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  • Martedì 18 ottobre 2016

L’FBI sta addestrando la polizia belga

Sta insegnando le tattiche usate dalle forze americane durante le sparatorie di massa, da applicare in Europa nei casi di attentati terroristici

Due poliziotti belgi a Etterbeek (THIERRY CHARLIER/AFP/Getty Images)
Due poliziotti belgi a Etterbeek (THIERRY CHARLIER/AFP/Getty Images)

Dopo gli attentati terroristici compiuti negli ultimi due anni in Europa, alcuni paesi europei hanno cominciato ad addestrare in maniera diversa rispetto a prima le loro forze di sicurezza, introducendo l’uso di tattiche sviluppate e usate dalla polizia americana durante le sparatorie di massa. Il Wall Street Journal ha raccontato il caso particolare del Belgio, che si è dimostrato essere lo stato europeo più vulnerabile al terrorismo islamista (per esempio, gli attentati di Parigi del novembre 2015 furono diretti da Molenbeek, un quartiere di Bruxelles). Il nuovo addestramento per la polizia belga, fornito dall’FBI, prevede un intervento più deciso in caso di attentato terroristico, che miri a uccidere immediatamente l’attentatore invece che ferirlo e basta. Il piano, hanno detto diversi funzionari statunitensi, fa parte di un programma più ampio che ha l’obiettivo di aumentare la cooperazione nell’antiterrorismo tra Stati Uniti e paesi europei.

Il giornalista del Wall Street Journal Julian Barnes ha descritto una lezione-tipo messa in piedi dall’FBI per un gruppo di agenti di polizia belgi, in una scuola di Bruxelles. Gli agenti hanno simulato l’avanzamento in piccoli gruppi nel corridoio della scuola, due agenti rivolti verso la fine del corridoio e uno girato di spalle e rivolto verso l’inizio. All’urlo dell’istruttore che segnalava la presenza di una minaccia, i tre dovevano girarsi immediatamente verso la direzione della minaccia e colpire il bersaglio con la massima potenza di fuoco possibile. L’addestratore dell’FBI ha spiegato il perché: «A Parigi, nel Bataclan [dove sono state uccise 90 persone, ndr], i terroristi hanno continuato a uccidere finché non sono stati fermati. E chi li ferma? Noi li fermiamo». A fianco dell’addestramento dell’FBI, inoltre, diverse città del Belgio hanno messo in piedi delle unità tattiche speciali pronte a intervenire nel caso di attacchi terroristici o sparatorie di massa.

Il piano di addestramento è stato considerato utile dal governo belga e da alcuni esperti per diverse ragioni. Per esempio perché nel corso degli anni gli attacchi terroristici islamisti in Europa sono cambiati: Vico Cocks, un sovrintendente della polizia aeroportuale di Bruxelles, ha detto al Wall Street Journal che prima gli attacchi e le sparatorie impiegavano piccole quantità di munizioni, mentre ora in Europa «stiamo vedendo un altro livello» di organizzazione e di violenza, che può essere affrontato solo usando tattiche diverse. Una parte del problema riguarda poi specificatamente il Belgio. Come è stato scritto diverse volte negli ultimi mesi, il Belgio è un paese molto frammentato, che nella sola capitale Bruxelles ha diversi corpi di polizia, con giurisdizioni spesso sovrapposte tra agenti federali e locali. La situazione è resa ancora più grave e difficile dalla mancanza di cooperazione tra le due regioni che formano il Belgio, quella francofona e quella fiamminga. Dopo gli attentati di marzo a Bruxelles – all’aeroporto e in una stazione della metropolitana – il Parlamento belga ha parlato di mancanza di coordinamento tra le varie forze di sicurezza del paese e dell’esistenza di venti diversi database della polizia che hanno contribuito al fallimento del lavoro dell’intelligence.

Il piano di cooperazione antiterrorismo tra Stati Uniti ed Europa non riguarda solo la reazione delle forze di polizia durante un attentato, ma anche altri ambiti. Per esempio di recente gli esperti di esplosivi di diversi paesi europei si sono incontrati a Bruxelles con le controparti americane per parlare delle tecniche di disinnesco delle bombe.