Anche l’abito da suora è vietato sulle spiagge di Nizza

L'ha detto il vicesindaco durante un programma radio di BBC, parlando del divieto di indossare il burkini

(YASUYOSHI CHIBA/AFP/Getty Images)
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Rudy Salles, il vicesindaco di Nizza, giovedì ha parlato della questione del burqini (o burkini) durante la trasmissione “World at One” trasmessa su Radio 4 di BBC. Salles ha difeso la decisione dell’amministrazione comunale di Nizza di vietare alle donne musulmane di indossare il burkini sulle spiagge cittadine – sospesa oggi dal Consiglio di Stato francese – dicendo: «Andare in spiaggia in burkini è proibito perché è una provocazione. La religione e lo stato sono completamente separati. La religione è affare di tutti, ma di tutti a casa loro, di tutti in chiesa, non di tutti per strada». A un certo punto il conduttore di “World at One”, Edward Stourton, ha fatto a Salles una domanda sulle suore cattoliche (al minuto 30:06 della trasmissione, che si può ascoltare qui).

Stourton: «Parliamo delle suore cattoliche. A loro sarebbe permesso presentarsi in spiaggia indossando il loro abito?»

Galles: «No. Vale anche per loro»

A Nizza, come in altri comuni della costa francese, alcune recenti ordinanze hanno vietato l’ingresso in spiaggia «a chiunque non indossi una tenuta corretta, rispettosa delle buone maniere e della laicità, delle regole d’igiene e sicurezza della balneazione». Il divieto è stato interpretato da molti come rivolto alle donne musulmane osservanti, che spesso vanno in spiaggia con i capelli coperti e indossando abiti lunghi (una tenuta che è stata soprannominata “burkini”, che in realtà è il nome di un prodotto specifico). Di Nizza si è parlato anche negli ultimi due giorni a causa di alcune foto diffuse dall’agenzia fotografica VantageNews che mostrano dei poliziotti francesi mentre costringono una donna in spiaggia a togliersi alcuni indumenti.