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  • Venerdì 21 ottobre 2016

11 famose truffe letterarie

I Diari di Hitler scritti negli anni '70, un giornalista che pubblica per gioco un romanzo rosa, e i manoscritti di poeti antichi inventati nell'Ottocento

Si dice spesso che in letteratura non conti l’autore ma soltanto l’opera in sé, che dev’essere in grado di reggersi e avere un significato indipendentemente da chi l’ha scritta. Ci sono però casi in cui l’identità dello scrittore è ingombrante e si finisce in qualche modo per parlarne: si tratta dei falsi e delle truffe letterarie, testi che hanno spesso successo perché attribuiti a un autore diverso da quello reale. Nel Settecento e nell’Ottocento ci fu più di una bufala di questo tipo, in cui uno scrittore sosteneva di aver ritrovato l’antico manoscritto di un misterioso poeta, quando invece erano testi che aveva composto lui stesso. Nel Novecento ci sono casi più curiosi e raffinati, con studiosi che pubblicano per scherzo testi sgangherati per smontare le teorie dei rivali, o giornalisti che scrivono romanzi rosa scadenti per avere successo. Il sito di letteratura Literary Hub ha raccolto undici celebri truffe letterarie, da I Canti di Ossian, che forse ricordate dal liceo, alla vicenda recente di JT LeRoy, un ragazzino che ha raccontato in due bestseller la sua storia di droghe, alcol e abusi ma che, si è scoperto, non esiste affatto.

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