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  • Sabato 27 agosto 2016

Le care multe ai ciclisti nello stato di Sydney

Ci sono da qualche mese, arrivano a centinaia di euro e dietro sembra ci sia una questione politica: i ciclisti sono di sinistra?

(WILLIAM WEST/AFP/Getty Images)
(WILLIAM WEST/AFP/Getty Images)

Da marzo nel New South Wales – lo stato australiano di cui fa parte Sydney – sono in vigore nuove regole per i ciclisti: alcune servono a proteggerli (stabiliscono per esempio che le auto devono sempre stare a una certa distanza da loro), altre hanno reso molto più severe le multe già esistenti in cui possono incorrere. Da qualche mese se un ciclista va in bici senza un casco omologato deve pagare 319 dollari australiani (circa 215 euro) e ci sono multe ancora più care per chi guida in modo pericoloso e non si ferma al semaforo rosso o se non fa attraversare le persone sulle strisce pedonali. In tutta l’Australia è obbligatorio già da anni avere un casco quando si va in bici, e in particolare nel New South Wales c’erano già multe per l’assenza di casco, i semafori rossi e altre violazioni: fino a prima di marzo bisognava pagare poco meno di 50 euro in quasi tutti i casi. Dal marzo 2017 i ciclisti del New South Wales saranno anche obbligati ad avere sempre con loro un documento d’identità.

Come prevedibile le nuove regole e le conseguenti multe stanno ricevendo molte critiche da chi le deve pagare e, più in generale, dalle associazioni di ciclisti. Parlando del futuro obbligo di avere con sé un documento d’identità, Ray Rice, il direttore dell’associazione Bicycle NSW (la sigla di New South Wales), ha detto: «Non ci sono elementi per dire che esiste un problema legato all’identificazione dei ciclisti. Vorrà dire che i ciclisti dovranno portarsi dietro la patente anche per andare in spiaggia o sotto casa a fare la spesa. È un modo per disincentivare gli spostamenti in bici». C’è anche chi ha sintetizzato la nuova politica per i trasporti del New South Wales con lo slogan “quattro ruote è bene, due ruote è male”. In realtà c’è stata anche una campagna di sensibilizzazione per il rispetto verso i ciclisti, chiamata “go together”, andiamo insieme.

Le associazioni di ciclisti dicono che ci sono già oggi molte multe per i ciclisti e quasi nessuna per le auto che non rispettano le regole previste per superarli in auto. Soprattutto a Sydney c’è chi si è lamentato dell’eccessiva dedizione con cui vengono date le multe ai ciclisti: perché non hanno il casco ben allacciato; perché non hanno un campanello; perché ai semafori non passano col rosso ma cercano comunque di stare in bilico davanti alle auto, così da non dover staccare il piede dai pedali. Il Guardian per esempio ha parlato di Michael Gratton, un ricercatore nel campo della robotica, che mentre andava al lavoro a Sydney ha dovuto pagare più di 350 euro di multe perché non aveva il casco, non aveva un campanello e perché la sua bici (una di quelle su cui si frena pedalando “all’indietro”) non aveva dei freni a norma. Gratton ha detto: «Non vado in bici sui marciapiedi e il campanello è inutile con le auto», e ha aggiunto che secondo lui «le multe sono incredibilmente esagerate».

Al di là delle proteste di chi riceve le multe, la questione che riguarda i ciclisti di Sydney e del New South Wales ha soprattutto dei significati politici. Come ha spiegato al Guardian Mark Adams di Strategic Cities, un gruppo di ricerca sull’urbanistica e i trasporti: «A Sydney andare in bici è visto come qualcosa di sinistra, un po’ hippie, non come qualcosa di importante». Adams ha anche spiegato che altrove le cose sono andate in modo diverso e ha fatto l’esempio di Boris Johnson, il politico britannico del Partito Conservatore, che quando era sindaco di Londra prese molti provvedimenti a favore degli spostamenti in bici.

Le nuove regole per i ciclisti sembrano quindi essere parte del confronto tra Clover Moore – sindaco di Sydney dal 2004, indipendente ma vicina alla sinistra, candidata a un quarto mandato – e Christine Forster, la sua avversaria del Partito Liberale, che è al governo nello stato del New South Wales. Il Guardian ha scritto che Moore è da sempre a favore dei ciclisti e un anno fa disse: «L’importanza degli spostamenti in bici a Sydney è minacciata da isteriche opinioni secondo cui quelli che vanno in bici fanno male all’economia della città». Moore – che è sorella dell’ex primo ministro australiano Tony Abbott – è invece a favore delle nuove regole per chi va in bici, fatte passare dal governo nel New South Wales a cui è politicamente vicina. Duncan Gay, ministro dei trasporti del New South Wales, ha spiegato al Guardian: «Siccome c’erano molti incidenti in cui erano coinvolti ciclisti non avevo scelta e dovevo cercare dei deterrenti per far sì che aumentasse la sicurezza dei ciclisti e di tutti quelli che stanno sulle strade, pedoni compresi. Non vorrei dover vedere un solo altro dollaro guadagnato tramite le multe ai ciclisti, spero invece che diminuiscano gli incidenti».

Al momento non ci sono dati su quanto le nuove regole e le aumentate multe abbiano cambiato le cose. Il nuovo sindaco di Sydney sarà eletto il 10 settembre; le prossime elezioni del New South Wales saranno però nel 2019.