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  • Venerdì 23 settembre 2016

Parte di Aleppo è rimasta senz’acqua

A causa degli attacchi aerei e della rappresaglia dei ribelli, è stata interrotta la distribuzione di acqua corrente a due milioni di persone

Una famiglia siriana dopo un attacco aereo su Aleppo (THAER MOHAMMED/AFP/Getty Images)
Una famiglia siriana dopo un attacco aereo su Aleppo (THAER MOHAMMED/AFP/Getty Images)

Per il secondo giorno consecutivo, la Russia e il regime siriano di Bashar al Assad hanno bombardato intensamente i quartieri orientali di Aleppo controllati dai ribelli, uccidendo decine di persone. Secondo l’UNICEF, il programma dell’ONU che si occupa della protezione dei bambini, gli attacchi hanno impedito di riparare un impianto idrico che fornisce acqua ai circa 200mila residenti che abitano la parte di città sotto controllo dei ribelli. Per rappresaglia, è stata spenta una seconda stazione nel territorio controllato dai ribelli che fornisce acqua al milione e mezzo di abitanti che vive nel resto della città. In tutto, quasi due milioni di persone sono al momento senza acqua corrente. Un portavoce dell’UNICEF ha definito i rischi di rimanere a lungo senza acqua “potenzialmente catastrofici”.

Gli attacchi aerei di questi giorni sono stati tra i più intensi compiuti sulla città finora e hanno ridotto quasi a zero le possibilità di riprendere la tregua interrotta lunedì scorso. Tra gli obiettivi colpiti, ci sono state tre strutture mediche e due centri appartenenti ai cosiddetti “White Helmets”, un’organizzazione civile di volontari che opera in alcune delle zone della Siria controllate dai ribelli. Alcuni attivisti citati dal Guardian hanno raccontato che in un solo attacco a Bashqateen, una città a ovest di Aleppo, sono rimasti uccisi 15 membri della stessa famiglia che si erano rifugiati all’interno di un edificio che ospitava persone sfollate. Secondo alcuni giornalisti, i morti dall’inizio degli attacchi venerdì mattina sono già 150.

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La nuova offensiva su Aleppo è stata annunciata giovedì dall’esercito siriano, mentre a New York era in corso l’incontro tra il segretario di Stato americano John Kerry e il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Kerry e Lavrov si sono incontrati nuovamente venerdì, ma senza fare passi avanti per quanto riguarda la possibilità di accordarsi su una nuova tregua. Kerry ha detto che sono stati fatti piccoli progressi, mentre Lavrov ha dichiarato che l’accordo tra Stati Uniti e Russia «deve essere salvato», perché rappresenta l’unica speranza per una pace in Siria. Intanto non è chiaro quali siano le intenzioni del regime di Assad: secondo alcuni osservatori, Assad potrebbe decidere di far seguire ai bombardamenti un attacco di terra, con l’obiettivo di riprendere il controllo di Aleppo, la città contesa più importante della guerra siriana. All’attacco, scrive il Guardian, potrebbero partecipare diverse milizie sciite alleate di Assad formate da combattenti iracheni.

Nel frattempo l’esercito di Assad ha ottenuto una vittoria piuttosto importante nel quartiere di Waer, a Homs: circa 300 ribelli insieme alle rispettive famiglie si sono arresi e sono stati costretti a lasciare le loro case per raggiungere dei territori più a nord. Le Nazioni Unite e l’opposizione hanno accusato l’esercito siriano di avere applicato una forma di trasferimento forzato dei civili. Giù in passato l’esercito di Assad era stato condannato per pratiche simili, progettate per indurre la popolazione di un quartiere ad arrendersi impedendole l’accesso a cibo e medicinali provenienti dall’esterno. Con la riconquista di Waer, la città di Homs è ora interamente sotto controllo governativo, per la prima volta durante gli ultimi cinque anni.