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  • Martedì 2 agosto 2016

La crisi del partito di Mandela

Mercoledì si vota per le amministrative e l'African National Congress guidato da Zuma potrebbe perdere in diverse grandi città, per la prima volta dalla fine dell'apartheid

di Michael Cohen e Amogelang Mbatha – Bloomberg

Il presidente sudafricano Jacob Zuma al comizio conclusivo del suo partito, l'African National Congress (ANC), prima delle elezioni comunali, il 31 luglio a Johannesburg (MARCO LONGARI/AFP/Getty Images)
Il presidente sudafricano Jacob Zuma al comizio conclusivo del suo partito, l'African National Congress (ANC), prima delle elezioni comunali, il 31 luglio a Johannesburg (MARCO LONGARI/AFP/Getty Images)

L’African National Congress (ANC) sta per affrontare la prova più dura per il saldo controllo che ha avuto negli ultimi 22 anni – cioè dalla fine dell’apartheid – sulla politica sudafricana, in un periodo in cui la povertà dilagante, la debolezza dell’economia e gli scandali legati al presidente Jacob Zuma rischiano di allontanare gli elettori e porre fine al controllo del partito in alcune città fondamentali del paese. Stando a dei sondaggi commissionati dall’emittente eNCA, l’African National Congress – il partito di maggioranza in Sudafrica, fondato 104 anni fa – potrebbe perdere il controllo di Johannesburg, il principale centro commerciale del paese, della capitale amministrativa Pretoria e di Port Elizabeth alle elezioni comunali di mercoledì. I voti complessivi dell’ANC scenderanno probabilmente al 54 per cento, dal 62 per cento ottenuto alle elezioni nazionali di due anni fa, secondo un sondaggio di South African Citizens pubblicato la settimana scorsa e che ha preso in esame un campione di 1.300 adulti. «Fino a oggi, l’ANC era sembrato inattaccabile», ha detto Daryl Glaser, un professore di politica della University of the Witwatersrand di Johannesburg. «Se crediamo a quello che indicano i sondaggi, allora siamo di fronte a qualcosa di molto importante».

Da quando Nelson Mandela portò il partito al governo nel 1994, l’ANC ha ottenuto oltre il 60 per cento dei voti a ogni elezione e ha rafforzato il suo sostegno aumentando l’accesso all’acqua pulita e all’elettricità, ed estendendo i sussidi pubblici a quasi un terzo della popolazione. I problemi legali di Zuma e il tasso di disoccupazione al 27 per cento, tuttavia, hanno dato coraggio all’opposizione. La sconfitta dell’ANC darebbe forza a chi chiede che Zuma, che ha 72 anni, venga rimosso dall’incarico prima della fine dell’attuale mandato presidenziale, che scade nel 2019. Un sondaggio condotto dalla società di ricerche di mercato TNS su duemila adulti in diverse città ha scoperto che a febbraio il suo tasso di gradimento è sceso al 21 per cento dal 33 per cento dell’anno prima. Le richieste delle dimissioni di Zuma sono aumentate da quando a marzo il principale tribunale sudafricano ha stabilito che il presidente aveva violato la costituzione rifiutandosi di restituire i soldi pubblici che aveva usato per rinnovare la sua residenza privata.

Delle vittorie dell’opposizione potrebbero anche obbligare l’ANC a ripensare alle sue politiche, per esempio ai piani per introdurre un salario minimo e tagliare il deficit di bilancio. Alleanza Democratica, il partito che governa già a Cape Town, propone di rendere più semplice il settore delle imprese, e assumere e licenziare i dipendenti, mentre il partito dei Combattenti per la Libertà Economica sostiene la nazionalizzazione di miniere, banche e terreni. In Sudafrica, i comuni gestiscono i parchi, le biblioteche, la raccolta dei rifiuti, alcune strade, la distribuzione elettrica e idrica, e nel complesso hanno avuto entrate per 309 miliardi di rand (poco più di 20 miliardi di euro) nell’anno concluso a giugno del 2015. Secondo un sondaggio di eNCA condotto la settimana scorsa su 1.500 persone, nella municipalità metropolitana di Tshwane, che comprende Pretoria, Alleanza Democratica è avanti con il 41 per cento contro il 26 per cento di ANC, ed è al 36 per cento contro il 32 di ANC a Pretoria. I Combattenti per la Libertà Economica – guidati dall’ex leader dei giovani dell’ANC Julius Malema – invece sarebbero all’11 per cento a Tshwane e al 9 a Johannesburg, sempre stando al sondaggio di eNCA. «Andrò a votare perché vogliamo un cambiamento», ha detto lunedì Nozizwe Ndlovu, un donna di 35 anni, disoccupata e con tre figli, che vive nella township White City di Soweto. «Le strade sono ricoperte di spazzatura, ci sono tubature dell’acqua rotte, i liquami sono sulla strada, e le persone continuano a vivere in baracche. Abbiamo bisogno di nuovi consiglieri comunali».

L’ANC dice che secondo i suoi sondaggi il partito ha ancora il controllo dei centri principali del Sudafrica, mentre per Alleanza Democratica a Tshwane e Port Elizabeth la corsa sarebbe serrata. L’emittente ANN7 ha detto che stando ai suoi sondaggi l’ANC ha ancora il controllo di Johannesburg, è in vantaggio a Pretoria e dietro ad Alleanza Democratica a Port Elizabeth. «Il modo di pensare delle persone sta diventando molto più aperto», ha detto Brigalia Bam, ex presidente dell’Independent Electoral Commission, durante un incontro a Cape Town. «In passato avevano molta paura a mettere una maglietta di un partito d’opposizione. Oggi ci sono più persone nelle township e nei villaggi che sostengono apertamente Alleanza Democratica. Il processo democratico sta maturando», ha detto Bam. Alleanza Democratica ha detto che l’amministrazione di Zuma si è dimostrata incapace a dare una svolta all’economia sudafricana, che secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale quest’anno crescerà solo dello 0,1 per cento, il tasso più basso dalla recessione del 2009. Il rand, la moneta del paese, ha perso il 40 per cento sul dollaro da quando Zuma è diventato presidente, il 9 maggio 2009, il calo più alto tra le 16 importanti valute internazionali monitorate da Bloomberg. Alcune delle decisioni prese da Zuma, come la rimozione di un rispettato ministro delle Finanze, hanno causato periodi di instabilità nel paese.

«Con la presidenza di Zuma, l’ANC è diventato tutto quello che una volta combatteva: un’organizzazione che si interessa dei pochi che hanno le conoscenze a scapito dei molti», ha detto il 36enne capo di Alleanza Democratica Mmusi Maimane ai circa 24mila sostenitori che lo acclamavano e avevano riempito lo stadio Dobsonville di Soweto, vicino a Johannesburg, per il comizio conclusivo del partito del 30 giugno. «Queste elezioni sono un nuovo inizio per il nostro paese. Alleanza Democratica si rafforza di settimana in settimana, mentre l’ANC sta perdendo terreno».

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Parlando a un comizio davanti a 62mila persone allo stadio Ellis Park di Johannesburg, domenica scorsa, Zuma trasmetteva molta sicurezza. «Abbiamo fatto un lavoro eccezionale per costruire le nostre città, e siamo orgogliosi dei loro risultati», ha detto Zuma, che in passato è stato il capo dell’intelligence dell’ANC e che guida il partito dal 2007.  «Sotto l’ANC il nostro paese ha un futuro più luminoso». L’ANC ha il vantaggio di essere il partito in carica e di poter contare su un budget per le elezioni che sovrasta quello di tutti i suoi rivali messi insieme. La settimana scorsa a Cape Town, Novula Mokonyane, il responsabile della campagna elettorale dell’ANC, ha raccontato che il partito ha speso più di un miliardo di rand per comizi, cartelloni pubblicitari, manifesti e magliette. Altri partiti non hanno rivelato il loro budget elettorale. Il Sunday Times ha scritto che Alleanza Democratica ha speso 350 milioni di rand per la campagna elettorale, senza citare la fonte delle informazioni. «Le sconfitte per l’ANC saranno piuttosto considerevoli, ma credo che le previsioni sulla portata di queste sconfitte siano esagerate», ha detto Gary van Staden, un analista di NKC African Economics che lavora a Paarl, vicino a Cape Town. «Se ci saranno dei cambiamenti, sarà perché le persone sono deluse dalla qualità della loro vita e non pensano che l’ANC abbia fatto abbastanza per risolvere la situazione».

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