• Mondo
  • Giovedì 27 ottobre 2016

Il 2016 è già l’anno in cui sono morti più migranti nel Mar Mediterraneo

Sono morte più di 3.800 persone, un numero superiore a quello di tutto il 2015

(ARIS MESSINIS/AFP/Getty Images)
(ARIS MESSINIS/AFP/Getty Images)

L’UNHCR, l’agenzia del’ONU che si occupa di migrazione, ha fatto sapere che nel 2016 almeno 3.800 persone sono morte viaggiando nel Mar Mediterraneo. Questo dato rende il 2016 l’anno in cui sono morti più migranti nel Mediterraneo da quando si registra questo dato: il precedente dato più alto apparteneva al 2015, anno in cui sono stati accertati 3.780 morti. Nel 2015 però il totale degli arrivi via mare in Europa è stato di poco superiore al milione: quest’anno finora gli arrivi via mare sono stati circa un terzo, cosa che ha fatto dire ad alcuni portavoce UNHCR che – semplificando molto – il tasso di mortalità per un migrante nel Mediterraneo è praticamente triplicato. L’UNHCR ha spiegato questi dati con le cattive condizioni meteorologiche, il pessimo stato dei barconi e gommoni utilizzati per il viaggio e soprattutto il fatto che quella fra le coste del Nord Africa e l’Italia è diventata la rotta più frequentata d’Europa dopo la chiusura della cosiddetta “rotta balcanica” (in cui è rimasto attivo solo un traffico ridotto e controllato).

Non è chiaro da quanto tempo vengano raccolti questi dati sulle morti nel Mediterraneo: l’UNHCR ha comunque seguito tutti i flussi di migrazione avvenuti negli ultimi anni ed è attiva dal 1950. Quello sul numero dei morti non è l’unico dato allarmante diffuso dall’UNHCR. Nel 2015 il tasso di mortalità per un migrante che viaggiava nel Mediterraneo era di uno su 269: nel 2016 è sceso a uno su 88, un dato che si abbassa ulteriormente a uno su 47 se teniamo conto solamente della rotta fra Libia e Italia. Questa stima ha però una spiegazione logica: nel 2015 la rotta marittima più frequentata era fra le coste turche e le isole greche, un tratto di mare di pochi chilometri e molto più controllabile rispetto al Canale di Sicilia.

Tenendo conto solamente degli arrivi in Italia, il numero di persone è più o meno in linea con quello del 2015: dall’inizio di ottobre però, al posto di diminuire con l’arrivo dell’autunno  – come successo l’anno scorso – gli arrivi via mare sono aumentati, tornando ai livelli di giugno e agosto. Almeno per ora non si segnala una diminuzione visibile degli arrivi dalle coste del Nord Africa. Parliamo però di un aumento degli ultimi tempi: dato che le morti sono state distribuite in tutto l’anno, ad averle causate non è tanto il recente aumento degli arrivi quanto la pericolosità del viaggio.

unhcr
(Un grafico dell’UHCR sugli arrivi via mare in Italia fra 2015 e 2016)

L’UNHCR ha anche aggiunto che è possibile che l’elevato numero di morti sia dovuto, oltre al tempo e alle condizioni delle barche, anche a un diverso modello di business da parte dei trafficanti: l’uso di imbarcazioni rudimentali che non necessitano di equipaggio e l’abitudine di imbarcare sempre più passeggeri in un viaggio singolo – riducendo così il numero di viaggi – sono forse precauzioni per evitare di essere scoperti dalle autorità.