Kim Kardashian, secondo Slavoj Žižek

Il filosofo sloveno dice che non possiamo darle colpe per la rapina subita, e che il suo esibizionismo spudorato è meglio dell'impegno sociale di Angelina Jolie

(ANGELA WEISS/AFP/Getty Images)
(ANGELA WEISS/AFP/Getty Images)

Il Corriere della Sera ha pubblicato una breve riflessione sulla rapina subita a Parigi da Kim Kardashian del filosofo sloveno Slavoj Žižek, uno degli intellettuali europei contemporanei più famosi e seguiti, molto di sinistra e abituato ad occuparsi di temi che solitamente rimangono fuori dai dibattiti accademici. Žižek dice di non essere d’accordo con lo stilista Karl Lagerfeld, che ha suggerito che Kardashian se la sia un po’ cercata condividendo sui social network foto con gioielli molto preziosi: secondo Žižek, nonostante Kardashian sia un personaggio pubblico «privo di buon gusto», ha come lato positivo della sua personalità quello di «mescolarsi con il pubblico». Il senso stesso della celebrità di Kardashian, dice Žižek, è che «con la sua volgarità viola tutti i comandamenti del buon gusto», ma ciononostante incarna quello che hanno in comune tutte le persone famose. Secondo Žižek, Kardashian è meglio dell’attrice Angelina Jolie, perché «la vera oscenità non è l’esibizionismo spudorato di Kim, ma la Jolie che ama presentarsi come personaggio etico-politico genuino».

Quando si è saputo che Kim Kardashian era stata legata e derubata dei suoi gioielli in un lussuoso residence parigino, il celebre stilista Karl Lagerfeld l’ha criticata per lo sfoggio eccessivo che fa della sua ricchezza. Pertanto era lei stessa in parte responsabile di quanto accaduto: «Perché vive sotto lo sguardo pubblico, ahimè sono questi i nostri tempi. È impossibile sfoggiare la propria ricchezza e poi meravigliarsi che ci sia chi se ne vuole approfittare. Se sei famosa e metti in mostra i tuoi gioielli sui social, è meglio scegliere un albergo dove nessuno possa avvicinarsi alla tua stanza».
Per quanto io trovi Kim Kardashian, come personaggio pubblico, terribilmente imbarazzante e priva di buon gusto, ciò non toglie che il commento di Karl Lagerfeld suoni deplorevole, accusandola per così dire di mescolarsi alla gente comune, colpevole di non isolarsi dal resto del mondo. Se c’è un lato positivo nella personalità di Kim, è proprio questa disponibilità ad andare incontro agli altri e a mescolarsi con il pubblico. Qandeel Baloch, la star pachistana dei social, strangolata dal fratello che voleva punirla per la sua eccessiva esposizione mediatica, amava definirsi «la Kim Kardashian pachistana» oltre che «una femminista moderna».

Circola una vecchia storia su un operaio sospettato di furto: ogni sera esce dal lavoro spingendo la carriola, la quale viene ispezionata dalle guardie, che non riescono mai a trovare niente. Finché un giorno non mangiano la foglia: l’operaio ruba le carriole… Le guardie perdevano di vista l’oggetto evidente delle loro ricerche, come fanno gli osservatori che studiano le sommosse popolari alla ricerca del loro significato nascosto. E dello stesso errore si macchia chi scava per trovare un senso sociale alle esibizioni di Kim, senza capire che il senso sta nella stessa modalità dei suoi show.

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