Le conseguenze del terremoto a Roma

Lista di strade e ponti chiusi, crepe e controlli a chiese, case e monumenti, il giorno dopo la più forte scossa dal 1980

(ANSA/ RICCARDO ANTIMIANI)
(ANSA/ RICCARDO ANTIMIANI)

Alle 7:40 di domenica 30 ottobre c’è stato un terremoto di magnitudo 6.5 nel Centro Italia, con epicentro a pochi chilometri da Norcia, in Umbria, e ipocentro a 10 chilometri di profondità. Non ci sono stati morti ma è stato il terremoto più forte in Italia dal 1980 e ci sono stati feriti – anche se nessuno grave – crolli e problemi di vario tipo. Il terremoto e le numerose repliche successive (quelle che sbagliando qualcuno definisce “scosse di assestamento”) si sono sentite anche a Roma, che è a poco più di cento chilometri da Norcia: come detto ieri dalla sindaca Virginia Raggi, oggi a Roma le scuole sono chiuse e sono in corso ispezioni a strade ed edifici.

In una conferenza stampa del 31 ottobre Raggi ha detto: «Abbiamo imposto la chiusura alle scuole comunali primarie e secondarie, coordinandoci con Città metropolitana. Sono 48 ore che stiamo effettuando controlli immediati per capire se il terremoto abbia causato lesioni, crepe o crolli che possano impedirne la riapertura già nella giornata di mercoledì». Raggi ha poi aggiunto: «Abbiamo avviato un percorso molto più approfondito di verifica per riuscire ad ottenere un certificato sulla staticità degli edifici.È un’attività che non era stata fatta e necessita di essere avviata in maniera molto capillare, ma ovviamente richiede tempo. Le due attività proseguono in parallelo, nel frattempo abbiamo visto che c’è un piano di evacuazione fermo al 2008 e ci siamo attivati per rinnovarlo rivederlo e aggiornarlo».

Il 30 ottobre a Roma sono state chiuse per alcune ore diverse strade e alcune linee della metropolitana: in alcuni casi le chiusure sono state fatte per fare verifiche tecniche, in altri (più rari) perché erano state viste alcune evidenti crepe. Tra ieri e oggi i giornali e le persone sui social network hanno però raccontato, ripreso e fotografato alcuni dei danni e dei problemi che il terremoto ha fatto a Roma, in cui peraltro è ancora in corso il Giubileo straordinario che finirà il 20 novembre. Roma non si trova su faglie sismiche e non è considerata ad alto rischio, è però su un terreno alluvionale che è quindi più “morbido” e come ha spiegato Antonio Piersanti, dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia, “tende ad amplificare le onde sismiche: è il motivo per cui si risentono molto i terremoti che avvengono nell’Appennino centrale”.

Basilica di San Paolo fuori le Mura: è sulla via Ostiense ed è una delle quattro basiliche papali di Roma, la seconda più grande dopo quella di San Pietro in Vaticano. A causa della scossa del 30 ottobre sono crollati alcuni pezzi dei cornicioni e sono stati segnalati anche il distacco di uno dei supporti che sorregge un grosso candelabro e l’allargamento di una crepa già presente. La chiesa è stata chiusa per alcune ore e poi riaperta al pubblico (attraverso però un percorso esterno, che non passa vicino al cornicione).

ITALY-QUAKE(FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

Chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza: è una chiesa del rione di Sant’Eustachio, realizzata nel Diciassettesimo secolo da Francesco Borromini. Sono stati segnalati danni alla cupola e si è parlato della riapertura di alcune crepe già esistenti. La chiesa è stata chiusa. La Sopraintendenza ha detto che «in via cautelativa è stata predisposta la chiusura per le verifiche statiche della cupola della chiesa, della lanterna e dell’adiacente palazzo della Sapienza».

Basilica di San Lorenzo fuori le mura: si trova nell’omonimo quartiere all’inizio del tratto extraurbano della via Tiburtina, ed è nota anche come San Lorenzo al Verano. Sono caduti alcuni calcinacci da una delle due navate; la chiesa è stata chiusa per alcune ore e poi riaperta. Armando Ambrosi, il parroco della basilica, ha detto a Repubblica: «Dopo la scossa abbiamo fatto verifiche in chiesa e abbiamo notato la caduta di frammenti di calcinacci vicino ad una colonna: per questo abbiamo chiamato i carabinieri. I carabinieri hanno chiamato i Vigili del Fuoco che hanno attivato un’ispezione”. Una parte della navata è stata chiusa ma ieri, alle 9:30 c’è comunque stata la messa.

Università La Sapienza: Nel pomeriggio del 31 ottobre è stata chiusa in via cautelare, “per permettere verifiche tecniche sulle strutture degli edifici dell’Ateneo”. Il rettore Eugenio Gaudio ha spiegato che «a seguito della decisione già assunta dall’ Amministrazione di chiudere il Rettorato, gli uffici e le Segreterie nel ponte di Ognissanti” si è deciso di chiudere anche le aree destinate ad attività didattiche e di ricerca.

Chiesa di San Francesco nel rione Monti, la chiesa di piazza Sant’Eustachio e la chiesa San Barnaba di Marino: le prime due sono nel centro di Roma, la terza è ai Castelli romani. Non ci sono informazioni chiare a riguardo, ma Rai News ha scritto che sono state dichiarate momentaneamente inagibili dopo la scossa di ieri, e al momento non sembrano essere state riaperte.

Vaticano e San Pietro: sono stati fatti controlli ma non sono stati trovati danni strutturali. Paolo De Angelis, responsabile dei Vigili del Fuoco per il Vaticano, ha però detto che è stata trovata una crepa nel museo della Basilica di Santa Maria Maggiore, una basilica papale sull’Esquilino, sono in corso verifiche e accertamenti.

Colosseo e Fori Imperiali: sono state fatte verifiche subito dopo la scossa di domenica mattina, ma non sono stati trovati danni nel percorso turistico, che è quindi rimasto aperto al pubblico.

– Quirinale e Palazzo Senatorio: da ieri l’ufficio stampa della presidenza della Repubblica ha sospeso – in via precauzionale – le visite al Palazzo del Quirinale. È stato anche rinviato il concerto che era previsto per questa sera alla Cappella Paolina.

È precipitato un ascensore: Ansa ha scritto che a causa delle scosse è precipitato un ascensore in un palazzo di via Bartolomeo Cristofori, in zona Marconi. L’ascensore è “caduto” di un piano, e ora è disallineato e ovviamente inaccessibile. Non c’era nessuno all’interno.

Palazzine di circonvallazione Clodia: è un’area nella zona nord-ovest di Roma. Ieri sono stati evacuati due palazzi, a scopo precauzionale, per permettere ai Vigili del Fuoco di fare una verifica su una crepa piuttosto grande. Non sono stati riscontrati problemi e le persone sono potute rientrare nelle loro abitazioni. È stata segnalata anche la caduta di cornicioni da un palazzo di via Merulana, in centro, di via del Vignola, e in via Flaminia.

Ponte Mazzini: È il ponte a nord di Ponte Sisto – quello pedonale che porta a Piazza Trilussa – e collega il lungotevere dei Sangallo al lungotevere della Farnesina. È stato chiuso “fino a nuovo ordine” per una crepa e una perdita d’acqua. Non possono passarci né pedoni né mezzi di trasporto, pubblici o privati. La circolazione sul ponte, almeno per i pedoni, dovrebbe riprendere in serata.

Tangenziale est: è ancora chiuso il tratto che va da Largo Passamonti in direzione Viale Castrense (S.Giovanni) e interessa chi proviene dalla stazione Tiburtina e chi proviene da via Dei Reti. È chiusa anche la rampa di accesso alla Tangenziale Est da via Prenestina.

Via Flaminia: è stata chiusa temporaneamente il 30 ottobre, nel tratto tra via Fracassini e via Canina. Erano caduti pezzi di cornicioni e andavano rimossi.

Metropolitana: Dopo che ieri sono state chiuse per un totale di circa sei ore, sono state riaperte anche le linee A, B e B1 della metropolitana. Per poter effettuare i controlli sul tratto sotto la via Prenestina ci saranno però problemi per chi dovesse usare la linea tranviaria sottostante, scrive Ansa.