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  • Domenica 25 settembre 2016

I nuovi video sull’uccisione di Keith Scott

Sono quelli filmati dalla polizia di Charlotte, che da giorni riceveva pressioni per diffonderli: nemmeno questi, però, chiariscono la dinamica dell'incidente

Un'immagine tratta dal video dell'uccisione di Keith Lamont Scott girato da una telecamera della polizia (New York Times)
Un'immagine tratta dal video dell'uccisione di Keith Lamont Scott girato da una telecamera della polizia (New York Times)

La polizia di Charlotte, in North Carolina, ha pubblicato due video registrati dalle telecamere in dotazione agli agenti che mostrano la morte di Keith Lamont Scott, l’uomo afroamericano di 43 anni ucciso da un poliziotto il 20 settembre. La polizia ha pubblicato anche le fotografie di una pistola e di un pacchetto di marijuana che Scott avrebbe avuto con sé.

La morte di Scott ha riaperto il dibattito sui metodi della polizia statunitense nei confronti degli afroamericani, giudicati da molti eccessivamente violenti. L’uccisione di Scott era già stata mostrata in un video girato dalla moglie, ma in molti avevano chiesto che la polizia diffondesse i video girati con le proprie telecamere per chiarire la dinamica dell’incidente, ancora poco chiara. Né questo video né quelli della polizia chiariscono però il principale dubbio sull’intera vicenda, cioè se Scott avesse in mano un’arma – come sostiene la polizia di Charlotte – oppure no, come sostengono la moglie e i famigliari.

Il primo video pubblicato dalla polizia è stato girato dalla telecamera presente su una delle automobili di servizio dei poliziotti, parcheggiata: mostra Scott che esce dalla propria automobile e cammina all’indietro con le mani abbassate (non si capisce se tenga qualcosa in mano), poi si sentono quattro spari e si vede l’uomo cadere a terra. Il secondo video invece è stato ripreso da una telecamera indossata da uno degli agenti, ma non quello che ha sparato a Scott: mostra Scott fuori dalla sua auto e con le mani abbassate, ma da un’altra angolatura, e non si vede nemmeno il momento in cui l’uomo viene colpito.

Attenzione: alcune immagini dei video, qui montati insieme, potrebbero risultare impressionanti

I video e le immagini della polizia erano già state mostrate ai famigliari di Scott, che sostengono che l’uomo avesse in mano un libro e non una pistola; il capo della polizia di Charlotte Kerr Putney ha detto ai giornalisti che Scott era «sicuramente in possesso di una pistola», anche se nel video non si vede, e che aveva anche della marijuana con sé. Secondo l’avvocato della famiglia di Scott, Justin Bamberg, i video della polizia non chiariscono nulla sulla vicenda dato che non mostrano se Scott fosse armato o meno. Putney ha detto anche che Scott aveva commesso un altro crimine, ma non ha spiegato ai giornalisti a cosa si riferisse; ha detto solo che gli agenti di polizia che hanno fermato Scott stavano facendo dei controlli e che tutto è cominciato dopo che hanno visto la marijuana nell’automobile dell’uomo e poi la pistola. Putney ha detto che presto la polizia diffonderà anche delle prove ricavate dall’analisi del DNA.

L’agente che ha sparato a Scott si chiama Brentley Vinson, è nero, e per il momento è stato sospeso dal servizio: ha 26 anni ed è in polizia dal 2014. Non indossava una telecamera perché non tutti i poliziotti di Charlotte sono obbligati ad averle. L’FBI sta svolgendo un’indagine per chiarire come si sia svolto l’episodio. Subito dopo l’uccisione era circolata la notizia che Scott fosse stato ucciso mentre la polizia era alla ricerca di un altro uomo, ma Putney non ha confermato questa ipotesi e ha detto che Scott è stato fermato intenzionalmente e non per errore. La madre di Scott, Vernita Scott Walker, ha detto alla rete televisiva del South Carolina WCSC che probabilmente Scott stava leggendo il Corano.

La vicenda di Charlotte si inserisce nella lunga serie di violenze e uccisioni di neri da parte della polizia in diverse città degli Stati Uniti. In altre città degli Stati Uniti sono stati organizzati sit-in e manifestazioni in segno di solidarietà con Charlotte. Nella stessa Charlotte nei giorni successivi all’uccisione di Scott ci sono state diverse proteste e scontri tra manifestanti e polizia. Mercoledì notte il 26enne Justin Carr, sempre di Charlotte, è morto mentre partecipava ad alcune proteste contro la polizia. Secondo gli agenti, Carr è stato ferito in uno scontro con altri manifestanti, ma diversi testimoni hanno smentito questa ricostruzione, dicendo invece di aver visto un agente di polizia sparargli da molto vicino con una pistola a proiettili di gomma. Durante la manifestazione di giovedì sera il corteo si è fermato nel posto dove era stato ferito Carr per accendere qualche candela e cantare canzoni in sua memoria.