In Islanda le elezioni anticipate per lo scandalo dei Panama Papers sono state indette per il 29 ottobre

Una protesta contro il governo per chiedere nuove elezioni a Reykjavik, in Islanda, il 9 aprile 2016 (HALLDOR KOLBEINS/AFP/Getty Images)
Una protesta contro il governo per chiedere nuove elezioni a Reykjavik, in Islanda, il 9 aprile 2016 (HALLDOR KOLBEINS/AFP/Getty Images)

Il primo ministro islandese Sigurður Ingi Jóhannsson, che in aprile aveva preso il posto Sigmundur Davíð Gunnlaugsson, ha annunciato che il 29 ottobre si terranno nel paese elezioni anticipate. Gunnlaugsson si era dimesso dopo che l’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), un’organizzazione internazionale di giornalisti, aveva pubblicato l’inchiesta sui cosiddetti “Panama Papers”, una serie di documenti trapelati da Mossack Fonseca, una delle più importanti società del mondo che si occupa di creazione e gestione di società off shore e in paradisi fiscali.

L’inchiesta rivelò che Gunnlaugsson era legato a una società off shore fondata nel 2007 con l’aiuto di Mossack Fonseca: questa società aveva contratto un grosso credito nei confronti di tre banche islandesi, che nel 2008 erano state parzialmente nazionalizzate dopo che avevano dichiarato bancarotta. Dato che la società di Gunnlaugsson risultava essere ancora in credito dopo la nazionalizzazione, anche nel periodo successivo al suo ingresso in Parlamento, Gunnlaugsson era stato accusato di conflitto di interessi (oltre che di aver nascosto ai cittadini islandesi di essere legato a una società del genere).

Quelle del 29 ottobre saranno le seconde elezioni in un anno in Islanda, dato che a giugno è stato eletto il nuovo presidente, Gudni Johannesson, un ex professore universitario che si è candidato come indipendente.