Gli smartphone prendono meglio in una mano che nell’altra

Cambiarla mentre si telefona può migliorare molto ricezione e qualità delle chiamate, dice una ricerca sui cellulari più diffusi

(SERGEI SUPINSKY/AFP/Getty Images)
(SERGEI SUPINSKY/AFP/Getty Images)

Nell’estate del 2010 Steve Jobs organizzò una conferenza stampa a Cupertino (California) presso la sede di Apple per affrontare il cosiddetto “antennagate”: davanti a decine di giornalisti, l’allora CEO della società spiegò perché erano state esagerate le notizie intorno agli iPhone 4 presentati a giugno, che avevano il difetto di non ricevere bene il segnale cellulare a causa del modo in cui erano state disposte le sue antenne lungo il bordo del telefono. Tra le altre cose, si disse che era sufficiente impugnare l’iPhone in un certo modo per evitare di coprire le antenne, garantendo una migliore ricezione del dispositivo. Apple offrì anche gratuitamente un anello di gomma da mettere intorno al bordo degli iPhone 4, in modo da isolare le antenne dal contatto con la pelle della mano, che contribuiva a peggiorare la ricezione. L’antennagate insegnò molte cose ai produttori di cellulari, che da allora hanno studiato varie soluzioni per evitare che i loro smartphone prendano meno quando sono tenuti in mano, ma secondo una recente ricerca condotta nel nord Europa, il modo in cui si impugna il telefono è ancora determinante per quanto riguarda la capacità di ricevere il segnale cellulare.

I test sono stati condotti per conto del Consiglio nordico, uno dei forum di collaborazione dei paesi nordici che si occupa soprattutto di cooperazione sociale ed economica, nell’ambito dei rapporti tra Danimarca, Finlandia, Islanda, Norvegia, Svezia e alcuni loro territori autonomi. Gert Frølund Pedersen dell’Università di Aalborg (Danimarca) ha messo alla prova vari modelli di smartphone, inserendoli all’interno di un ambiente con materiale isolante lungo le pareti per ridurre interferenze di altro tipo. I test sono stati eseguiti usando mani e teste sintetiche, che imitano la densità della carne umana e la conduttività della pelle.

La prova principale è stata eseguita simulando una telefonata, e misurando il segnale prodotto dallo smartphone che viene poi inviato al ripetitore della rete cellulare per comunicare. Di solito, questo tipo di segnale è il più debole tra quelli emessi dal telefono, e può quindi offrire più dati sulla qualità delle chiamate e sulle interferenze causate da mani e testa durante l’utilizzo. Il gruppo di ricerca di Pedersen ha rilevato in questo modo che la forza del segnale varia a seconda della mano con cui si tiene lo smartphone, in alcuni casi la differenza è molto marcata. La potenza del segnale di un iPhone 6s, per esempio, passa da 8,2 decibel milliwatt (dBm) se tenuto nella mano sinistra a 15,1 dBm se tenuto nella destra; come si vede nel grafico, per altri cellulari la differenza c’è, ma è meno marcata.

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Nel complesso gli iPhone testati hanno dato risultati che indicano una scarsa gestione del segnale, se rapportati a quelli di altri produttori. La testa costituisce comunque uno dei principali ostacoli per la diffusione delle onde, e per questo le differenze sono più evidenti nella simulazione di una telefonata rispetto agli altri usi del telefono. Nei test legati alla ricezione del segnale per navigare usando la connessione dati, per esempio, i ricercatori non hanno trovato molte differenze tra tenere gli smartphone con la mano destra o con la sinistra.

Ogni modello di cellulare ha una propria architettura interna dei componenti, orientamento e disposizione delle antenne compresi. Chi li utilizza non sa mai di preciso dove si trovano le antenne e non è raro che tenga le dita o il palmo della mano in loro corrispondenza. Quando si telefona, lo smartphone resta imprigionato tra la testa e la mano, riducendo notevolmente la sua capacità di inviare e ricevere segnali, soprattutto se si trova già in un luogo dove la copertura è debole. Il problema si nota di più durante una telefonata perché la qualità della comunicazione ne risente, rendendo spesso incomprensibile ciò che sta dicendo il proprio interlocutore. In questi casi può essere utile cambiare mano, e quindi lato della testa, o ancora meglio attivare il vivavoce e tenere il telefono lontano dal capo. Un paio di auricolari semplificano ulteriormente il problema.