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  • Giovedì 20 ottobre 2016

L’Europa League, che meraviglia

Fra le squadre arrivate ai gironi c'è di tutto: dal secondo club più ricco del mondo a una squadra di una città che non esiste più

Un tifoso romeno dell'Astra Giurgiu allo Stadio Olimpico di Roma (Paolo Bruno/Getty Images)
Un tifoso romeno dell'Astra Giurgiu allo Stadio Olimpico di Roma (Paolo Bruno/Getty Images)

Ai turni preliminari di Europa League – che iniziano ogni anno alla fine di giugno, meno di un mese dopo la fine della stagione precedente di quasi tutti i campionati europei – hanno partecipato 158 squadre: ora che siamo alla fase a gironi, ne sono rimaste 48. Le più piccole e meno conosciute sono state già eliminate ma fra quelle ancora in corsa si trova comunque un po’ di tutto: squadre che avrebbero potuto giocare la Champions League, come la Roma o il Manchester United; squadre che ormai sembra abbiano un abbonamento perenne all’Europa League, ad esempio la Fiorentina; squadre che in pochi hanno sentito nominare prima d’oggi, come il Gabala; squadre di città che non esistono più e squadre che, molto probabilmente, quest’anno giocheranno la loro ultima Europa League prima di fallire e ripartire chissà da dove.

In una delle giornate disputate, per esempio, il Manchester United di José Mourinho, Wayne Rooney, Zlatan Ibrahimovic e Paul Pogba, il secondo club più ricco al mondo dopo il Real Madrid, ha giocato all’Old Trafford contro lo Zorya Luhansk, squadra ucraina il cui stadio è stato gravemente danneggiato da alcuni colpi di mortaio sparati dai separatisti filo-russi: per questo dal 2014 lo Zorya gioca le proprie partite casalinghe a 400 chilometri dalla città in cui ha sede. Di storie così se ne trovano a decine fra le squadre che quest’anno partecipano all’Europa League (in realtà ogni anno se ne trovano), e aiutano a farsi un’idea più ampia di come si presenta l’intero calcio europeo, che va oltre a quello che siamo abituati a vedere nelle impeccabili serate di Champions League.

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