• Moda
  • Venerdì 2 settembre 2016

Il documentario su Franca Sozzani al festival di Venezia

Girato dal figlio, racconta la storia della direttrice di Vogue Italia e l'impatto che ha avuto nel mondo della moda in tutto il mondo

di Enrico Matzeu – @enricomatzeu

Franca Sozzani e il figlio Francesco Carrozzini
(Franca. Chaos and Creation)
Franca Sozzani e il figlio Francesco Carrozzini (Franca. Chaos and Creation)

Venerdì 2 settembre viene presentato alla 73esima Mostra del Cinema di Venezia il documentario Franca. Chaos and Creation, che racconta la storia di Franca Sozzani, direttrice della rivista di moda Vogue Italia. Il film è stato girato dal figlio Francesco Carrozzini, che è anche un fotografo apprezzato per i servizi di moda e per i ritratti a personaggi famosi. Ha anche girato videoclip musicali per musicisti come Lana del Rey, Lenny Kravitz, Rita Ora e Niki Minaj.

Il documentario racconta la vita e la carriera di Franca Sozzani, che Carrozzini ha sempre seguito in giro per il mondo nei suoi impegni di lavoro da quando era piccolo: ci sono infatti moltissime fotografie di Sozzani che la ritraggono insieme al figlio. Carrozzini ha detto di aver girato il film perché «quando mio padre è morto, mi sono reso conto che mia madre era tutto quello che mi restava. Volendo instaurare una connessione più profonda, ho girato la telecamera su di lei e l’ho usata come mezzo per esplorare il nostro rapporto, in un modo nuovo, e per dare voce alle domande che non avevo mai fatto prima». In molte scene, quasi tutte girate con una 8 millimetri e quindi in bianco e nero, Carrozzini intervista la madre facendola parlare del suo lavoro, del loro rapporto e più in generale della sua vita. Questi scambi più privati sono stati spesso girati in auto, quando Sozzani e il figlio si spostavano per prendere un aereo o partecipare a un evento.

Nel documentario ci sono anche molte interviste a personaggi del mondo della moda, dello spettacolo e della cultura – come gli stilisti Donatella Versace e Karl Lagerfeld, la giornalista Suzy Menkes, la modella Naomi Cambpell e il fotografo Bruce Weber – che commentano il lavoro e la figura di Sozzani, spiegando perché secondo loro è stata così importante. Vengono mostrati anche molti servizi di moda e copertine realizzati da Sozzani, considerata dagli esperti la direttrice di tutte le edizioni di Vogue più originale e innovativa.

Franca Sozzani è nata a Mantova nel 1950, è laureata in Lettere e Filosofia e ha iniziato a lavorare nel mondo della moda con la rivista Vogue Bambini. Nel 1980, a trent’anni, diventò direttrice della rivista Lei e tre anni dopo anche della versione maschile, Lui. Nel 1988 fu nominata direttrice di Vogue Italia, che ha reso una delle più influenti riviste di moda al mondo subito dopo l’edizione americana, diretta da Anna Wintour (le due direttrici sono state assunte nello stesso mese dello stesso anno). Negli anni Sozzani è diventata responsabile di tutte le riviste che ruotano attorno a Vogue: L’Uomo Vogue, Vogue Gioiello, Vogue Sposa, Vogue Bambini e Vogue Accessory. Dal 1994 è direttrice editoriale della casa editrice Condé Nast Italia. Visto il ruolo, il parere di Sozzani è influente e decisivo nel mondo della moda, e nei suoi 25 anni a Vogue ha reso famosi molti stilisti emergenti, e valorizzato molti nomi importanti della moda italiana, da Gianni Versace a Giorgio Armani, di cui è anche molto amica. Lo stesso ha fatto con fotografi come Bruce Weber, Peter Lindbergh, Ellen von Unwerth e Paolo Roversi. Nel documentario parlando di stessa dice: «Sì che sono una vincente! Non perché sia presuntuosa, ma perché tutte le mie idee hanno avuto successo».

Franca Sozzani

Ciò che rende speciale il lavoro di Sozzani è la volontà di prendere posizione e la capacità di stupire con copertine e servizi fotografici di grande impatto. Per esempio nel 2008 pubblicò sull’intero numero di luglio soltanto servizi con modelle nere, accompagnandoli da editoriali e articoli che denunciavano il razzismo, anche nel mondo della moda. Lo stesso fece nel giugno 2011, con il servizio principale intitolato “Belle vere” e dedicato alle modelle cosiddette curvy, cioè con una taglia dalla 48 in su. Spesso ha trattato altri temi delicati e dibattuti come la chirurgia plastica, la violenza domestica e il rispetto dell’ambiente. Come dice nel documentario la famosa critica di moda Suzy Menkes, Sozzani ha reso «Vogue Italia, in un certo senso, leader di stile. Tutte le edizioni di Vogue sono di impatto, ma quella italiana ha sempre scelto immagini al limite: e questo è il vero senso della moda». C’è anche da dire che più volte, agli inizi del suo lavoro, Sozzani rischiò di venire licenziata dal direttore di Condé Nast International Jonathan Newhouse: le foto e i messaggi erano spesso così forti e divisivi da allontanare o preoccupare i pubblicitari.