• Moda
  • Martedì 23 agosto 2016

La nuova moda del marmo nei vestiti

È sempre più utilizzato per produrre bottoni e altri piccoli accessori: l'idea è di un'azienda italiana di Campi Bisenzio

di Enrico Matzeu – @enricomatzeu

(53.0)
(53.0)

Recentemente il marmo, solitamente utilizzato per pavimenti e pezzi d’arredamento, è stato introdotto anche nella moda, soprattutto per realizzare bottoni e piccoli accessori. La tendenza si deve a un’azienda italiana che si è specializzata nel lavorare il marmo in questo settore, dove sono necessari macchinari specifici e più tempo e cura per realizzare oggetti minuti. L’azienda, l’unica di questo tipo in Italia, si chiama 53.0 ed è stata fondata due anni fa a Campi Bisenzio, vicino a Firenze, da Manuela Falorni: è un distaccamento dell’azienda di famiglia che produce pavimenti e arredi in marmo. Tutto è iniziato quando Christian Beck – il direttore creativo del marchio tedesco Aigner che ha sede a Monaco ma sfila alla Settimana della moda di Moda di Milano – si è rivolto a Falorni per realizzare delle piccole applicazioni in marmo a forma di cubo da inserire in alcuni vestiti.

Falorni ha continuato a realizzare oggetti in marmo per l’abbigliamento proponendoli alle case di moda più importanti. Finora nessuno ha impiegato il marmo nei vestiti, anche perché è considerato un materiale pesante e quindi difficile da indossare. Invece se tagliato finemente – uno spessore anche di due o tre millimetri – è molto leggero e può essere utilizzato anche per piccole borse. I materiali cosiddetti lapidei – tra cui i marmi, gli onici, i graniti e le pietre – si lavorano facilmente per realizzare oggetti di piccole dimensioni, come bottoni da cucire sulle giacche o tessuti anche più leggeri come quelli da camicia.

Agli stilisti piacciono molto perché sono materiali naturali con colori e venature particolari, e perché danno ai capi un’aria pregiata. Gli onici sono molto richiesti perché hanno una brillantezza e una trasparenza che il marmo solitamente non ha; ci sono poi le agate ricostruite, ovvero tagliate e riassemblate, e i marmi, sia chiari che più scuri, come quello verde di Prato. Sono tutti materiali italiani ricavati dalla cava dell’Altissimo, dove l’artista Michelangelo scolpì il famoso David; vengono lavorati con macchinari speciali seguendo il disegno impostato su un computer, mentre il taglio viene effettuato con acqua. In questo modo si possono creare oggetti di piccole dimensioni e di tutte le forme. I costi di lavorazione sono abbastanza alti e si cerca quindi di produrre in grandi quantità: indicativamente un bottone in marmo costa circa cinque euro.

Finora Falorni ha prodotto soprattutto bottoni. Di recente ha iniziato realizzato anche piccole lettere che richiamano i caratteri dei marchi, accessori, bracciali e pochette, le borsette con catenella da indossare nelle serata più eleganti. Molte aziende di moda si stanno interessando al lavoro di 53.0, come per esempio Salvatore Ferragamo, e hanno richiesto dei prototipi in base alle esigenze del direttore creativo e al tema della collezione in cui verrebbero utilizzati.