Cosa sappiamo sui mancini

Non molto, perché è complicato studiarli: sono davvero più creativi? E perché un tempo erano discriminati?

(Kevin Dietsch-Pool/Getty Images)
(Kevin Dietsch-Pool/Getty Images)

A un certo punto, da bambini, prendiamo in mano una matita o un pennarello e iniziamo a disegnare. Prima di quel momento, è difficile stabilire con quale mano scriveremo, mangeremo e saluteremo, e si possono solo fare delle ipotesi legate al pollice che i bambini scelgono come sostituto del ciuccio. Nemmeno i genetisti sanno prevedere con esattezza se un neonato sarà mancino o no: si sa che la manualità destra o sinistra ha un’origine genetica, ma non si è ancora capito quale parte del DNA sia interessata (anche perché i geni coinvolti potrebbero essere circa 40). Cosa determini la mano con cui scriviamo e perché solo il 10 per cento di noi lo faccia con la sinistra resta un mistero.

Ci sono però alcune cose sul mancinismo che sappiamo, come hanno raccontato Hanna Fry e Adam Rutherford nel loro programma radiofonico per la BBC. Ad esempio che abbiamo un occhio, un piede e un orecchio dominanti che non sono necessariamente il sinistro per i mancini e viceversa per i destrimani (esistono anche test per capire quanto si utilizza un lato o l’altro del corpo). Alcuni studi sul cervello umano, poi, hanno scoperto un legame tra l’area del linguaggio e quella della manualità. Sappiamo anche, poi, che ci sono tanti tennisti mancini e che i gorilla mancini sono tanti quanti i gorilla destrimani.

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