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  • Martedì 1 novembre 2016

La nuova scossa nella zona di Macerata

Di magnitudo 4.7, è stata registrata questa mattina e ha provocato nuovi crolli: intanto Matteo Renzi ha fatto visita a Preci (Perugia)

Chiesa di Visso (AP Photo/Alessandra Tarantino)
Chiesa di Visso (AP Photo/Alessandra Tarantino)

La mattina di domenica 30 ottobre in Centro Italia c’è stato un terremoto di magnitudo 6.5 che ha interessato le province di Macerata e Ascoli Piceno (Marche), quella di Perugia (Umbria) e quella di Rieti (Lazio). Non ci sono stati morti, ma circa 20 persone sono rimaste ferite: nessuna è in pericolo di vita. Ci sono stati molti crolli, che hanno interessato in parte edifici già danneggiati nel terremoto di mercoledì scorso o in quello dello scorso agosto. Questa mattina c’è stata una replica che ha raggiunto magnitudo 4.7 nella zona di Macerata e che ha causato nuovi crolli. Lunedì si è tenuto un Consiglio dei Ministri straordinario, mentre martedì pomeriggio il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha fatto una visita a sorpresa a Preci, in provincia di Perugia, uno dei comuni interessati dal terremoto.

– Da domenica ci sono state centinaia di nuove repliche, elencate sul sito dell’INGV: la più forte è avvenuta stamattina nella zona di Macerata e ha raggiunto magnitudo 4.7. L’epicentro è stato localizzato tra i comuni di Acquacanina, Fiastra e Bolognola. Il sindaco di Ussita, Marco Rinaldi, ha detto che dopo si sono verificati nuovi crolli. Sono in corso verifiche.

INGV

– Domenica sera la Protezione Civile ha detto che sta assistendo 15 mila persone, precisando che si tratta di una cifra variabile. Questa cifra non è stata più aggiornata.

– Le stime degli sfollati fornite dalle quattro regioni più colpite, Marche, Abruzzo, Umbria e Lazio, sono molto più alte e si aggirano intorno ai 40 mila. Probabilmente includono coloro che stanno aspettando di sapere se le loro abitazioni sono agibili o meno e quelli che preferiscono in ogni caso dormire fuori dalle proprie case. Il Corriere della Sera ha messo insieme una mappa con i dati forniti dalle singole regioni.

sfollati

– Dalle prime elaborazioni delle immagini satellitari analizzate dall’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), il suolo nelle zone colpite dal terremoto si è abbassato in alcune zone fino a 70 centimetri. Sono comunque dati preliminari.

– Da domenica molti abitanti e sindaci dei comuni colpiti dal terremoto chiedono che vengano allestite delle tendopoli, e che non venga organizzato il trasferimento di tutti i cittadini sulla costa in strutture alberghiere.

– Ieri si è riunito un Consiglio dei Ministri straordinario sul terremoto, a cui hanno partecipato anche i presidenti delle quattro regioni più colpite, il commissario alla ricostruzione Vasco Errani e il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio. Il CdM ha stabilito la prosecuzione dell’emergenza terremoto, iniziata con il sisma del 24 agosto. Entro venerdì sarà approvato un decreto legge per accelerare le procedure e mettere ulteriori risorse in termini di personale per affrontare l’emergenza. Con delibera del Consiglio dei ministri è stata inoltre prevista una nuova estensione dei poteri di emergenza al Capo Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio.

Il provvedimento prevede quattro fasi che vanno dall’emergenza alla ricostruzione: la prima fase prevede di chiedere, a chi può e vuole, di lasciare il territorio per un breve periodo. Seguirà una fase intermedia che prevede l’arrivo di container, dato che i tempi dell’arrivo delle case di legno sono più lunghi. Fra sei o sette mesi, dunque tra la primavera e l’estate, le persone potranno trasferirsi nelle soluzioni abitative di medio termine, cioè nelle case di legno. L’ultima fase sarà quella della ricostruzione.

– Entro pochi giorni sarà aggiornata la lista dei comuni colpiti che, dallo scorso agosto, ne contiene già 62. Il decreto di agosto è tuttora all’esame del Parlamento e sarà la base di partenza per la presentazione di nuovi emendamenti che tengano conto della nuova emergenza. Si prevede anche lo stanziamento aggiuntivo di 40 milioni di euro.

– A Roma sono in corso verifiche su scuole, chiese, strade e altre infrastrutture. Tra le altre, l’Università La Sapienza resterà chiusa fino a domani, ed è sbarrato per crepe anche il ponte Giuseppe Mazzini. Ci sono anche i primi sfollati, al Flaminio: 28 famiglie sono state allontanate dopo la scoperta di lesioni alla scala del condominio dove abitavano.