltanto per eleggere il nuovo presidente – ha vinto il Repubblicano Donald Trump – e per rinnovare gran parte del Congresso. L’8 novembre molti stati degli Stati Uniti hanno anche votato per decidere su una serie di proposte di iniziativa popolare che avevano a che fare con marijuana, armi, suicidio assistito, pena di morte, salario minimo e altro ancora. Abbiamo messo insieme i risultati più importanti nei vari stati, divisi per argomenti.

Marijuana

In nove stati c’è stato un referendum sulla legalizzazione della cannabis. In California, Maine, Nevada, Arizona e Massachusetts il quesito aveva a che fare con la legalizzazione e la regolamentazione della cannabis a scopo ricreativo: si trattava di un’estensione della legislazione vigente, dato che in quegli stati l’uso per scopi medici è già consentito. In altri quattro stati (Arkansas, Florida, Montana e North Dakota) il voto riguardava invece la produzione e la compravendita di marijuana a scopo terapeutico. In ogni stato c’erano piccole differenze su quello che si votava, a seconda delle leggi dei rispettivi stati: ne avevamo parlato qui.

I risultati negli stati in cui si votava la legalizzazione a scopo ricreativo: nel Massachusetts ha vinto il Sì, con oltre il 53 per cento dei voti; il Sì ha vinto anche in Nevada e in California. Ora l’intera costa occidentale degli Stati Uniti ha legalizzato la cannabis sia per uso terapeutico che ricreativo. In Arizona hanno vinto i No (era lo stato in cui i sondaggi a riguardo erano più incerti) e per avere un risultato dal Maine bisognerà aspettare ancora qualche ora (per ora è in vantaggio il Sì). Il Sì ha vinto in Arkansas, Florida, Montana e North Dakota, i quattro gli stati in cui il voto riguardava la produzione e la compravendita di marijuana a scopo terapeutico. In Florida la percentuale dei voti favorevoli è stata del 71,3 per cento e ha dunque superato la soglia necessaria del 60 per cento. Nel 2014 in Florida oltre il 57 per cento degli elettori votò a favore della proposta per rendere legittimo l’utilizzo della cannabis a scopi medici, ma non fu superata la percentuale richiesto e quindi il referendum non passò. Alcuni osservatori hanno scritto che le elezioni presidenziali hanno favorito l’affluenza.

Negli Stati Uniti per lo stato federale l’uso e il possesso di marijuana è illegale da decenni: cannabis e THC, il suo principio attivo, sono inclusi nella categoria più alta delle sostanze pericolose nonostante successivamente ci siano stati diversi tentativi di includerla nelle categorie inferiori.
Negli anni diversi stati hanno avviato politiche autonome di legalizzazione del commercio e dell’uso della marijuana che permettono eccezioni alla regola generale, depenalizzandola e consentendone l’utilizzo per scopi medici o ricreativi. La California è stata il primo stato americano a legalizzare la marijuana per uso terapeutico, nel 1996, seguita negli anni da altri venticinque stati. Nel 2012 il Colorado e lo stato di Washington hanno introdotto il consumo, la coltivazione e la vendita della marijuana anche a scopo ricreativo. Nel novembre del 2014 leggi simili sono state approvate in Alaska, Oregon e nel District of Columbia, sempre tramite referendum di iniziativa popolare.

Armi

Si è votato nel Maine, in Nevada e nello stato di Washington, sostanzialmente per estendere i controlli sui possessori di armi. Nello stato di Washington hanno vinto i Sì: si è votato sull’iniziativa 1491, che permetterà ai tribunali di emettere ordini provvisori per impedire l’accesso alle armi a persone con problemi mentali, a persone considerate violente o che hanno mostrato comportamenti potenzialmente dannosi per sé o per altri. In Nevada si è votato per estendere i controlli su chi possiede o vuole comprare ogni tipo di arma: anche lì hanno vinto i Sì, anche se di poco. Nel Maine – dove si è votato per un tipo simile di estensione dei controlli – sono in vantaggio i No, ma mancano da scrutinare circa il dieci per cento dei voti.

Salario minimo

In Arizona, Maine e Colorado si è votato per aumentare il salario minimo orario e portarlo a 12 dollari entro il 2020: i Sì hanno vinto in tutti e tre i casi, con percentuali comprese tra il 54 e il 59 per cento. Nello stato di Washington si è votato per alzare lo stipendio minimo a 13.5 dollari: quando sono stati scrutinati il 65 per cento dei voti, il Sì è in vantaggio con il 60 per cento.

Pena di morte

Nel 2016 l’Economist aveva pubblicato un articolo sulla pena di morte negli Stati Uniti dicendo che nel 2015 c’erano state “solo” 28 esecuzioni, il numero più basso dal 1991, e che la pratica, per vari motivi, è in declino: c’entrano la scarsa popolarità nell’opinione pubblica, l’alto numero di errori giudiziari, i parenti delle persone uccise dai condannati che preferiscono sempre di più la morte in solitudine e inosservata degli assassini e infine la mancanza dei preparati necessari per le iniezioni letali, la cui scarsa disponibilità dipende anche da un boicottaggio internazionale verso gli stati che ancora ne fanno uso.

Un’abrogazione definitiva della pena di morte può arrivare solo con una legge di valore federale (e, probabilmente, una successiva sentenza della Corte Suprema), ma alcuni stati hanno preso nel tempo delle singole iniziative. L’8 novembre si è votato per l’abrogazione in California, ma sempre in California è stata fatta anche una proposta per velocizzare i tempi delle esecuzioni. In Nebraska la pena di morte era stata abolita nel 2015, ma è stata presentata una proposta per ripristinarla. Il governatore Pete Ricketts, Repubblicano, ha contribuito personalmente nella campagna per mantenere la pena di morte. Il quesito dell’Oklahoma chiedeva invece di poter utilizzare per le esecuzioni qualsiasi metodo, senza che potesse essere vietato per motivi etici.

In California il quesito che chiede di abrogare la pena di morte ha ottenuto il 53 per cento di No, quello che proponeva di velocizzare i tempi delle esecuzioni ha ottenuto il 50,9 per cento di Sì: in entrambi i casi mancano ancora alcuni voti ma non sembra che il risultato possa cambiare. In Nebraska la pena di morte è stata ripristinata. In Oklahoma il 66 per cento dei votanti ha deciso di dire Sì a metodi per le esecuzioni finora non consentiti.

Assistenza sanitaria

Il Colorado ha votato per un sistema di assistenza sanitaria statale e non più basato sulle assicurazioni private, soprannominato “Coloradocare”: hanno vinto i No, con largo margine. I cittadini del Colorado hanno anche votato per permettere la morte assistita ai residenti adulti a cui è stata diagnosticata una malattia terminale: hanno vinto i Sì.

La California ha invece votato una proposta sostenuta da Bernie Sanders, la Proposition 61, per proibire alle agenzie statali di comprare farmaci da prescrizione a prezzi superiori a quelli concessi per quegli stessi farmaci al Dipartimento dei Veterani, che ha uno sconto del 24 per cento: hanno vinto i No, con il 53,7 per cento dei voti. La vittoria di questa proposta era considerata una sconfitta per l’industria farmaceutica.

Tabacco

In alcuni stati si è votato per aumentare le tasse sulle vendite di sigarette: di 2 dollari a pacchetto in California, di 1,75 dollari (hanno vinto I Sì), in Colorado (i No sono in vantaggio), di 60 centesimi in Missouri entro il 2020 (hanno vinto i No) e di 2,20 dollari in North Dakota (hanno vinto i No).

Carbon tax

Nello stato di Washington si è votato per adottare una tassa sulle emissioni di anidride carbonica e per abrogare o mantenere un’esenzione fiscale per i veicoli a combustibile alternativo (praticamente quello di cui parla il documentario Before the Flood, con Leonardo DiCaprio). È stato scrutinato il 66 per cento delle schede, e i No sono in vantaggio, con il 58,5 per cento dei voti.

Bonus

In California si è votato per decidere se rendere obbligatorio l’uso del preservativo durante le riprese dei film pornografici. Lo scorso febbraio una serie di nuove norme in materia di igiene e sicurezza (e che comprendevano l’uso obbligatorio del preservativo) erano state bocciate: erano state proposte dal Dipartimento statale che si occupa di sicurezza sul lavoro e standard d’igiene (l’Osha: Occupational Safety and Health Administration) su richiesta dell’Aids Healthcare Foundation. In California c’è una delle industrie pornografiche più grandi e redditizie del mondo. Su cinque membri dell’Osha solo tre avevano però votato a favore delle nuove regole, non riuscendo a raggiungere la soglia dei quattro voti necessari per modificare la normativa. Hanno vinto i No.

Due città della California – San Francisco e Oakland – hanno votato per la “soda tax”, per imporre cioè una tassa sulle bevande gassate: hanno vinto i Sì.