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  • Martedì 18 ottobre 2016

Gli attacchi aerei su Aleppo sono stati sospesi

Lo ha annunciato la Russia, in accordo con il regime di Assad e in anticipo rispetto alla "pausa umanitaria" prevista per giovedì

Un Casco bianco ad Aleppo (KARAM AL-MASRI/AFP/Getty Images)
Un Casco bianco ad Aleppo (KARAM AL-MASRI/AFP/Getty Images)

Da questa mattina sono sospesi i bombardamenti aerei sulla parte orientale di Aleppo, quella controllata dai ribelli siriani. Il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, ha annunciato di avere concordato insieme al regime siriano di Bashar al Assad una sospensione degli attacchi, in vista della “pausa umanitaria” prevista per giovedì e che secondo i piani durerà dalle 8 alle 16 ora locale. La decisione di anticipare la sospensione dei bombardamenti, ha detto il governo russo, è stata presa per permettere l’apertura di corridoi sicuri che potranno essere usati giovedì dai ribelli e dalla popolazione locale per lasciare Aleppo. Sembra che il passaggio sarà permesso anche ai ribelli affiliati ad al Qaida, che insieme a tutti gli altri verranno portati nella provincia di Idlib, una zona ancora sotto il controllo dei ribelli a poche decine di chilometri a sud ovest di Aleppo.

Non è chiaro il motivo per cui la Russia e il regime di Assad abbiano deciso di sospendere i bombardamenti aerei in anticipo, considerando che da diverse settimane gli attacchi si erano fatti molto intensi e violenti. Anche l’ONU ha reagito con una certa prudenza all’annuncio del governo russo. Jens Laerke, il portavoce dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (OCHA, la sigla in inglese), ha detto che gli aiuti umanitari verranno portati alla popolazione di Aleppo solo quando l’agenzia avrà la rassicurazione di tutte le parti in causa che non verranno attaccati i convogli. I timori nell’ONU non sono infondati, visto com’è finita l’ultima volta. Il 19 settembre scorso, poco dopo che l’esercito di Assad aveva dichiarato finita la precedente tregua in vigore da una settimana, degli aerei russi o siriani avevano bombardato un convoglio umanitario gestito dalla Mezzaluna Rossa Araba Siriana, un’organizzazione no-profit che sta operando per conto dell’ONU, e diretto verso la zona di Aleppo. La reazione dell’ONU era stata molto dura e tutti i convogli erano stati fermati per motivi di sicurezza.

Dmitry Peskov, il portavoce del Cremlino, ha detto che la decisione è stata presa anche per ricostruire in parte un rapporto di fiducia tra Russia e Stati Uniti, che nelle ultime settimane erano precipitati per la totale mancanza di intesa sulla Siria. L’Osservatorio siriano per i diritti umani, organizzazione filo-ribelli con base a Londra, ha confermato che oggi non ci sono stati bombardamenti sulla parte orientale di Aleppo. Gli attacchi aerei sono invece andati avanti su altre zone della provincia controllate dai ribelli. Intanto il portavoce del dipartimento di Stato americano, Mark Toner, ha detto che la pausa annunciata dalla Russia è una cosa «troppo piccola» e che è arrivata troppo tardi.

La Russia ha detto di non sapere se i bombardamenti su Aleppo riprenderanno dopo la “pausa umanitaria”, dipenderà da cosa decideranno di fare i ribelli. Il governo russo chiede da tempo che i ribelli più moderati si distanzino da Jabhat Fatah al Sham, il gruppo che prima si faceva chiamare Jabhat al Nusra e che era affiliato ad al Qaida. Il problema, hanno osservato diversi esperti, è che Jabhat Fatah al Sham è uno dei gruppi militarmente più forti dello schieramento che combatte contro Assad: rinunciare a un’alleanza con i suoi miliziani, significa per i ribelli rischiare di farsi sconfiggere in breve tempo dai militari governativi e dalle milizie che li sostengono (che è quello che vuole il regime di Assad). In altre parole: nonostante l’annunciata “pausa umanitaria”, non sembra che la tattica della Russia e di Assad sia cambiata e al momento non si intravede una soluzione a breve termine per Aleppo.