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  • Martedì 11 ottobre 2016

Ad Haiti le cose non migliorano

Secondo alcune stime i morti sono più di mille, e il presidente del paese ha detto che fra qualche mese potrebbe esserci una carestia

Les Cayes, Haiti - 10 ottobre 2016
(HECTOR RETAMAL/AFP/Getty Images)
Les Cayes, Haiti - 10 ottobre 2016 (HECTOR RETAMAL/AFP/Getty Images)

A circa una settimana dal passaggio dell’uragano Matthew ad Haiti, il paese che occupa la parte occidentale dell’isola di Hispaniola, nel mar dei Caraibi, la situazione è ancora grave. Le stime ufficiali parlano di 900 morti, ma Reuters dice che secondo dati raccolti sul posto i morti sono più di un migliaio. L’uragano ha interessato tutto il paese, ma è la parte occidentale che ha subito più danni: Jérémie, una città di 30mila abitanti, è stata praticamente distrutta, mentre nelle aree più danneggiate è andato perduto fino al 90 per cento del raccolto agricolo (Haiti è già da anni il paese più povero dell’America Latina). In molti temono che sull’isola si sviluppi un’epidemia di colera simile a quella che accadde dopo il terremoto del 2010, che uccise migliaia di persone. Jocelerme Privert , il presidente ad interim di Haiti, ha spiegato che il paese rischia la carestia non appena cesseranno gli aiuti internazionali, fra tre o quattro mesi.

L’uragano Matthew è stato il più forte ad interessare la regione da circa dieci anni a questa parte. Secondo una stima dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, una delle più importanti ONG che si occupa di migrazioni e diritti umani, le persone interessate dagli effetti dell’uragano sono state più di 2 milioni, di cui 1,4 milioni hanno «urgente bisogno di assistenza». L’ONU sta cercando di mettere insieme 107 milioni di euro di aiuti internazionali per coprire i bisogni degli abitanti nei prossimi tre mesi, ma non è chiaro cosa succederà dopo. Un articolo del New York Times ricco di grafici e mappe rende bene l’idea di cosa sia successo: a Jérémie «quasi tutto è stato distrutto o gravemente danneggiato dall’uragano»; a Les Cayes, una città di 86mila abitanti, «secondo una rilevazione satellitare più del 90 per cento degli edifici è stata distrutta o gravemente danneggiata». A Port-Salut, una città di pescatori nel sud del paese, metà degli edifici è stata distrutta o danneggiata e gli abitanti si sono lamentati che gli aiuti sono stati scarsi o assenti.

Prima di colpire Haiti, l’uragano Matthew era passato da Santo Domingo, dove aveva provocato la morte di quattro persone. Poi si è diretto verso le coste statunitensi, dove ha provocato 21 morti: 11 in North Carolina, 4 in Florida, 3 in Georgia e altrettanti in South Carolina. È stato il più forte uragano ad avere colpito i paesi affacciati sull’Atlantico occidentale negli ultimi dieci anni. L’uragano Matthew ha colpito Haiti mentre aveva un’intensità stimata di Categoria 5, su una scala che va da 1 a 5. Una tempesta di Categoria 5 è in grado di sradicare alberi e di distruggere costruzioni in muratura. Domenica l’uragano Matthew è stato declassato da uragano Categoria 1 a ciclone post-tropicale.