Per riordinare non serve buttare via tutto

Negli ultimi anni è diventata popolare l'equazione per cui mettere in ordine significa sbarazzarsi dell'inessenziale, ma il vero ordine è una cosa diversa e meno traumatica

di Nicole Anzia – The Washington Post

(AP Photo/Sammy Dallal)
(AP Photo/Sammy Dallal)

Negli ultimi anni organizzare le proprie cose e disfarsi di quelle che non servono più sono diventati dei concetti equivalenti. In realtà, però, non sono esattamente la stessa cosa. Nonostante le due attività vadano di pari passo, organizzare le proprie cose non ha come obiettivo principale buttarne via alcune. I vostri armadi e cassetti possono essere strapieni e organizzatissimi allo stesso tempo. Oppure potreste avere una casa tutto sommato a posto nella quale però non riuscite mai a trovare quello che vi serve. Organizzare le proprie cose significa metterle in ordine, che è diverso dallo sbarazzarsi degli oggetti indesiderati che occupano dello spazio prezioso. Si possono fare entrambe le cose, ma limitarsi a buttare vie le cose superflue non vi renderà delle persone organizzate.

La maggior parte delle persone sta più o meno in mezzo alle due cose: hanno zone della casa che tengono organizzate e altre che sono perennemente in disordine. Per alcuni la sfida più grande sono gli armadi, mentre per altri potrebbero essere lo studio o la cucina. Ci sono poi quelli che riescono a organizzare in modo impeccabile le loro foto ma non hanno idea di come tenere dei documenti. Quando si riorganizza qualcosa l’obiettivo dovrebbe essere arrivare a sapere che cosa si ha, dove trovare quello che serve e dove mettere le cose, indipendentemente da quante se ne hanno.

Per fare un esempio, di recente ho aiutato una mia cliente a organizzare le sue foto. Non erano foto digitali, ma quelle che si facevano una volta. Negli anni questa persona le aveva raccolte in un grosso cesto. Non avevano nessun tipo di ordine, e la mia cliente non aveva idea di cosa fosse nel cesto. Lei si aspettava che io le dicessi che non aveva bisogno delle foto e che avrebbe dovuto semplicemente buttarle via. Io, però, non consiglio alle persone di separarsi dalle cose che ritengono preziose solo per organizzarsi. Quello che abbiamo fatto invece è stato passare in rassegna le varie pile per tre ore, scartando le molte foto indecifrabili o poco importanti, buttando via le buste di carta e le scatole di cartone, e organizzando le foto in scatole più piccole divise per anno. Dopo esserci messi al lavoro, la mia cliente si è resa conto che non era poi così difficile, che ci voleva meno tempo di quanto pensasse, e di come fosse facile capire cosa tenere e cosa buttare via. In questo modo è riuscita anche a farsi un’idea nuova delle sue foto, a raccoglierne alcune da mandare ai suoi amici o parenti, e tenerne altre da incorniciare. A volte il segreto è buttare via alcune cose e organizzarne molte altre.

Un’altra comune fonte di ansia da organizzazione sono gli armadi. L’imperativo secondo cui si dovrebbe scartare tutto quello che non si è indossato nell’ultimo anno spesso frena le persone, che pensano di non potere organizzare i propri vestiti senza prima fare pulizia in profondità. Di solito così si finisce per non fare assolutamente niente: dopo tutto, chi vuole buttare via tutti quei vestiti in una volta? Invece di obbligarsi a esaminare ogni singolo capo per determinare se vale la pena tenerlo prima ancora di iniziare a organizzare, iniziate e basta. Scartare e organizzare non devono per forza essere due processi totalmente separati. Per arrivare ad avere un armadio molto più organizzato e capire meglio le cose che avete basta semplicemente appendere tutto su grucce dello stesso tipo – che siano della dimensione giusta per i vostri vestiti – e sistemare tutto secondo un ordine logico (tutte le camicie insieme e girate dalla stessa parte, pantaloni appesi per bene e divisi per tipo, jeans e maglioni piegati con attenzione). Si possono riordinare e organizzare gli spazi che si usano tutti i giorni senza buttare via delle cose, e lo si dovrebbe fare un paio di volte all’anno. Se lungo il processo buttate anche qualcosa avete fatto un passo avanti.

Per quanto mi riguarda, mi piace tenere le cartoline che ricevo dalle persone. I sostenitori del minimalismo e della necessità di sbarazzarsi delle cose che non si usano mi direbbero che l’unica cosa sensata da fare con quelle cartoline sarebbe buttarle. Ma visto che per me sono importanti e le voglio tenere, ho deciso di metterle tutte in delle scatole da scarpe ben ordinate nella mia mansarda. È vero che vado a guardarle raramente e che occupano spazio, ma è uno spazio che per il momento non mi serve e non ingombrano quello in cui vivo. Per farla breve, le cartoline sono sistemate in modo organizzato: so cosa c’è dentro quelle scatole e dove trovarle, e ho un posto dove aggiungere quelle nuove.

Nel suo libro Il magico potere del riordino, The Life-Changing Magic of Tidying Up, Marie Kondo ha alzato molto l’asticella per tutti i comuni mortali che sono pronti a separarsi dalle cose che non «accendono la gioia». Se ci si pone l’obiettivo di fare una pulizia generale approfondita è probabile che ci si senta travolti da un senso di sopraffazione. Meglio essere realistici e strategici, e organizzare le cose a cui si tiene di più in modo efficiente e utile. E se mentre lo fate buttate anche via un paio di cose, va benissimo.

© 2016 – The Washington Post