I 12 dischi finalisti del Mercury Prize

Che valgono consigli per l'ascolto a chi vuole provare musica buona, nuova e poco conosciuta (salvo due)

(Photo credit should read PATRICIA DE MELO MOREIRA/AFP/Getty Images)
(Photo credit should read PATRICIA DE MELO MOREIRA/AFP/Getty Images)

Sono stati annunciati oggi i dischi finalisti del Mercury Prize, il premio che viene assegnato ogni anno al miglior disco di artisti britannici o irlandesi. I candidati e i vincitori del premio sono quasi sempre prodotti da etichette musicali indipendenti, e il concorso è nato proprio per questo: creare un’alternativa alle logiche di mercato che dominano premi più celebri come — per rimanere nel Regno Unito — i Brit Awards. Non si parla dei Grammy americani, insomma: il Mercury è invece un caso più unico che raro – possibile solo in un paese con l’attenzione al pop-rock che ha il Regno Unito – di premio seguìto, importante, con ricadute sul mercato, e che però compie scelte di qualità. È stato istituito nel 1992 dalla British Phonographic Industry e dalla British Association of Record Dealers (l’associazione britannica dei rivenditori di dischi). In origine il premio era sponsorizzato dalla Mercury Communications (un marchio della compagnia di telecomunicazioni Cable & Wireless), poi ha avuto diversi sponsor e dall’anno scorso la BBC.

Quest’anno per la prima volta il voto è stato aperto anche ai fan che sceglieranno, insieme alla giuria, i 6 dischi migliori del 2016. Il vincitore sarà annunciato il 15 settembre, durante la serata di premiazione a Londra. In passato il premio è stato vinto da artisti come Primal Scream, Suede, PJ Harvey, Pulp, Portishead, Arctic Monkeys, Antony and the Johnsons e Franz Ferdinand, mentre lo scorso anno il miglior disco è stato At least for now di Benjamin Clementine.

(altro…)