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  • Martedì 19 luglio 2016

Le accuse contro i militari in Turchia

99 generali e ammiragli sono stati formalmente incriminati per il tentato colpo di stato, migliaia di persone che lavorano nel settore dell'istruzione sono state licenziate

Militari turchi arrestati a Istanbul, il 20 luglio 2016 (BULENT KILIC/AFP/Getty Images)
Militari turchi arrestati a Istanbul, il 20 luglio 2016 (BULENT KILIC/AFP/Getty Images)

Mercoledì in Turchia sono stati incriminati formalmente 99 generali e ammiragli per il colpo di stato tentato e fallito nella notte tra venerdì e sabato della scorsa settimana. Il numero delle persone incriminate è molto alto, se si considera che i militari in Turchia con un grado di quel livello sono circa 360. Negli ultimi giorni almeno 45mila persone sono state licenziate, sospese o sollevate dai loro principali incarichi dal governo della Turchia, nell’ambito di una vasta operazione decisa dal presidente Recep Tayyip Erdogan in seguito al fallito colpo di stato che aveva quasi portato alla sua destituzione. Dopo avere riguardato principalmente funzionari di governo, amministratori, membri dell’esercito e giudici, martedì 19 luglio le epurazioni hanno interessato migliaia di insegnanti, le università e i mezzi di comunicazione. Tenere traccia di tutti i licenziamenti e sospensioni è praticamente impossibile, ma grazie ai calcoli di BBC e di altri media sulla base delle informazioni che arrivano dalla Turchia, si possono fare alcune stime:

• 15.200 insegnanti e altro personale universitario licenziati;
• 1.577 presidi di facoltà obbligati a dimettersi;
• 8.777 impiegati del ministero dell’Interno allontanati;
• 1.500 impiegati nel ministero delle Finanze licenziati;
• 257 funzionari del primo ministro licenziati.

A questi si aggiungono centinaia di impiegati licenziati nelle principali televisioni della Turchia, l’arresto di oltre 6mila militari di vario livello e l’allontanamento di almeno 9mila agenti di polizia. Il governo ha poi disposto la sospensione di 3mila giudici. Già lunedì 18 luglio il ministero dell’Interno turco aveva detto di aver rimosso dal loro incarico quasi novemila funzionari pubblici, tra cui trenta governatori provinciali e migliaia di poliziotti. Inoltre l’agenzia stampa statale Anadolu ha annunciato che il Ministero dell’istruzione ha sospeso i viaggi all’estero dei professori universitari turchi, e ha richiamato quelli che già lavoravano temporaneamente all’estero. Secondo l’agenzia di stampa Reuters, tra le persone sospese ci sono anche 21mila insegnanti di scuole private.

I licenziamenti e le sospensioni fanno parte di un’operazione di epurazione delle istituzioni turche dai presunti seguaci di Fethullah Gülen, il religioso storico oppositore di Erdogan che vive da anni in esilio autoimposto in Pennsylvania, negli Stati Uniti, che però ha negato di aver partecipato all’organizzazione del tentato colpo di stato. Intervistato da BBC, Gülen ha detto che il presidente Recep Tayyip Erdogan sta conducendo una “caccia alle streghe” e che il colpo di stato è servito come scusa per liberarsi di oppositori e presunti tali.

Secondo altri calcoli del giornalista Benjamin Harvey, capo della redazione di Bloomberg in Turchia, sarebbero almeno 59.644 le persone arrestate, licenziate e sospese dopo il tentato colpo di stato.

https://twitter.com/BenjaminHarvey/status/755418986096058369

Tra le persone che sono state arrestate ci sono l’ex comandante dell’aeronautica turca Akin Ozturk e altri 26 ufficiali dell’esercito, che sono stati accusati di tradimento. Ozturk ha negato di essere la persona che ha guidato il colpo di stato e ha detto che potrebbe essere stato il movimento politico di Gülen. Erdogan ha annunciato pene severe per gli autori del colpo di stato, non escludendo la possibilità di instaurare nuovamente la pena di morte nel paese.

Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha ricordato a Erdogan che nel caso fosse reintrodotta la pena di morte in Turchia, il processo di adesione del paese all’Unione Europea (al momento sospeso) sarebbe interrotto. Intanto il primo ministro turco Binali Yildirim ha detto di aver mandato negli Stati Uniti le prove per cui Gülen sarebbe dietro il colpo di stato, tuttavia non ha specificato se siano state inviate insieme a una richiesta di estradizione formale. Al Jazeera dice che Gülen ha suggerito che il colpo di stato sia stato organizzato proprio per ottenere il suo arresto.