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  • Lunedì 7 novembre 2016

10 cose bizzarre sulle elezioni americane

In alcuni stati si può chiedere di cambiare il proprio voto, in altri in teoria si può essere sbattuti fuori dalla cabina elettorale se ci si mette troppo

Gli adesivi che da qualche anno vengono distribuiti ai seggi nel giorno delle elezioni (GETTY)
Gli adesivi che da qualche anno vengono distribuiti ai seggi nel giorno delle elezioni (GETTY)

Sulle elezioni presidenziali americane pensavamo di sapere tutto, e invece no. La BBC ha raccolto dieci tra regole e usanze poco conosciute e legate sia alla campagna elettorale che alla giornata del voto: da ordinanze locali che vietano la vendita di alcolici per quel giorno alla procedura adottata per permettere anche agli astronauti di votare quando sono in missione.

Non tutti potranno vendere alcolici il giorno delle elezioni
Sebbene non ci siano leggi statali che vietino la vendita di alcolici nel giorno delle elezioni, in Indiana ci sono diciotto città e sette contee nelle quali, per via di ordinanze locali, la vendita sarà proibita. Le ordinanze non sarebbero piaciute a George Washington: quando nel 1758 era candidato per uno dei parlamenti locali, spese tutte le cinquanta sterline di budget della sua campagna elettorale in alcol, per convincere la gente ad andare a votare e farsi benvolere. Washington fu anche un grande produttore di whisky: nel 1799, anno in cui morì, la sua distilleria di Mount Vernon, in Virginia, era una delle più grandi del paese.

In alcuni stati c’è il test di religione
Gli Stati Uniti tengono separati stato e chiesa, ma in alcuni stati si sono verificati tentativi di aggirare la regola chiedendo ai candidati di affermare per lo meno che Dio esista. In Texas, per esempio, sebbene sia vietato tenere conto dell’appartenenza religiosa dai candidati, viene comunque richiesta “la conoscenza dell’esistenza di un essere supremo”, come previsto dal primo articolo del Bill of Rights. Anche in Tennessee c’è una legge simile, così come in South Carolina, North Carolina, Mississippi, Maryland e Arkansas.

Da dove arrivano gli adesivi “io ho votato”
Non si sa da che momento sia diventata un’usanza nazionale quella di distribuire adesivi con la scritta “io ho votato”, ma è molto comune che i cittadini statunitensi li esibiscano una volta usciti dal seggio. Una società della Florida, la National Campaign Supply rivendica la maternità dell’adesivo originale, sostenendo di essere stata la prima a produrli su scala nazionale dal 1986. In Georgia hanno personalizzato questa moda, disegnando e distribuendo adesivi a forma di pesca, il frutto ufficiale dello stato. In città come Chicago, invece, si è deciso di eliminarli, considerandoli una spesa inutile. È probabile che gli adesivi abbiano un’importanza non trascurabile dal punto di vista psicologico: studi recenti hanno rilevato che molti elettori siano andati a votare solo per poter dire agli altri di averlo fatto.

C’è un tempo massimo per stare in cabina elettorale
Per evitare che si creino lunghe file di persona in attesa, in Indiana non si può passare troppo dentro la cabina elettorale: sono previsti tre minuti durante le primarie e due per le elezioni presidenziali e quelle municipali. Secondo Angela Nussmeyer, una dei responsabili del distretto elettorale, però, la legge è sistematicamente disattesa: non ci sono infatti persone con il compito di rimuovere i votanti che impiegano più tempo di quello previsto. In Alabama invece si hanno quattro minuti di tempo prima che un incaricato venga a chiedere se si ha bisogno di assistenza. Nel caso sia davvero così, il votante ha a disposizione altri cinque minuti per votare, diversamente gli resta un minuto per decidersi e poi abbandonare la cabina. Non esiste invece limite di tempo quando non ci sono altri elettori che attendono il loro turno di voto.

In quali costituzioni è scritto che “deficienti e malati di mente” non possono votare
La costituzione del Kentucky proibisce “ai deficienti e alle persone malate di mente” di votare. A dichiarare che un cittadino si trovi in questa condizione deve però essere un giudice. Il principio non è di per sé strano, ma lo sono i due termini utilizzati e presenti anche nelle costituzioni di altri stati, come l’Ohio, il New Mexico e il Mississippi. Secondo la legge federale, l’interdizione al voto è prevista solo in circostanze limitate. Le persone con disabilità mentali possono votare anche se devono essere sorvegliate o hanno bisogno di assistenza. Questa può essere fornita da amici, familiari o da chi fornisce loro le cure.

Se cambi idea puoi rivotare
Alcuni stati permettono ai cittadini di cambiare il proprio voto una seconda e una terza volta qualora abbiano espresso la loro preferenza prima del giorno delle elezioni. La legge che prevede questa possibilità è stata più volte citata durante questa campagna elettorale. Donald Trump, per esempio, si è espressamente rivolto agli elettori del Wisconsin dicendo loro di rivotare qualora si fossero già espressi in favore di Hillary Clinton e abbiano ora dei ripensamenti. Agli elettori del Wisconsin vengono date tre possibilità prima che il voto diventi ufficiale il giorno delle elezioni (e ovviamente conterà una sola tra le varie preferenze espresse). Altri stati in cui è possibile rivotare sono Minnesota, Pennsylvania, New York, Connecticut e Mississippi.

C’è chi porterà i cuccioli ai seggi
Portare cuccioli di cane ai seggi elettorali sarà uno dei metodi per aumentare l’affluenza dei più giovani. Un gruppo politico concentrato sul cambiamento climatico, il NextGen Climate, ha già detto che lo farà in alcuni stati, come l’Iowa, il North Carolina, la Pennsylvania, il Nevada e il New Hampshire. Per intercettare i voti dei cosiddetti “millennials”, il gruppo ha già adottato strategie particolari utilizzando app come Pokemon Go e Tinder.

I duelli sono vietati, soprattutto se sei un candidato
Può sembrare un po’ démodé, ma in Tennessee ancora oggi a chiunque abbia preso parte a un duello viene proibito di ricoprire un ruolo pubblico. Qualora lo avesse fatto e fosse anche stato eletto, potrà essere perseguito legalmente e gli verrà revocata la carica.

Come si vota dallo spazio
Dal 1997 esiste una procedura che permette agli astronauti di votare dallo spazio. Gli astronauti ricevono una scheda elettorale attraverso un’email alla quale accedono inserendo le proprie credenziali. La scheda viene trasmessa dalla NASA al responsabile del seggio elettorale affinché il voto venga registrato. L’astronauta Kate Rubins, che è tornata dallo spazio lo scorso 30 ottobre, ha votato prima di tornare sulla Terra.

Poi, bisogna scegliere la Bibbia su cui giurare
Sebbene la costituzione degli Stati Uniti non richieda al presidente di prestare giuramento sulla Bibbia, è stato George Washington a inaugurare la tradizione utilizzando la sua Bibbia massonica.
Ci sono stati presidenti che si sono discostati da questa usanza, come John Quincy Adams, che nel 1825 giurò su un testo di diritto, mentre Theodore Roosevelt non scelse alcun libro per il suo primo giuramento nel 1902. Altri presidenti hanno deciso di giurare utilizzando Bibbie simboliche, a volte scegliendo alcuni versi o passaggi specifici. Franklin Roosevelt ha utilizzato lo stesso verso per tutti e quattro i suoi giuramenti: “Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna”. Barack Obama ha giurato sulla Bibbia di Abraham Lincoln per il primo mandato e su quella di Martin Luther King per il secondo.