Chi è Frank Ocean, e perché se ne parla

È appena uscito “Blonde”, il secondo disco di uno dei cantanti più talentuosi in circolazione, e sta piacendo parecchio

Il 20 agosto è uscito Blonde, l’ultimo disco del cantante americano Frank Ocean, considerato uno dei più talentuosi e promettenti musicisti R&B in circolazione. Per questo, e soprattutto perché Ocean non faceva un disco dal 2012, l’uscita di Blonde è stata anticipata da una grande attesa tra gli appassionati e sui giornali specializzati, che gli hanno dedicato attenzioni paragonabili quest’anno probabilmente solo a quelle per Lemonade di Beyoncé, The Life of Pablo di Kanye West e Views di Drake. Il disco è piaciuto molto ai critici e se ne parla come uno dei migliori dell’anno. Blonde è uscito inizialmente solo sul servizio di streaming Apple Music, e tuttora non è disponibile su Spotify o Google Play: si può però acquistare su iTunes.

Frank Ocean per principianti
Ocean è nato nel 1987 a Los Angeles, e è si trasferito a New Orleans con la famiglia a cinque anni. Da ragazzo si è appassionato alla musica e ha cominciato a cantare, finché nel 2005 è tornato a vivere a Los Angeles, dopo che l’uragano Katrina aveva distrutto New Orleans. In poco tempo Ocean si era fatto conoscere nel giro della musica hip hop di Los Angeles, e tra il 2009 e il 2011 si era fatto un nome tra gli addetti ai lavori. In quegli anni ha scritto alcune canzoni per gli Odd Future, un collettivo hip hop di Los Angeles, e all’inizio del 2011 ha diffuso online il suo primo mixtape, Nostalgia, Ultra, che è stato apprezzato dalla critica ma ascoltato quasi solo da loro. Con quel mixtape però Ocean era stato notato dalle persone giuste: nei mesi successivi aveva collaborato con Beyoncé, John Legend, Kanye West e Jay Z: è Ocean a cantare la prima strofa di “No Church in the Wild”, per esempio. Per la metà del 2011 Ocean, che non aveva neanche 24 anni, era già considerato come uno dei più promettenti cantanti hip hop in circolazione: ad agosto era arrivato sulla copertina di Fader, una delle più importanti riviste specializzate americane.

Nel 2012 è uscito il suo primo disco, channel ORANGE, prodotto tra gli altri da Pharrell Williams. Qualche giorno prima dell’uscita del disco, Ocean aveva pubblicato sul suo Tumblr un post in cui, in sostanza, raccontava di avere avuto una relazione omosessuale. Ocean, che in seguito ha detto di preferire che la sua sessualità non venisse etichettata, è stato uno dei primi importanti artisti hip hop a dire di essere bisessuale: un’altra che ha fatto coming out più o meno nello stesso periodo di Ocean è Azealia Banks. Ocean aveva ricevuto molto sostegno nell’ambiente della musica, anche se qualcuno come il rapper 50 Cent lo ha accusato di aver fatto coming out a ridosso dell’uscita del disco per ragioni di marketing. Il post di Ocean, come prevedibile, aveva attirato molte attenzioni e aveva contribuito a renderlo il cantante-del-momento. Ocean nelle settimane successive si era esibito in molti programmi televisivi americani – durante i quali aveva dimostrato di avere una notevole intonazione anche dal vivo – e channel ORANGE era diventato un successo commerciale, vendendo 131mila copie nella prima settimana e arrivando al secondo posto nella classifica di Billboard.

Il successo immediato di Ocean è dipeso anche dalle recensioni molto positive e quasi unanimi dei critici musicali, che ne avevano apprezzato l’originalità dello stile, molto diverso da quello degli altri cantanti hip hop. Le canzoni di channel ORANGE hanno infatti melodie ricercate e basi ritmiche non scontate, e utilizzano poche campionature, le basi prese da altre canzoni presenti normalmente nelle canzoni R&B e hip hop. In diverse canzoni le parti cantate da Ocean sono piuttosto complesse, e venne apprezzata anche la sua capacità di cantare in falsetto. A essere diversi dal solito erano poi anche i testi, particolarmente introspettivi e articolati. Le riviste musicali Spin e Paste avevano scelto channel ORANGE come disco dell’anno, mentre Rolling Stone lo aveva messo al secondo posto definendo Ocean «la scoperta dell’R&B più emozionante degli ultimi tempi». Ocean in quei mesi è stato paragonato ad alcuni dei più importanti cantanti R&B di sempre, come Marvin Gaye, Prince e D’Angelo.

Blonde, quattro anni dopo
Nonostante si fosse affermato come uno dei cantanti più interessanti della scena R&B e hip hop americana, Ocean non ha registrato nuove canzoni per quattro anni (tranne una nel 2014, “Hero”). Fin dal 2013, però, ha cominciato a parlare del suo secondo disco, che nel 2014 sembrava praticamente finito. Non era così, e prima dell’uscita sono passati ancora due anni. In mezzo, Ocean ha lavorato con Kanye West per “Wolves”, una canzone di The Life of Pablo. Negli scorsi mesi ha diffuso – come fanno ormai molti artisti – diversi indizi sulla prossima uscita del nuovo disco, che a un certo punto sembrava dovesse chiamarsi Boys Don’t Cry. Il 19 agosto è uscito su Apple Music un “visual album” – cioè un lungo videoclip – chiamato Endless, e pochi giorni dopo è uscito Blonde, il vero secondo disco di Ocean (che in copertina ha scritto in realtà Blond, senza “e”, non si è capito bene perché). Sembra che Ocean abbia fatto uscire Endless  – che è accompagnato da canzoni abbastanza scollegate tra loro – per rispettare un impegno contrattuale con la sua casa discografica, la Def Jem, e poter così pubblicare indipendentemente Blonde.

Praticamente tutti i principali giornali e siti di musica stanno parlando di Blonde come di uno dei dischi più belli sentiti da un po’ di tempo. Pitchfork, che gli ha dato un punteggio di 9/10, ha scritto che a differenza di channel ORANGE è un disco più intimo, la cui delicatezza «dà l’idea di una persona in un piccolo appartamento, con solo una tastiera, una chitarra e i suoi pensieri come compagnia. Ma non è uno qualunque a farsi prendere dall’emotività in questo abisso, è Frank Ocean». “Nikes” e “Ivy”, le prime due canzoni del disco, sono tra le più efficaci e rappresentative per la loro essenzialità: nella prima, in cui la voce di Ocean è distorta con un effetto che ricorda quello provocato dall’elio, ci sono solo una batteria elettronica, un basso e una tastiera, mentre la seconda, prodotta anche da Jamie xx, è accompagnata solo da due tracce separate di una chitarra elettrica, processata con due effetti conosciuti come “reverbero” e “tremolo”.

Il Guardian ha dato a Blonde 5 stelle su 5, definendolo «innegabilmente uno dei più sconcertanti, inaspettati e intriganti dischi pubblicati da una pop star di successo: non solo quest’anno, ma di sempre». Ci sono canzoni, dice il Guardian, che sembrano «bozze che aspettano di essere concretizzate da un produttore»: “Good Guy”, per esempio, consiste in qualche accordo suonato al pianoforte e una linea vocale approssimativa. «I più crudeli potrebbero essere tentati dal pensare che dopo aver finalmente finito il suo capolavoro così atteso, Ocean per sbaglio l’avesse cancellato dal suo laptop la notte prima di farlo uscire, e così ha dovuto frettolosamente mettere insieme quello che si ricordava a memoria alle 3 del mattino, usando una chitarra acustica e un pedale per gli effetti». In realtà il disco è confezionato benissimo, e ascoltandolo con attenzione «emerge gradualmente un album di una bellezza enigmatica, di una profondità inebriante e emozioni intense».

Spin, che ha dato a Blonde una valutazione di 8 su 10, lo ha paragonato a un altro dei dischi più celebrati degli ultimi anni, To Pimp a Butterfly di Kendrick Lamar, che ha collaborato con Ocean per “Skyline To”, la sesta canzone di Blonde. A “Pink + White”, la terza canzone del disco, ha invece collaborato Beyoncé, che fa la seconda voce in alcuni brevi passaggi (Ocean ha chiesto a Beyoncé di fare la corista, sì).