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  • Mercoledì 21 settembre 2016

Ahmad Khan Rahami si era ispirato al terrorismo internazionale

Lo dicono le prime indagini dell'FBI sul responsabile delle bombe di New York e del New Jersey, che fu indagato già nel 2014

(Spencer Platt/Getty Images)
(Spencer Platt/Getty Images)

Ahmad Khan Rahami, l’uomo accusato dalla polizia di essere responsabile per le bombe a New York e nel New Jersey dello scorso fine settimana, si era ispirato al terrorismo internazionale ed era già stato indagato per terrorismo nel 2014 dopo una segnalazione da parte di suo padre. Le prime indagini su Rahami si sono concluse martedì, quando l’FBI ha formalizzato presso un tribunale di New York le accuse contro di lui, collegandolo formalmente sia alle due bombe esplose nel New Jersey che a quelle di New York. Le accuse parlano di “uso di armi di distruzione di massa”, “attacco con esplosivo in un luogo pubblico”, “distruzione di proprietà per mezzo di fuoco o esplosivo”. Rahami potrebbe comparire davanti a un giudice già oggi, se le sue condizioni di salute lo permetteranno: è ancora ricoverato in ospedale per le ferite riportate nella sparatoria che c’è stata appena prima del suo arresto. In alternativa, Rahami potrebbe partecipare all’udienza via telefono o in collegamento video.

Dal documento presentato dall’FBI al tribunale di New York e dalle ricostruzioni fatte dai giornali americani negli ultimi giorni sono emersi nuovi dettagli sia su Rahami che sugli attacchi. La polizia ha detto che la preparazione degli attacchi andava avanti da mesi: a giugno Rahami aveva cominciato a raccogliere i vari componenti per le bombe, e aveva fatto almeno un sopralluogo qualche giorno prima. La bomba esplosa a New York, che ha ferito in tutto 31 persone (e non 29 come detto in precedenza), era particolarmente potente e avrebbe potuto provocare molti più danni di quanto poi abbia fatto: l’esplosione ha spinto un pesante cassone di metallo usato come bidone da un cantiere edile a quasi 40 metri di distanza, ha frantumato vetri e finestre nel raggio di oltre 100 metri e alcuni detriti sono stati trovati a quasi 200 metri di distanza. Uno dei feriti aveva diversi cuscinetti a sfera conficcati nel corpo, insieme a schegge di legno e altri detriti metallici.

Secondo l’FBI, Rahami aveva cominciato a comprare i componenti per le sue bombe lo scorso giugno. Alcune cose, come le munizioni per una fionda o gli inneschi elettrici per fuochi artificiali, li aveva trovati su ebay dove era registrato come “ahmad rahami”. Quando è stato arrestato, Rahami aveva con sé un taccuino su cui sono stati trovati diversi riferimenti all’ideologia del terrorismo islamista: sul taccuino, tra le altre cose, aveva scritto una preghiera affinché non fosse arrestato prima di poter portare a termine i suoi attacchi e aveva detto di ispirarsi al “fratello Osama bin Laden”. L’FBI ha anche trovato un canale YouTube collegato a Rahami, su cui erano stati pubblicati diversi video due dei quali facevano riferimento esplicitamente al jihad.

Le prime indagini dell’FBI non hanno per ora mostrato collegamenti diretti tra Rahami e gruppi del terrorismo internazionale, e non è chiaro se abbia ricevuto aiuto da qualcuno per la costruzione delle bombe: nel suo taccuino sono stati trovati riferimenti a Inspire, una rivista in inglese diffusa da al Qaida che qualche anno fa pubblicò le istruzioni per produrre bombe con componenti di uso domestico. Rahami aveva anche fatto diversi viaggi in Pakistan, gli ultimi nel 2011 e 2013, a volte fermandosi per diversi mesi. Nel 2014, dopo essere tornato negli Stati Uniti dopo tre mesi in Pakistan, Rahami fu arrestato per aver ferito suo fratello con un coltello durante una lite familiare. Quando la polizia arrivò a casa dei Rahami a Elizabeth, nel New Jersey, il padre di Rahami disse agli agenti di temere che il figlio fosse diventato un terrorista. La polizia passò le informazioni all’FBI che condusse delle indagini di primo livello, interrogando più volte il padre e controllando i database di altre agenzie governative senza trovare indicazioni rilevanti su un possibile coinvolgimento di Rahami con il terrorismo internazionale.