La legge sulla legalizzazione della marijuana

È in discussione da oggi alla Camera: 220 deputati la sostengono, ma i tempi sembrano lunghi e i risultati molto incerti

(ALESSANDRO DI MEO / ANSA / I50)
(ALESSANDRO DI MEO / ANSA / I50)

Oggi, per la prima volta nella storia italiana un provvedimento che prevede la legalizzazione del consumo della cannabis è entrato in discussione alla Camera dei deputati. Il disegno di legge, sostenuto da più di 200 deputati, prevede la possibilità di detenere e trasportare piccole quantità di cannabis, di coltivarla e di acquistarla in negozi autorizzati. La discussione richiederà numerose sedute e, secondo quanto scrivono i giornali, non si arriverà ad un voto sul testo prima del mese di settembre. Gli oppositori della legge, tra cui diversi esponenti di Forza Italia, hanno detto che cercheranno di bloccare la legge con ogni mezzo, mentre Area Popolare, il partito di centro che sostiene il governo, ha già presentato 1.700 emendamenti.

Se la proposta dovesse essere trasformata in legge, diventerà legale possedere fino a 15 grammi di marijuana nella propria abitazione e fino 5 all’esterno. Sarà possibile coltivare fino a cinque piante di cannabis nella propria abitazione e iscriversi a dei “cannabis social club”, associazioni senza scopo di lucro che sono autorizzate a coltivare marijuana per l’uso dei propri soci. Nel DDL è anche prevista la possibilità di aprire specifici esercizi commerciali dove sarà possibile vendere marijuana per scopi ricreativi in un regime di tassazione simile a quello in vigore per il tabacco. La legge prevede anche semplificazioni per l’uso della cannabis a scopo terapeutico, mentre non modifica le pene che regolano lo spaccio e non attenua le norme che proibiscono la guida in stato di alterazione psico-fisica (qui potete trovare il testo e una scheda con le informazioni tecniche essenziali).

Il progetto è sostenuto da “Cannabis legale“, un gruppo parlamentare formato da deputati e senatori provenienti dal PD, dal Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Possibile, Scelta Civica e Forza Italia. Tra i principali sostenitori della proposta ci sono il senatore Luigi Manconi, del PD, e il senatore Benedetto Della Vedova, ex presidente del Partito Radicale, sottosegretario agli Esteri e attualmente iscritto al gruppo misto. La proposta era stata presentata lo scorso settembre e ha iniziato a essere discussa dalle commissioni parlamentari di Camera e Senato lo scorso gennaio. L’intergruppo che sostiene la nuova legge conta su 113 membri, ma secondo quanto riportano i giornali, i deputati che hanno firmato la proposta di legge sono 221, a cui si aggiungerebbero altri 70 senatori.

I membri dell’intergruppo sostengono che la proposta permetterà di destinare a combattere crimini più gravi parte delle risorse che al momento vengono impiegate nella lotta alle droghe leggere. Inoltre, secondo i promotori, con la legalizzazione si potrebbero aumentare le entrate dello stato grazie alle tasse sulla produzione e sul consumo di droghe leggere. Non esistono stime complete sui possibili effetti della legalizzazione della cannabis, un mercato che, secondo l’ISTAT, vale ogni anno circa 3 miliardi di euro. Un altro effetto importante della legalizzazione sarebbe la sottrazione di un’importante fonte di entrate per la criminalità organizzata. Lo scrittore Roberto Saviano, che si è più volte espresso a favore della legalizzazione, ha dedicato al tema un articolo pubblicato oggi da Repubblica.

Tra i più critici nei confronti della legalizzazione c’è Area Popolare, il gruppo formato da NCD e UDC. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ad esempio, ha criticato la proposta con un tweet pubblicato ieri.

Un altro esponente del NCD, il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Enrico Costa, ha detto che «i sostenitori della liberalizzazione della cannabis hanno raccolto una quantità di adesioni molto alta», ma non ancora sufficiente a far passare la proposta. Attualmente, i giornali scrivono che ci sono circa 300 parlamentari a favore della legge, un numero che non consente di raggiungere la maggioranza né alla Camera né al Senato.