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  • Mercoledì 12 ottobre 2016

Il decreto legge sul terremoto nel Centro Italia

Il governo ha presentato il suo piano per la ricostruzione e stanziato le prime risorse: come funzionerà la ricostruzione delle aree danneggiate dal sisma del 24 agosto

Matteo Renzi tra le macerie di Accumoli (ANSA / US PALAZZO CHIGI - TIBERIO BARCHIELLI)
Matteo Renzi tra le macerie di Accumoli (ANSA / US PALAZZO CHIGI - TIBERIO BARCHIELLI)

Martedì il governo italiano si è occupato del terremoto del 24 agosto scorso nel Centro Italia: il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto per la ricostruzione nelle aree del terremoto e il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha visitato le città più interessate dalla scossa di magnitudo 6, come Arquata, Accumoli e Amatrice. Il decreto legge prevede interventi iniziali per circa 300 milioni di euro, ma il governo ha già chiarito che nel complesso le risorse messe a disposizione saranno molto più consistenti: 3,5 miliardi di euro per la ricostruzione degli edifici privati, 1 miliardo per quelli pubblici. L’Unione Europea contribuirà alla spesa per il 6 per cento circa, mentre il resto sarà a carico dello Stato italiano.

Cosa c’è nel decreto
Il decreto legge per il terremoto è piuttosto articolato rispetto a quelli realizzati dai governi passati per affrontare problemi di questo tipo: è formato da 53 articoli nei quali sono elencati gli interventi che dovranno essere svolti non solo per la ricostruzione ma anche per incentivare la ripresa economica. Sono indicate le modalità per concedere prestiti agevolati per riavviare le attività produttive, le modalità di accesso alla cassa integrazione in deroga per i lavoratori le cui imprese hanno dovuto interrompere la produzione, le soluzioni per rinviare il pagamento di tasse e imposte, i meccanismi di risarcimento integrale per ottenere le risorse necessarie per ricostruire le abitazioni e gli edifici industriali.

I beneficiari dei contributi saranno “tutti i cittadini delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria che hanno subito un danno documentato su abitazioni e attività produttive”, ha specificato il governo, chiarendo che sono stati identificati in tutto 62 comuni nei quali attuare gli interventi. In questi, le persone interessate dal sisma potranno ottenere il 100 per cento dei contributi per le spese nelle abitazioni principali, per le attività produttive e per le seconde case. Per chi ha invece subito “danni puntuali fuori dalle aree definite”, il contributo resta integrale per le prime case, le attività produttive e le seconde case “nei centri storici e nei borghi caratteristici”, mentre scende al 50 per cento per le abitazioni non principali fuori da centri e borghi.

Il commissario straordinario per la ricostruzione, Vasco Errani, ha spiegato che le imprese impegnate nella ricostruzione, sia pubbliche sia private, dovranno essere iscritte in una “white list”, alla quale si può accedere presentando la documentazione sulle proprie attività, dimostrando di essere in regola per esempio con i regolamenti antimafia. L’obiettivo è evitare che, come accadde in passato in altri contesti, ci possano essere infiltrazioni da parte del crimine organizzato nella gestione della ricostruzione. Errani ha inoltre spiegato che il decreto prevede un meccanismo piuttosto semplice per accedere alle risorse per la ricostruzione: si presenta una domanda all’Ufficio Speciale per la Ricostruzione, questo verifica “i requisiti e la congruità del progetto e del contributo”, si avviano i lavori che sono poi soggetti a periodici controlli e verifiche. Nel caso degli edifici con danni lievi, che quindi richiedono solamente una ristrutturazione, si potrà presentare domanda con perizia e avviare subito i lavori. I finanziamenti per farlo saranno forniti dalla banca scelta dall’interessato, e la banca pagherà con risorse dello Stato senza necessità di anticipo di denaro.

È prevista la costituzione di un Ufficio Speciale per la Ricostruzione in ogni regione, in modo da organizzare meglio lavori e controlli sul territorio. Errani sarà affiancato da 4 vicecommissari, ovvero i presidenti delle regioni coinvolte dal terremoto, e da 4 comitati istituzionali, di cui fanno parte i presidenti delle regioni e delle province più i sindaci dei paesi interessati. Vasco Errani durante la conferenza stampa di presentazione del decreto legge ha detto di non prevedere tempi brevi per la ricostruzione: “Stiamo costruendo qualcosa di nuovo: il terremoto del 24 agosto sperimenta una cosa nuova, non si stanno facendo i moduli abitativi, si stanno costruendo delle case temporanee, ma delle case”.

Le stime della Protezione civile
La Protezione civile stima che nelle tende dei campi di accoglienza allestiti dopo il terremoto ci siano ormai meno di 300 persone. L’assistenza diretta riguarda circa 1360 persone ospitate in varie strutture, e si sta lavorando per trasferire chi è ancora nelle tende, considerato che nelle località per lo più montuose del terremoto si sono raggiunti i 4 °C di notte. I sopralluoghi effettuati finora nelle abitazioni e negli altri edifici danneggiati sono stati più di 22.600, nella metà dei casi periti ed esperti hanno dichiarato l’agibilità dei locali, primo passo importante per potere avviare in sicurezza i lavori di ristrutturazione.

La visita di Renzi
Sempre nella giornata di ieri, Matteo Renzi ha visitato alcune aree del terremoto, accompagnato da Errani e da altri membri della presidenza del Consiglio. Con l’imprenditore Diego Della Valle, Renzi ha annunciato l’apertura di un nuovo stabilimento di Tod’s ad Arquata: sarà assunto a breve personale nella zona, che riceverà la formazione negli altri stabilimenti italiani di Tod’s, nell’attesa che sia pronto il nuovo stabilimento. Della Valle ha detto che il nuovo impianto sarà pronto “entro al massimo un anno”. Renzi ha poi visitato Accumoli e Amatrice, due dei centri rimasti più danneggiati dal terremoto, illustrando i provvedimenti decisi nel nuovo decreto legge e ricordando che il lavoro della ricostruzione sarà affiancato da quello della magistratura, che sta già indagando per verificare eventuali responsabilità nei crolli avvenuti in seguito al terremoto.