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  • Mercoledì 26 ottobre 2016

Cosa pensava Theresa May di Brexit

In una registrazione ottenuta dal Guardian sosteneva i vantaggi della permanenza nell'UE, posizione abbandonata dopo il referendum e la nomina a prima ministra

Theresa May (STEPHANE DE SAKUTIN/AFP/Getty Images)
Theresa May (STEPHANE DE SAKUTIN/AFP/Getty Images)

Il Guardian ha pubblicato una registrazione audio ottenuta da una fonte anonima in cui si sente Theresa May, allora Home Secretary del Regno Unito e oggi prima ministra, dire cose molto favorevoli sulla permanenza del paese nell’Unione Europea, una posizione che May non ha mai sostenuto se non molto tiepidamente prima del referendum su Brexit, e che ha abbandonato piuttosto velocemente dopo il referendum e la sua nomina a capo del governo.

La registrazione arriva da un incontro di May con alcuni investitori e finanzieri della City organizzato a Londra il 26 maggio scorso dalla banca d’affari Goldman Sachs. L’incontro a porte chiuse durò un’ora in tutto e come si sente nella registrazione ottenuta dal Guardian May – che non ricevette un compenso – parlò anche della possibile uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, spiegando che sarebbe stato un danno in termini economici e di sicurezza. In particolare la si sente dire:

Penso che le argomentazioni di tipo economico siano chiare. Penso che essere parte di un blocco commerciale da 500 milioni di persone sia una cosa significativa per noi. Penso, come dicevo prima, che molte persone investiranno nel Regno Unito perché il Regno Unito è in Europa. Se non fossimo in Europa, penso che molte società si chiederebbero se hanno bisogno di avere una presenza in Europa invece che nel Regno Unito. Quindi penso che ci siano precisi vantaggi per noi in termini economici. E come ho già detto ci sarebbero benefici anche per la sicurezza.

Che May non fosse una sostenitrice della campagna per l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea era una cosa nota, e al contrario May in più di un’occasione aveva espresso il suo sostegno alla permanenza nell’Unione, ma sempre in modo molto tiepido e poco convinto. Dopo il referendum, per esempio, il responsabile della comunicazione di David Cameron ha raccontato in un libro che l’allora primo ministro si riferiva a lei chiamandola “Sottomarino May”, per il suo rifiuto di venire allo scoperto durante la campagna elettorale, e che qualche volta per lo stesso motivo l’avevano anche chiamata un “agente nemico”.

La registrazione pubblicata dal Guardian, tuttavia, potrebbe mettere in qualche difficoltà May, che nelle ultime settimane in particolare ha abbracciato convintamente la retorica pro-Brexit, spiegando in un discorso al congresso del Partito Conservatore di voler assecondare con precise politiche economiche e sociali la voglia di cambiamento espressa dagli elettori con il voto al referendum e spiegando che l’economia del paese si sarebbe rafforzata con l’adozione di politiche protezionistiche, una cosa che sembra contraddire le sue opinioni precedenti.