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  • Sabato 23 luglio 2016

Com’è fatto il robot usato durante la strage di Dallas

La polizia ha fatto sapere di che marca e modello si tratta, ma ci sono ancora dubbi su come fecero a fargli trasportare la bomba che uccise l'attentatore Micah Jonhson

di Brian Fung – The Washington Post

(Northrop Grumman)
(Northrop Grumman)

Sul fatto che la polizia di Dallas abbia usato un robot per uccidere l’uomo che due settimane fa ha ucciso cinque agenti di polizia nella città si è detto molto. Sono circolate numerose speculazioni su che tipo di veicolo sia stato usato di preciso per trasportare la bomba nel posto dove si trovava l’attentatore, Micah Johnson, nel corso di quella che da molte parti è stata descritta come la prima operazione in cui questa tattica è stata usata in territorio statunitense. La polizia di Dallas aveva diffuso ulteriori dettagli riguardo alla tecnologia usata per sbloccare la situazione. Sabato 9 luglio, aveva inizialmente reso noto di aver usato un Remotec modello F-5 per trasportare verso l’obiettivo poco meno di mezzo chilo di esplosivo C-4 e un cavo di detonazione. Lunedì 11 luglio, nel corso di una conferenza stampa, il capo della polizia di Dallas David Brown ha invece chiarito che il modello usato era un Remotec Andros Mark V-A1, aggiungendo che il robot era stato comprato nel 2008 per circa 151mila dollari (più o meno 136mila euro). Il piano di ricorrere a un robot è stato improvvisato in circa 15-20 minuti.

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(Northrop Grumman)

Il Mark V-A1 è prodotto dalla società Northrop Grumman, è azionato attraverso un telecomando, pesa circa 358 chilogrammi e ha una velocità massima di circa 5,5 chilometri l’ora. Il robot è equipaggiato con una videocamera con un zoom ottico da 26x e uno zoom digitale da 12x. In piena estensione, il suo braccio è in grado di sollevare fino a poco più di 27 chili, e la “mano” all’estremità del braccio può applicare una presa con una forza di circa 22 chili. Questo qui sotto è un diagramma del robot, preso da un opuscolo di Northrop Grumman.

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Nonostante la molta attenzione suscitata dalla novità dell’utilizzo di un robot per scopi di attacco e il suo significato per il futuro delle strategie della polizia, discutere dell’etica di questa tattica senza parlare dell’esplosivo usato nell’operazione è molto difficile. Il tipo di bomba, il modo in cui è stata utilizzata, e quali danni collaterali possa aver causato – sempre che ce ne siano stati – sono tutte questioni essenziali per poter comprendere l’episodio.

Sappiamo che la polizia ha usato circa mezzo chilo di esplosivo C-4. Cosa significa? È una grande quantità? Quanti danni è in grado di causare? Il C-4 è un esplosivo molto versatile: può essere usato per far esplodere interamente un obiettivo, ma può essere anche modellato a mano per produrre esplosioni “mirate”. Quest’ultima opzione permette di creare dei buchi in un oggetto o di dividere un obiettivo in due metà esatte. Quando i suoi agenti gli hanno chiesto quanto C-4 avrebbero dovuto usare, Brown ha detto che si fidava della loro valutazione. «Ho detto: “Non buttate giù il palazzo”», ha raccontato Brown, «ma la mia assistenza si è limitata a questo».

Purtroppo senza sapere se o come la polizia abbia modellato la carica, capire quali siano stati gli effetti dell’esplosione risulta più difficile. È probabile che il C-4 abbia causato molti danni, ha raccontato Matt Barnett, il fondatore della società Bonetti Explosives di Columbus, in Texas, a Philip Bump del Washington Post. «Se portassi qui un blocco di C-4, o altri esplosivi potenti, ci sono buone possibilità che non solo danneggi una persona molto gravemente, ma anche che faccia grossi danni all’edificio», ha detto Barnett. Quando il C-4 esplode, le onde d’urto iniziali si muovono a una velocità di circa 8 chilometri al secondo. Per far saltare in aria un camion ne basta circa mezzo chilo, il che fa pensare che probabilmente la carica usata dalla polizia di Dallas abbia provocato danni rilevanti, nonostante Brown abbia detto che il robot non è stato distrutto dall’esplosione, ma che ha riportato solo danni parziali al braccio d’estensione. «È ancora funzionante», ha detto Brown, «nel caso dovessimo usarlo per altre operazioni».

Ann Hatch, una portavoce del Dallas County Community College, che gestisce il palazzo in cui si era rifugiato l’attentatore, ha raccontato al Washington Post che ai funzionari del college non è stato permesso di valutare i danni subiti dall’edificio, dal momento che era ancora sotto il controllo della polizia. Tuttavia, Hatch ha detto che le ricostruzioni sul luogo in cui Johnson è stato ucciso dalla polizia – cioè un “garage” – sono imprecise. In realtà – dice Hatch – Johnson si trovava al secondo piano di un edificio del college che occupa gran parte di un isolato della città. Come ha fatto la polizia a farci arrivare il robot con l’esplosivo? Secondo Hatch è possibile che abbia usato una serie di montacarichi per condurre il robot sul piano giusto.

In conclusione, è importante ricordare che in questo caso la parola “robot” indica semplicemente un veicolo controllato da un telecomando e dotato di una videocamera e di un braccio meccanico (oltre che dell’esplosivo). Nel linguaggio popolare, il termine può assumere moltissimi significati diversi, dai veicoli telecomandati alle macchine semi-“intelligenti” capaci di rilevare ed evitare oggetti, fino agli automi totalmente senzienti in stile Terminator. Nonostante sia evocativa ed affascinante, la parola “robot” può essere fuorviante e portare a esagerazioni tanto quanto può essere chiarificatrice e illuminante.

© 2016 – The Washington Post