I paesaggi di Luigi Ghirri

In mostra a Bergamo fino al 31 agosto: spiagge abbandonate, montagne, monumenti, raccontati da uno dei più grandi fotografi italiani del Novecento

Lido di Spina, 1974
Dalla serie "Kodachrome"
(Luigi Ghirri)
Lido di Spina, 1974 Dalla serie "Kodachrome" (Luigi Ghirri)

Fino al 31 agosto nel complesso monumentale di Astino, a Bergamo, sarà ospitata la mostra Luigi Ghirri. Pensiero Paesaggio, che raccoglie oltre 40 lavori di uno dei più grandi fotografi italiani del Novecento, nato a Scandiano (in provincia di Reggio Emilia) nel 1943 e morto a Roncocesi nel 1992. Ghirri avvicinò la fotografia all’arte contemporanea grazie a una poetica fatta di paesaggi sospesi e metafisici, come mostrano anche le immagini esposte ad Astino: spiagge, luoghi di lavoro, abitazioni private, paesaggi montani e monumenti in città, dove le persone sono quasi sempre assenti. La maggior parte delle fotografie è degli anni Settanta e Ottanta: alcune per esempio provengono da Kodachrome, il primo libri pubblicato da Ghirri nel 1978 e ispirato all’idea di “pensare per immagini”, altre da Il profilo delle nuvole, pubblicato nel 1989 e dedicato alla fotografia di paesaggio. La mostra è gratuita e aperta dal martedì alla domenica dalle 10 alle 22.

Ghirri si è occupato soprattutto di paesaggio e architettura, pubblicando per esempio monografie su Capri (1983) insieme a Mimmo Jodice, sull’Emilia Romagna (1985-1986), sul Paesaggio italiano (1989), e organizzando Viaggio in Italia (1984), una grande mostra itinerante in cui venti importanti fotografi hanno raccontato il paesaggio italiano allontanandosi dagli stereotipi e mostrando un paese normale, reale e quotidiano.