Di chi è adesso Esselunga

È stato aperto il testamento del fondatore Bernardo Caprotti, morto una settimana fa: la quota di controllo è stata assegnata alla sua seconda moglie e a loro figlia

(ANSA/ US ESSELUNGA)
(ANSA/ US ESSELUNGA)

Mercoledì, con l’apertura del testamento di Bernardo Caprotti, il fondatore di Esselunga morto venerdì scorso all’età di 90 anni, è stato definito il nuovo assetto proprietario di Supermarkets italiani, la holding che possiede Esselunga, una delle più grandi società che si occupano di grande distribuzione organizzata in Italia. La quota di controllo, pari a quasi il 70 per cento di tutte le azioni, è stata assegnata alla seconda moglie di Bernardo Caprotti, Giulia Albera, e alla loro figlia, Marina Sylva. Il restante 30 per cento è stato diviso tra i figli avuti da Caprotti con la prima moglie, Giuseppe e Violetta.

L’apertura del testamento era molto attesa perché dalla distribuzione delle quote sarebbe dipeso molto del futuro di Esselunga, che con circa 7 miliardi di euro di fatturato è la seconda società di grande distribuzione in Italia, dietro soltanto a COOP. Fondata alla fine degli anni Cinquanta, Esselunga è sempre stata guidata da Bernardo Caprotti, tranne una breve parentesi tra la fine degli anni Novanta e i primi anni Duemila, quando Bernardo passò la guida al figlio Giuseppe prima di riprendersela in modo piuttosto brusco.

Da allora la famiglia Caprotti è divisa da scontri interni, in particolare tra Bernardo e i figli Giuseppe e Violetta. Questa situazione tesa aveva generato molte preoccupazioni sul futuro dell’azienda. Il passaggio da una generazione all’altra, infatti, è spesso il momento più delicato per una grande impresa familiare e molte società in passato sono state ridimensionate o addirittura sono fallite in seguito ai litigi tra gli eredi. In teoria, a Esselunga dovrebbe essere risparmiato questo destino. Il testamento di Caprotti assegna alla seconda moglie e a sua figlia una larga quota di controllo sulla società, che garantisce alle due proprietarie ampi poteri. Un altro segnale di continuità è dato dal fatto che l’amministratore delegato della società, Carlo Salza, che guida Esselunga oramai da 16 anni, è stato riconfermato.

Secondo il Sole 24 Ore, Caprotti ha studiato attentamente il suo testamento, in modo da creare una quota di controllo molto chiara e definita. Per legge, infatti, l’eredità non può essere distribuita in maniera arbitraria. Una parte significativa deve essere distribuita in maniera equa tra tutti gli eredi, in particolare i figli, mentre soltanto una parte minoritaria può essere assegnata liberamente. Per garantire il controllo di Esselunga alla moglie e alla terza figlia, quindi, Caprotti avrebbe assegnato ai primi due figli, Giuseppe e Violetta, una quota superiore della società immobiliare di famiglia, la Villata Partecipazioni, che possiede 83 degli immobili affittati da Esselunga. In questo modo, Caprotti avrebbe potuto lasciare all’altro ramo degli eredi una quota più ampia della holding Supermakets italiani, così da garantire loro il controllo della catena di supermercati.

L’apertura del testamento ha chiarito anche cosa ne sarà delle operazioni di ricerca di un possibile acquirente iniziate alcuni mesi fa da Bernardo Caprotti. L’AD Salza aveva fatto sapere nei giorni scorsi che l’operazione è stata bloccata. Il Sole 24 Ore scrive che la sospensione durerà almeno due anni e che probabilmente servirà a raggiungere un accordo definitivo tra gli eredi di Caprotti, in modo da assicurare un eventuale compratore che non ci saranno battaglie legali a frapporsi tra lui e l’acquisto di Esselunga.