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  • Lunedì 31 ottobre 2016

Com’è New Delhi dopo il Diwali

Dopo la grande festa indiana i livelli di sostanze inquinanti nell'aria sono ben oltre i limiti di sicurezza, soprattutto a causa dei fuochi d'artificio

(AP Photo/Manish Swarup)
(AP Photo/Manish Swarup)

Domenica 30 ottobre in India e nelle comunità induiste di tutto il mondo si è festeggiato il Diwali, una grande festa in cui le strade e le case si riempiono di luci e candele e si scoppiano petardi e molti fuochi d’artificio. A causa dei festeggiamenti, oggi New Delhi si è svegliata in quella che sembra nebbia: in realtà è in gran parte il fumo dei petardi e dei fuochi d’artificio (almeno il 60-70 per cento, secondo gli esperti). I livelli misurati di particolato fine in aria (gli inquinanti conosciuti come PM 2.5) hanno superato in alcune zone anche di 30 volte il limite di sicurezza stabilito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Dalle agenzie fotografiche sono arrivate tante foto della città avvolta nella nebbia, oltre a quelle che gli abitanti stanno postando su Twitter.

Ogni anno lo scoppio di petardi e fuochi d’artificio peggiora l’inquinamento della città: le autorità avevano avvertito che quest’anno poteva essere più grave del solito anche a causa di fattori ambientali come l’umidità e la velocità del vento. La settimana scorsa il governo locale di Delhi aveva annunciato che avrebbe installato depuratori d’aria in prossimità delle strade, ma la situazione di stamattina fa sembrare che non siano stati molto efficaci.

Le foto di New Delhi prima e dopo il Diwali:

Diwali significa “fila di luci” e le luci della festa simboleggiano quelle accese dal popolo di Ayodhya al ritorno dall’esilio di Rama, il settimo avatara di Vishnu, che venne incoronato re. La festa celebra la vittoria del bene sul male e ricorda come Rama durante l’esilio sconfisse il demone Ravana, che aveva rapito sua moglie Sita.

Oltre che dai fuochi d’artificio durante il Diwali, in inverno l’inquinamento di New Delhi è aggravato da un calo della temperatura, che porta gli abitanti delle zone povere della città a bruciare rifiuti per scaldarsi, e dagli incendi per bruciare e ripulire i campi agricoli intorno alla città.