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  • Lunedì 18 luglio 2016

La prima maldestra intervista di Trump e Pence insieme

Ha parlato quasi sempre Trump e ha negato qualsiasi critica sulle loro differenze, facendo comunque intendere che potrebbe vincere anche da solo

(CBS)
(CBS)

Domenica 17 luglio il candidato repubblicano alle presidenziali degli Stati Uniti, Donald Trump, ha partecipato per la prima volta a un’intervista televisiva con il suo candidato vicepresidente, il governatore dell’Indiana Mike Pence, durante la trasmissione “60 Minutes” dell’emittente CBS. L’intervista è stata molto commentata dagli analisti politici e sui social network, curiosi di vedere come se la sarebbe cavata Trump, finora abituato a condurre da solo la propria campagna elettorale e noto per avere una notevole considerazione di sé, che lascia pochi spazi a chiunque altro. La trasmissione ha avuto in effetti diversi momenti imbarazzanti, con Trump che ha più volte interrotto Pence e ha sviato su diverse domande di Lesley Stahl, la giornalista che li ha intervistati, confermando i dubbi di molti osservatori sulla capacità dei due candidati di collaborare.

Trump ha parlato per quasi il doppio del tempo di Pence e a un certo punto ha pure fatto intendere, con qualche allusione, al fatto di potere comunque vincere da solo anche senza i consensi verso Pence, soprattutto dei cristiani praticanti (Pence si definisce prima di tutto un cristiano, poi un conservatore e infine un repubblicano). Stahl ha ricordato a Trump di avere accusato più volte Hillary Clinton, la candidata dei Democratici alla presidenza, di avere votato a favore della guerra in Iraq, e di non averne invece tenuto conto quando ha scelto Pence, che come Clinton era a favore dell’intervento militare. Trump ha provato a minimizzare la circostanza, dicendo che “è successo molto tempo fa”, poi ha dato un’amichevole spallata a Pence che gli era seduto accanto e ha aggiunto: “Lui ha il diritto di fare qualche errore ogni tanto”, Clinton “non può”.

Stahl ha anche chiesto a Pence che cosa pensò quando Trump, all’inizio della sua campagna elettorale per le primarie, criticò duramente il senatore repubblicano John McCain, dicendo che non poteva essere considerato “un vero eroe” perché era stato catturato durante la guerra del Vietnam. Quella dichiarazione aveva fatto molto discutere, sia perché McCain è uno degli esponenti più conosciuti del partito, sia perché durante la guerra era stato torturato e tenuto prigioniero per mesi. Pence ha preso tempo dicendo di avere “il massimo rispetto per McCain”, ma prima di potere aggiungere altro è stato interrotto da Trump che gli ha detto: “Su quella cosa, guarda, puoi anche rispondere di sì”. Subito dopo Trump ha aggiunto “dobbiamo comunque prenderci cura dei nostri reduci”, cercando di cambiare il tema della risposta.

In più occasioni Stahl ha messo in evidenza le differenze di Trump e Pence su diversi modi di vedere il mondo e singoli temi, come la tortura, l’economia e gli stessi toni da usare durante la campagna elettorale. I due hanno risposto dicendo che sono più le cose che li uniscono di quelle che li dividono, e che insieme hanno comunque una visione complessiva delle cose molto simile.

Trump ha annunciato la scelta di Mike Pence come candidato alla vicepresidenza venerdì scorso, mentre sabato ha tenuto un breve evento per presentare ufficialmente alla stampa la candidatura. Nel corso della presentazione, i due sono apparsi molto distanti, con Trump che lo ha salutato freddamente e senza rimanere sul palco mentre Pence faceva il suo discorso per la candidatura. Dopo l’annuncio, alcuni giornalisti di importanti testate hanno detto che Trump aveva quasi pensato di scaricare Pence e scegliere un altro candidato, ma il suo staff glielo ha sconsigliato insistendo sulla scelta. I responsabili della campagna elettorale di Trump hanno smentito queste circostanze e l’esistenza di ripensamenti da parte sua. Oggi a Cleveland inizia la Convention dei Repubblicani, dove sarà formalizzata la candidatura di Trump per le presidenziali.