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  • Lunedì 26 settembre 2016

Anche Rolling Stone cambia un po’

Il fondatore della famosa rivista di musica, che soffre i problemi del settore, ha deciso di vendere il 49 per cento della società a un giovane e ambizioso imprenditore asiatico

di Yoolim Lee – Bloomberg

(ROSLAN RAHMAN/AFP/Getty Images)
(ROSLAN RAHMAN/AFP/Getty Images)

Anche per Jann Wenner è arrivato il momento di affidarsi a un aiuto esterno. Dopo cinquant’anni di interviste a pop star e presidenti, il fondatore di Rolling Stone sta per vendere il 49 per cento delle quote della famosa rivista al figlio di un miliardario asiatico: è la prima volta in cui Wenner accetta di far entrare nella società un investitore esterno, con un accordo che sintetizza bene il difficile momento di un settore che lotta per mantenere un ruolo importante nell’epoca di internet. La società di Wenner, Media LLC, è proprietaria anche delle riviste Us Weekly and Men’s Journal. Dalla sua fondazione nel 1967, Rolling Stone è diventato un’istituzione nella cultura pop americana, contribuendo per cinquant’anni a lanciare le carriere di scrittori e artisti. Come molte altre pubblicazioni, però, la rivista è in costante perdita di quote pubblicitarie e lettori, che si stanno orientando verso alternative online più agili. Nel 2014, Wenner incaricò suo figlio Gus dello sviluppo di una strategia digitale per la rivista. Ora Wenner, che fondòRolling Stone in un magazzino di San Francisco, rinuncerà al massimo delle quote vendibili senza cedere il controllo della società.

«È un grande momento», ha detto durante un’intervista telefonica Gus Wenner, responsabile digitale della società, «abbiamo la grande opportunità di portare il marchio di Rolling Stone in settori e mercati diversi». Il nuovo investitore è BandLab Technologies, una società emergente di Singapore che si occupa di musica digitale, fondata da un 28enne discendente di una delle più ricche famiglie dell’Asia. Kuok Meng Ru, il terzo figlio del magnate del settore agroalimentare di Singapore Kuok Khoon Hong, si è laureato in matematica alla Cambridge University e l’anno scorso ha fondato BandLab, un social network per musicisti e appassionati di musica. La startup è stata finanziata da investitori privati, come il padre di Kuok e JamHub Corp, un’azienda produttrice di mixer audio. BandLab non sarà coinvolta nell’attività editoriale di Rolling Stone, ma supervisionerà la nuova controllata Rolling Stone International, che si occuperà dell’organizzazione di eventi dal vivo e merchandising. I dettagli finanziari dell’accordo non sono stati resi noti, e BandLab non avrà quote di Wenner Media. Kuok ha raccontato che le trattative tra le due parti vanno avanti da 15 mesi. «Quello che è successo negli ultimi 49 anni dimostra che per le persone Rolling Stone è più di un marchio», ha detto Kuok a Bloomberg. «Ora condividiamo la responsabilità di portare Rolling Stone nel futuro».

Oggi Rolling Stone ha un pubblico di 65 milioni di persone a livello mondiale, riporta la società. La cifra comprende i 22 milioni di utenti digitali mensili negli Stati Uniti, i quasi 18 milioni che seguono i profili della rivista sui social network, e i quasi 12 milioni di lettori della versione cartacea americana. La media di visitatori unici al sito di Rolling Stone è aumentata di quasi il 40 per cento nei primi sei mesi di quest’anno rispetto all’anno precedente. La rivista ha 12 edizioni internazionali: oltre che in Italia, dal 2003, esiste una versione di Rolling Stone in Australia, Indonesia e Giappone, tra gli altri. «La nostra partnership strategica si concentra sull’ampliamento del marchio in settori in cui in passato non siamo stati molti presenti, come il merchandising, gli eventi dal vivo, e il settore ricettivo, tutte aree in cui ci siamo cimentati ma di cui non ci siamo mai occupati seriamente», ha detto Wenner. «Kuok e la sua squadra portano molte conoscenze, infrastrutture e competenze, e operano in mercati estremamente entusiasmanti, in Asia e altrove».

Rolling Stone diventò molto popolare negli anni Settanta e Ottanta occupandosi in modo innovativo di musica e politica. Hunter S. Thompson – giornalista e scrittore americano fondatore dello stile giornalistico “gonzo” – scrisse per decenni sulla rivista, dove pubblicò per la prima volta Paura e delirio a Las Vegas, che sarebbe poi diventato un libro e un film. Tra gli scrittori celebri di Rolling Stone ci furono P.J. O’Rourke, Cameron Crowe e Lester Bangs. La rivista pubblicava anche approfondimenti, come l’articolo da 11mila parole del 1974 che raccontò di come l’ereditiera americana Patty Hearst passò dall’essere vittima di un rapimento a diventare una criminale. Anche dopo il suo periodo di massima popolarità, Rolling Stone riusciva a entrare nel dibattito pubblico generale. Nel 2010 la rivista pubblicò un profilo del generale americano Stanley McChrystal, che riportava delle critiche all’amministrazione Obama e portò alle dimissioni di McChrystal stesso. Nel 2013 mise in copertina il sospetto attentatore della maratona di Boston Dzhokhar Tsarnaev, generando reazioni di indignazione per quello che alcune persone videro come una specie di esaltazione del terrorismo. L’anno scorso ci fu una polemica intorno agli standard editoriali di Rolling Stone, quando la rivista pubblicò un articolo che parlava di un presunto stupro di gruppo in una confraternita della University of Virginia. La storia si rivelò sostanzialmente falsa e spinse Rolling Stone a richiedere un’indagine indipendente da parte della scuola di giornalismo della Columbia University. Oggi l’articolo è al centro di diverse cause legali, una delle quali intentate da un dipendente dell’università. Kuok non ha voluto chiarire se la sua società sarà responsabile del pagamento di eventuali risarcimenti.

Per Kuok, Rolling Stone è l’ultima acquisizione nel settore musicale, ed evidenzia i suoi tentativi di costruzione di un impero globale nel settore della musica. BandLab, la sua società di riferimento, è una comunità online basata su un sistema cloud che permette ad artisti di creare, collaborare e condividere online la loro musica. Nel 2012, Kuok aveva comprato Swee Lee, un distributore di chitarre di Singapore all’epoca poco attivo. Kuok ha trasformato l’azienda in una società moderna, vendendo prodotti online e offrendo lezioni di musica. Ora è il più grande distributore di strumenti e attrezzature audio nel sudest asiatico. Tra le altre acquisizioni recenti di Kuok ci sono Composr, un’app europea per la creazione di musica per iOS e web, e MONO Creators, lo studio di design di San Francisco che produce custodie, cinghie e accessori di lusso per musicisti. «Ci concentriamo sul cliente, sulla catena di distribuzione della musica e su modelli di business innovativi presenti oggi in giro per mondo», ha detto Kuok. «Vediamo molte possibilità di collaborazione: alla fine, il cliente finale è lo stesso. L’obiettivo di BandLab è essere una società globale nel settore della musica».

© 2016 – Bloomberg