«Alcuni esperti ci dicono che sono stati i russi, per aiutare Donald Trump»

Robby Mook, il responsabile della campagna elettorale di Hillary Clinton, dice che a rubare alcune email imbarazzanti al Partito Democratico americano sono stati degli hacker russi

Durante una trasmissione del canale televisivo ABC News Robby Mook, responsabile della campagna elettorale di Hillary Clinton, ha detto che potrebbero essere stati degli hacker russi ad aver rubato migliaia di email al Partito Democratico americano, poi pubblicate due giorni fa da Wikileaks. Mook sostiene che secondo alcuni esperti, inoltre, i russi lo avrebbero fatto per favorire il candidato Repubblicano Donald Trump alle elezioni presidenziali di novembre. Alcune email diffuse da Wikileaks sembrano suggerire che alcuni dirigenti dell’organo elettorale del Partito abbiano favorito la campagna di Clinton rispetto a quella di Bernie Sanders, il suo sfidante alle primarie. Dice Mook:

«Gli esperti ci dicono che persone che lavorano per la Russia sono entrate negli account del DNC, hanno preso tutte quelle email e ora le stanno diffondendo attraverso quei siti. Ovviamente devono ancora capire cosa è successo precisamente, cosa è stato contaminato e cosa no […] Alcuni esperti ci dicono che sono stati i russi, per aiutare Donald Trump».

Mook ha anche detto che è preoccupante che la settimana scorsa Trump abbia cambiato la posizione del Partito Repubblicano nei confronti della Russia, facendo affermazioni pro-russe e sul ruolo della NATO. In un’altra intervista, alla CNN, Mook ha detto che non pensa sia un caso che le email siano state diffuse alla vigilia della convention del Partito Democratico. Non sarebbe la prima volta che degli hacker russi rubano dei dati al Partito Democratico americano: lo scorso giugno il Partito aveva detto che i suoi sistemi informatici erano stati attaccati da due gruppi di hacker russi, che in diversi mesi avevano tracciato le conversazioni di alcuni dipendenti del partito e rubato alcuni file che contenevano informazioni su Donald Trump.