Apple ha fatto un passo indietro sulle auto

La società, dopo qualche inciampo, ha abbandonato l'idea di sviluppare auto che si guidano da sole per concentrarsi solo su un sistema di guida automatica

di Mark Gurman e Alex Webb– Bloomberg

Un Apple store a Monaco di Baviera, nel 2015 (AP Photo/Matthias Schrader, File)
Un Apple store a Monaco di Baviera, nel 2015 (AP Photo/Matthias Schrader, File)

Apple ha ridimensionato drasticamente le sue ambizioni nel settore automobilistico, tagliando centinaia di posti di lavoro e intraprendendo una nuova direzione che, per il momento, non prevede più lo sviluppo delle sue auto, stando a quanto riportato da persone informate sul progetto. Negli ultimi mesi centinaia di persone impiegate nella divisione auto di Apple, che comprende circa mille dipendenti, sono state riassegnate a un incarico diverso, sono state licenziate o se ne sono andate spontaneamente, hanno raccontato le fonti, che hanno chiesto di non essere rivelate, dal momento che le mosse di Apple non sono state rese pubbliche. I nuovi responsabili dell’iniziativa, che all’interno di Apple è conosciuta con il nome di Project Titan, hanno deciso di concentrare l’attenzione sullo sviluppo di un sistema di guida automatica che darà ad Apple la flessibilità per collaborare con case automobilistiche già esistenti o tornare alla progettazione della sua auto in futuro, hanno detto le fonti. Apple ha mantenuto invariato il numero dei suoi dipendenti nella divisione automobilistica assumendo altre persone per lavorare alla nuova strategia, ha riportato un’altra fonte.

I dirigenti di Apple hanno dato tempo alla divisione auto della società fino alla fine del prossimo anno per dimostrare la fattibilità del sistema di guida automatica e per decidere la direzione finale del progetto, hanno detto due delle fonti. Il portavoce di Apple Tom Neumayr non ha voluto commentare. Il cambio di programma e la scadenza sono arrivati dopo mesi di disaccordi sulla strategia da adottare, avvicendamenti a livello dei responsabili e difficoltà nella catena di approvvigionamento all’interno degli anonimi laboratori automobilistici di Apple a Sunnyvale in California, a pochi minuti in auto dalla sede di Apple a Cupertino.

Apple non è la prima società a capire che la competenza nel settore dei dispositivi mobili e dei software non è una garanzia di successo nel settore automobilistico. Alphabet, la società che controlla Google, dopo aver incontrato degli ostacoli nello sviluppo del suo parco veicoli si è messa a cercare dei soci, e anche nella sua divisione automobilistica ci sono state defezioni. Gli investitori nel settore tecnologico, poi, sono dubbiosi riguardo al progetto: sono abituati a margini di profitto consistenti, mentre le case automobilistiche sopravvivono grazie a margini netti ben al di sotto del 10 per cento. «Un’auto di qualità con il marchio Apple probabilmente garantirebbe agli investitori un buon margine», ha detto Eric Paul Dennis, analista del Center for Automotive Research. «Apple probabilmente non ha voluto scendere a compromessi sulla qualità», in quanto così facendo avrebbe potuto intaccare la percezione dei clienti sugli altri suoi prodotti, ha aggiunto Dennis.

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Apple aveva avviato il progetto TItan con l’ambizione di avere un forte impatto nel settore automobilistico, che secondo la società di consulenza McKinsey & Co. entro il 2030 raggiungerà un valore di 6.700 miliardi di dollari (circa seimila miliardi di euro). La società aveva iniziato una campagna di assunzioni aggressiva, mettendo in programma lo sviluppo di un’auto entro l’inizio del prossimo decennio. La speranza era quella di rivoluzionare il settore delle auto come l’iPhone aveva fatto nel 2007 per l’industria mobile. Già alla fine del 2015, però, il progetto era stato ostacolato da lotte interne alla società. I responsabili litigavano per la direzione da far prendere al progetto, secondo le persone informate sulle attività di Apple. «Fu un incredibile fallimento di leadership», ha raccontato una delle fonti.

All’inizio del 2016 il capo progetto Steve Zadesky, ex ingegnere di Ford e uno dei primi progettisti dell’iPod, ha lasciato Titan. Zadesky, che continua a lavorare per Apple, non ha voluto commentare. A Zadesky è subentrato il suo capo, Dan Riccio, che tra le sue responsabilità aveva già la progettazione degli aggiornamenti annuali di iPhone, iPad e Mac. Ad aprile Bob Mansfield, un manager molto stimato che aveva contribuito a sviluppare l’iPad originale, è tornato per dirigere il progetto dopo aver concluso un ruolo part-time sempre all’interno di Apple. Circa un mese dopo Mansfield è salito su un palco di un auditorium nella Silicon Valley davanti a centinaia di dipendenti di Titan per annunciare il cambio di strategia, secondo quanto riportato da persone presenti all’incontro. Mansfield ha spiegato di aver studiato il progetto e stabilito che Apple avrebbe dovuto passare dallo sviluppo di un’auto vera e propria che facesse concorrenza a Tesla a quello di un programma di guida automatica.

Defezioni

Nei mesi successivi alcuni ingegneri hanno iniziato a lasciare il progetto. Alcuni hanno deciso di andarsene per i dubbi sulla stabilità del loro posto di lavoro o perché scettici sul fatto che un prodotto di Apple per le auto potesse mai arrivare sul mercato. Altri sono stati licenziati. Ad agosto è stato mandato via un primo gruppo di dipendenti, seguito da un altro a settembre. Oltre 120 ingegneri del software che stavano lavorando a un sistema operativo per auto e sulle procedure dei test sono stati licenziati. Anche diverse centinaia di ingegneri meccanici che stavano progettando il telaio, le sospensioni e la parte inferiore dell’auto se ne sono andate, hanno detto le fonti. A settembre il New York Times ha scritto che Apple aveva licenziato decine di dipendenti da Titan. John Wright, uno storico manager di Apple, che aveva guidato la divisione software della società, ha lasciato il progetto, stando a persone informate sui fatti, alcune delle quali hanno anche raccontato che Dan Dodge, il creatore del software per auto QNX di BlackBerry, ha assunto un ruolo più ampio nello sviluppo del sistema automobilistico di Apple. Gli ingegneri del software rimasti stanno lavorando a programmi automatici, sensori di visione e simulatori per testare il sistema in ambienti reali. Nella divisione lavorano anche esperti normativi che si occupano di seguire il progetto all’interno delle molte regolamentazioni del settore automobilistico, ha detto una delle fonti.

Distanza

L’attuale direzione del progetto è assai distante dai piani originali che avevano entusiasmato i dirigenti di Apple. «Le auto sono il dispositivo mobile per eccellenza, no?», aveva detto il Chief Operating Officer di Apple Jeff Williams nel 2015. Poco dopo il CEO della società Tim Cook aveva detto che l’industria automobilistica si trovava «a un punto di flesso prima di un enorme cambiamento». I dirigenti di Apple avevano immaginato un’auto elettrica capace di riconoscere il guidatore dalle impronte digitali e guidare da sola schiacciando un pulsante. Inizialmente uno dei piani prevedeva un’auto semi-automatica ancora dotata di volante e pedali, mentre quelli successivi si erano orientati verso un veicolo completamente automatico.

A prescindere dei problemi di Apple, le case automobilistiche tradizionali hanno riconosciuto la minaccia rappresentata dai nuovi arrivati nel settore: hanno iniziato a spendere molti soldi in assunzioni e acquisizioni per rafforzare le loro competenze a livello di software, e non vedono di buon occhio l’idea che siano le società tecnologiche a possedere i redditizi software delle nuove auto.

Nel frattempo Apple fatica a gestire le complesse catene di approvvigionamento dell’industria automobilistica. Nel settore degli smartphone la società ha una grande influenza e spesso si assicura diritti esclusivi dai fornitori su alcune componenti. Nell’industria delle auto, invece, i grandi investimenti necessari per produrre le componenti fanno sì che i fornitori siano meno favorevoli a vedere i loro prodotti in veicoli come quelli di Apple, che inizialmente potrebbe aver bisogno solo di spedizioni di piccole quantità. «Quando hanno iniziato a studiare nei dettagli cosa avrebbe comportato il progetto, probabilmente si sono accorti che era un problema ingestibile», ha detto Dennis del Center for Automotive Research.

© 2016 – Bloomberg