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  • Martedì 8 novembre 2016

I dati sul voto a seggi aperti negli Stati Uniti

Li pubblicherà per la prima volta Slate, dando in tempo reale informazioni sugli stati determinanti per l'elezione del nuovo presidente

(SAUL LOEB/AFP/Getty Images)
(SAUL LOEB/AFP/Getty Images)

Contravvenendo a una delle regole che da decenni si è autoimposto il sistema dei media negli Stati Uniti, oggi il sito di informazione Slate pubblicherà in tempo reale le stime sui risultati elettorali delle presidenziali statunitensi. L’iniziativa era stata annunciata nell’estate da Julia Turner, che dirige Slate, e negli ultimi giorni sono state fornite alcune informazioni aggiuntive sul sistema che per la prima volta consentirà agli elettori – e più in generale a tutti i lettori del sito – di accedere a informazioni che di solito hanno a disposizione solamente i responsabili delle campagne elettorali, a seggi ancora aperti. Il 10 settembre scorso Turner aveva motivato la decisione spiegando che “il ruolo dei giornalisti è di dare le informazioni alle persone, non proteggerli da queste”, e che per questo motivo aveva deciso di rompere il tradizionale embargo che i media mantengono quando si sta ancora votando nel timore di condizionare il voto (non c’è una legge che vieti esplicitamene la pubblicazione dei dati a seggi aperti).

I dati saranno forniti da una startup che si chiama VoteCastr e saranno disponibili per Florida, Iowa, New Hampshire, Nevada, Ohio, Pennsylvania e Wisconsin, i sette stati determinanti per raggiungere il numero di delegati necessari per vincere l’elezione; saranno inoltre forniti i risultati riferiti al Colorado. Su una sezione apposita di Slate sarà possibile consultare i singoli dati, mentre la redazione si occuperà di pubblicare analisi sul voto man mano che procede la giornata elettorale. Come scrive Josh Voorhees, i dati cambieranno spesso perché VoteCastr fornisce le stime su come stanno andando le votazioni, ma non una proiezione vera e propria sul risultato finale nel singolo stato. Nelle prime ore di votazione in uno stato ci potrebbe quindi essere un vantaggio di Trump, semplicemente perché gli elettori del candidato repubblicano votano di più al mattino, e nelle ore seguenti una rimonta di Clinton, o viceversa.

Come funziona il sistema
Quelli di VoteCastr prima del giorno delle elezioni hanno condotto sondaggi utilizzando un campione statistico piuttosto ampio negli otto stati scelti per le rilevazioni: invece di chiedere a poche persone una serie infinita di domande, hanno selezionato alcune migliaia di elettori cui hanno posto pochi quesiti meno generici. I risultati sono stati poi utilizzati per valutare, attraverso modelli matematici, la probabilità per ogni partecipante di essere un elettore di Clinton, Trump o di altri candidati indipendenti. I dati ottenuti sono stati in seguito integrati con quelli di chi ha deciso di votare in anticipo, una pratica consentita in numerosi stati e che si stima sia stata seguita quest’anno dal 30 – 40 per cento degli aventi diritto al voto. VoteCastr ha quindi confrontato i suoi dati con quelli forniti dalle autorità locali, che mantengono aggiornati gli elenchi pubblici su chi ha già votato.

Voorhees ha fatto un esempio su se stesso per rendere più comprensibile il meccanismo:

Prendete in considerazione il mio voto, effettuato in anticipo a Iowa City la scorsa settimana. Anche se VoteCastr non sa per chi io abbia votato, può comunque provare a indovinare sulla base di cose come la mia età, la razza e la mia iscrizione a uno dei due partiti necessaria per votare. I nostri amici di VoteCastr dicono che secondo il loro modello c’è una probabilità del 97 per cento che io abbia votato per Clinton. Quando il mio nome viene aggiunto nella lista di chi ha già votato in Iowa, VoteCastr utilizza quel dato per riempire una casella su un elettore. Queste stime sui voti espressi consentono a VoteCastr di fare previsioni più accurate sul voto anticipato, rispetto ad altri modelli che si basano sulla sola registrazione di ogni elettore a un partito. (Per quel che conta, il modello ci aveva preso: ho votato per Clinton.)

Le cose si complicano quando ai dati sul voto espresso in anticipo si devono aggiungere le informazioni sui voti espressi man mano, durante la vera e propria giornata elettorale, quella di oggi. In questo caso VoteCastr deve infatti aggiustare i suoi modelli statistici sulla base delle previsioni di quanta gente si recherà ai seggi. Per questo motivo VoteCastr ha incaricato centinaia di persone negli otto stati che monitora, affidandogli il compito di inviare periodicamente il dato sull’affluenza di una singola sezione elettorale. Ognuna di queste è stata scelta perché rappresentativa, in modo da potere utilizzare il suo dato anche per altre sezioni simili e rendere più affidabile il modello statistico.

Voorhees fa un esempio pratico sul funzionamento del sistema:

Ipotizziamo il caso di una particolare sezione elettorale del Wisconsin in cui i dati sul voto anticipato suggeriscono che la preferenze tra Clinton e Trump siano sostanzialmente pari: 50 a 50. Se un osservatore di VoteCastr segnala che nella prima ora sono stati espressi 100 voti, il sistema non ipotizzerà semplicemente che 50 abbiano votato per Clinton e altri 50 per Trump. Il modello prenderà anche in considerazione quanto sia più probabile che i sostenitori di Clinton votino in quella sezione rispetto a quelli di Trump. Facciamo l’ipotesi in cui in quella sezione sia più probabile che un elettore di Trump vada a votare rispetto a uno che sostiene Clinton. Se il dato previsto dell’affluenza è basso, allora possiamo assumere che ci saranno più sostenitori per Trump che sono andati a votare rispetto a quelli per Clinton. Se invece l’affluenza è alta, allora possiamo assumere che il dato sarà più equilibrato, perché l’affluenza alta è un indicatore del fatto che anche i sostenitori meno motivati di Clinton siano andati a votare.

Esperimento
Con la comprensibile necessità di ridurre le aspettative da parte dei loro lettori, quelli di Slate e VoteCastr hanno definito un “esperimento elettorale” la loro scelta di dare dati in tempo reale sui risultati in alcuni stati. E in effetti diverse cose potrebbero andare storte, per esempio nel caso di dati anomali sull’affluenza in molte sezioni, oppure di errori compiuto in precedenza nell’analisi dei voti espressi in anticipo dagli elettori. I modelli statistici di VoteCastr sono inoltre basati in ampia parte sui dati delle scorse elezioni del 2012, quando c’era qualche incertezza in meno con un presidente uscente – Barack Obama – che cercava la rielezione, mentre quest’anno i candidati sono “nuovi” sia per i Democratici sia per i Repubblicani.

L’esperimento di Slate è comunque interessante perché rende pubblico per la prima volta un sistema che, seppure con sfumature diverse, viene utilizzato a ogni elezione dai responsabili delle campagne elettorali per farsi un’idea di come procedono le cose negli stati determinanti per l’elezione. Anche nel giorno in cui si vota è consentito fare campagna elettorale, e i candidati e i loro sostenitori organizzano spesso comizi all’ultimo minuto nei posti dove è in bilico il loro risultato elettorale secondo i sondaggi e le prime proiezioni sul voto.

Critiche
La decisione di Slate, e di Vice News che pubblicherà gli stessi dati di VoteCastr, ha ricevuto alcune critiche soprattutto da parte dei responsabili dei media tradizionali, che da decenni non diffondono informazioni sull’andamento del voto durante la giornata elettorale. Sasha Issenberg, stratega di VoteCastr, ha respinto queste accuse ricordando che gli elettori vanno sempre a votare sapendo in che direzione è orientato il loro stato, sulla base dei numerosi sondaggi condotti nei giorni precedenti. Isseberg ha anche spiegato che il voto anticipato, sempre più popolare tra gli elettori, ha cambiato ulteriormente le cose: milioni di persone votano prima del giorno delle elezioni, e lo fanno in un periodo in cui sono pubblicati di continuo i sondaggi e le stime su come stanno procedendo le votazioni.