La decadenza del senatore Augusto Minzolini

La giunta per le immunità ha revocato il mandato al Senatore di Forza Italia per via di una condanna, adesso spetterà al Senato decidere cosa fare: lui ha già detto che si dimetterà in ogni caso

(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

La giunta per le immunità del Senato ha deciso a maggioranza assoluta di revocare il mandato al senatore di Forza Italia Augusto Minzolini. La ragione della revoca è una condanna definitiva a 2 anni e sei mesi per peculato continuato. In base alla legge Severino, chi ha ricevuto condanne superiori ai due anni non può ricoprire la carica di senatore o deputato. La decisione finale sul caso Minzolini sarà presa dall’aula del Senato, che dovrà votare sulla sua decadenza. Minzolini, in ogni caso, ha già detto che si dimetterà qualunque sia la decisione dei suoi colleghi.

Minzolini, 58 anni, ha lavorato a lungo come inviato politico per la Stampa diventando celebre per gli articoli in cui attribuiva ai politici dichiarazioni e virgolettati di frasi che avevano pronunciato nel privato o ai loro stretti confidenti (questo stile venne soprannominato “minzolinismo” che all’epoca era una sorta di sinonimo di retroscenismo). Nel 2009 Minzolini venne nominato direttore del TG1 e rimase al suo posto fino al 2011, per poi essere candidato al Senato con Forza Italia nel 2013.

Durante la sua direzione del TG1, Minzolini ricevette una carta di credito aziendale come benefit aggiuntivo, e, secondo i giudici che lo hanno condannato, usò la sua disponibilità di denaro in maniera spregiudicata e senza rendicontare le sue spese in maniera corretta. In particolare, i giudici dicono che Minzolini non ha fornito le giustificazioni per circa 65 mila euro spesi in pasti utilizzando la sua carta di credito aziendale. Minzolini fu inizialmente assolto in primo grado, poi condannato in secondo grado nell’ottobre del 2014. La condanna venne successivamente confermata in Cassazione lo scorso novembre. Minzolini e i suoi legali hanno fatto appello alla Corte europea di Strasburgo contro la sentenza.

Adesso i capigruppo del Senato dovranno decidere quando mettere ai voti la decadenza di Minzolini dalla carica di Senatore. Si tratta di una procedura che in genere i capigruppo non considerano particolarmente urgente e che spesso quindi viene rimandata per mesi. Minzolini ha detto che comunque si dimetterà in ogni caso, indipendentemente dal risultato del voto. Anche in questo caso, però, non è detto che Minzolini lascerà il Senato molto presto, perché per accettare le sue dimissioni ci sarà di nuovo bisogno di un voto dell’aula che non necessariamente andrà nella stessa direzione chiesta da Minzolini. L’ex senatore del Movimento 5 Stelle Giuseppe Vacciano, ad esempio, ha presentato le sue dimissioni nel febbraio 2015, ma non è ancora riuscito ad abbandonare la carica. L’aula ha respinto la sua richiesta di dimissioni per tre volte nel corso degli ultimi 18 mesi.